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Collection: Archivio virtuale del monastero dei SS. Pietro e Sebastiano
CharterASPS, 115
Date: 1477 settembre 19
AbstractRoderico, cardinale, vicecancelliere e legato della Sede Apostolica, avendo ricevuto una supplica con la quale Moderna priora e le monache del monastero dei SS. Pietro e Sebastiano di Napoli chiedono di poter concedere in enfiteusi o di permutare alcune terre boscose e incolte possedute a Napoli e in altre città perché da esse non traggono alcun vantaggio, dopo aver riportato le disposizioni di Paolo II del 15 maggio 1465 riguardanti la vendita dei beni ecclesiastici (v. ASPS, 87 inserto), incarica l'abate di S. Pietro ad Aram e il priore di S. Maria di Monteoliveto di informarsi sui fatti e, in caso positivo, di concedere alle monache la facoltà di amministrare i beni nel modo più opportuno per la comunità.

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CharterASPS, 116
Date: 1480 ottobre 20
AbstractGiovanni de Granatis di Eboli, luogotenente del giustiziere della Contea di Molise, esibisce alla presenza di Giovanni Ambret[...] di Napoli, capitano del "castrum Camillorum", un mandato nel quale re Ferdinando riconosce a Francesca Orsini il mero e misto imperio sul suddetto castello; il capitano protesta contro questo riconoscimento.

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CharterASPS, 117
Date: 1481 ottobre 29
AbstractNicola de Petrutiis, reggente della "Magna Curia Vicarii", incarica il capitano di Acerra di costringere Angelillo de Pistasa cittadino di Acerra a restituire, pena quattro once d'oro, entro due giorni una botte di vino sottratta da una casa sita nel casale di San Nicandro di proprietà dei SS. Pietro e Sebastiano.

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CharterASPS, 118
Date: [1459 gennaio 24 - 1484 gennaio 24]
AbstractMarziale Auribelli, maestro generale dell'Ordine Domenicano, comunica a Francesca Orsini priora e alle monache dei SS. Pietro e Sebastiano l'imminente rimozione dal priorato di Angelo [di Penne ?] per volontà di quest'ultimo.

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CharterASPS, 119
Date: 1491 febbraio 17
AbstractLa "Magna Curia Vicarii" stabilisce che Allegro "pamcherius", Decio taverniere, Gaspare sarto, Giovanni di Vallo e Andrea di Gennaro sono debitori del monastero dei SS. Pietro e Sebastiano per non aver versato canoni di affitto per alcune terre e per alcune "tabernae".

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CharterASPS, 120
Date: 1492 aprile 14
AbstractAntonio d'Aragona Piccolomini, reggente della "Magna Curia Vicarii", ordina agli ufficiali del regno di diffondere un bando affinché nessuno osi entrare con o senza bestie, di notte o di giorno, né raccolga frutti o faccia danni nei beni dei SS. Pietro e Sebastiano, pena dieci once di carlini.

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Date: 1495 febbraio 12
AbstractLa Regia Camera della Sommaria, essendo sorta una lite tra il monastero dei SS. Pietro e Sebastiano e i pescatori Antonello Tuglia di Napoli, Andrea de Matrono detto il monaco, Jacobo Antonello de Tofano di Gaeta, Giovanni de Colapede, Giuliano di Giovanni Todisco, Giuliano Santillo di Gaeta, Giuliano de Parasino di Gaeta, alla presenza di Giovanni Andrea, Mazzeo di Afflitto e Nicola Barone, Gabriele de Monica, Paride Longobardo e Jacobo de Risio procuratore dei pescatori, emette una sentenza secondo la quale i pescatori che svolgono la loro attività sul litorale napoletano sono obbligati a versare al monastero dei SS. Pietro e Sebastiano una parte del pesce pescato ogni sei dalla località Mergellina fino a S. Basilio e una parte del pesce pescato ogni dieci dalla località Mergellina fino a S. Vincenzo.

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CharterASPS, 122
Date: 1495 giugno 20
AbstractGilberto, reggente della "Magna Curia Vicarii", incarica tutti gli ufficiali del Regno affinché nessuno osi entrare con bestie o senza, osi cogliere frutta o legna, osi fare danni nei seguenti possedimenti dei SS. Pietro e Sebastiano: una [terra] sita a Resina con una selva presso la chiesa di S. Salvatore "iuxta lo molo", una [terra] sita nel casale di San Nicandro, una terra e una masseria siti a Melito, una terra e una masseria a San Mandato nelle pertinenze di Napoli, pena dieci once.

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CharterASPS, 123
Date: 1495 ottobre 5
AbstractMichele d'Afflitto, tesoriere generale del Regno, redige un'apodissa per aver ricevuto dal monastero dei SS. Pietro e Sebastiano, per mano di frate "Vicerini" di Sicilia, quaranta ducati.

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CharterASPS, 124
Date: 1496 maggio 4
AbstractAlfonso d'Aragona Piccolomini, gran giustiziere del regno e reggente della "Magna Curia Vicarii", essendo venuto a conoscenza che le monache dei SS. Pietro e Sebastiano godono di un diritto di caccia nel bosco del casale di San Nicandro, incarica gli ufficiali del regno competenti di ordinare a Berardino Biffaro e ad alcuni suoi compagni del casale di Sant'Arcangelo di cedere come di diritto alle monache la quarta parte degli animali che sono soliti cacciare nel bosco di San Nicandro, pena dieci once d'oro.

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Date: 1499 luglio 31
AbstractLa Regia Camera della Sommaria stabilisce una pena di quattro once, da versare per metà alla Corte regia e per metà al monastero dei SS. Pietro e Sebastiano, per tutti i pescatori che violano il diritto di pesca spettante al monastero.

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CharterASPS, 126
Date: 1499 agosto 23
AbstractAlla presenza di Pietro Paolo "de Ingrugnectis" di Napoli, giudice a contratto, e di Geronimo "de Ingrugnectis", notaio, Bernardo di Altavilla, priore dei SS. Pietro e Sebastiano da una parte e Jacobo Bono, Andrea Matrone di Napoli, Raimo de Miniello di Gaeta, Giuliano de Parusino di Gaeta, Giovanni de Colapede di Gaeta, Conforto Santoro di Pisciotta, Ricio Bono di Napoli, Pietro Todisco, Giuliano Todisco di Napoli, Giovanni de Gaibono di Gaeta, pescatori, abitanti in Napoli, vengono ad una convenzione dopo una lite sorta in merito al diritto di pesca del monastero, in base alla quale i pescatori si obbligano a rispettare una sentenza del 12 febbraio 1495 (v. ASPS, 121 inserto) e un bando del 31 luglio 1499 (v. ASPS, 125 inserto) che sanciscono tale diritto, pena cinquanta ducati d'oro da versare metà alla Regia Camera e metà alla comunità monastica, e stabiliscono a S. Lucia, in località S. Bartolomeo, il luogo dove versare al procuratore del monastero la parte stabilita di pesce pescato che è di diritto della comunità.

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