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FondFondo Pedicini (1423-1677)
< previousCharters1593 - 1700
Date: 1593, aprile 10
AbstractIl notaio Girolamo Verro, nella qualità di custode e conservatore della scheda e delle scritture del defunto notaio Giovanni Battista Verro, su richiesta di Ettore de Colle del fu Petruccio e su conseguente disposizione della curia temporale della città di Benevento, redige in forma pubblica due strumenti del 2 gennaio e del 14 marzo 1592 che il notaio Giovanni Battista Verro non ha potuto trasporre in forma pubblica per l'intervenuta sua morte e con i quali lo stesso Ettore de Colle acquista due orticelli in parrocchia di S. Secondino, oggi S. Donato: il primo, redditizio al collegio di S. Spirito, da Giovanni Mando e da sua moglie Capuana Ricciuta e il secondo da Domenico alias Micco Sacco.

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Date: 1593, novembre 16
AbstractIl notaio Giulio Cesare Bisconti di Benevento, nella qualità di custode e conservatore della scheda e delle scritture del defunto notaio Gaspare Guastaleuna, su richiesta di Ettore de Colle e su conseguente decreto della curia temporale della città di Benevento, redige in forma pubblica uno strumento del 23 febbraio 1592 che il notaio Gaspare Guastaleuna non ha potuto trasporre in forma pubblica per l'intervenuta sua morte e con il quale lo stesso Ettore de Colle acquista dai coniugi Cesare Bruno e Desiata Rocco per il prezzo di ducati duecentotrenta una casa con un orticello sita nella parrocchia di S. Secondino, oggi S. Donato, confinante con beni di Donato Zambotti, beni del suddetto Ettore Colle, beni di Luca Pedicini, via vicinale ed altri confini, consistente detta casa in un'entrata coperta ed un'altra scoperta terragne, cantina, stalla e tre stanze superiori.

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Date: 1594, marzo 23
AbstractGiovanni Zambotto, quale figlio ed erede di sua madre Lucrezia Rocco, prima moglie di suo padre Donato Zambotto, vende per ducati duecentocinquanta in contanti ad Ettore de Colle una casa consistente in più membri, cioè uno terraneo con due archi intermedi e due solariati, sita in Benevento in parrocchia di S. Donato e confinante con i beni dello stesso Ettore da due lati e dalla parte posteriore e con un cortile dalla parte anteriore.

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Date: 1595, febbraio 18
AbstractBartolomeo e Tommaso Controviero, padre e figlio, con l'assenso del loro curatore Giovanni Antonio de Tufo, e Girolamo Mascambruno, quale donatario di Girolamo Controviero, altro figlio di Bartolomeo, vendono con due distinti atti per sedici ducati al tomolo due terreni siti in pertinenze di Benevento nel luogo detto Lo Terone e misurati dall'agrimensore Vincenzo Vitelli, terreni venduti loro da Girolama Calenna e il cui prezzo viene dagli acquirenti versato al di lei marito Mario de lo Giudice: il primo terreno è della capacità di tomoli tre, mezzo quartarulo e sei passitelli, confina con beni dell'arcipretura di Benevento tenuti da Ettore de Colle, beni franchi dello stesso Ettore e via pubblica o vicinale ed è venduto per quarantotto ducati al medesimo Ettore de Colle; il secondo terreno è della capacità di tomoli diciannove, un quarto e venti passitelli, confina con beni degli acquirenti e via pubblica ed è venduto per trecentotto ducati ad Ettore de Colle e Orazio Gagliardo.

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Date: 1598, maggio 23
AbstractEleonora de la Chiesa, vedova di Vincenzo Soriceo e tutrice dei figli minori Antonio, Carlo e Paolo, e Muzio Soriceo, maggiore di anni 24, con l'assistenza del più prossimo parente Tommaso Albertini e, secondo lo stile della città di Benevento, alla presenza e con il consenso di Scipione Maurone, sostituto pro sindaco, del notaio Girolamo de Colle, attuario della curia temporale, e del giudice apostolico Ottone de Giordano, dopo aver ottenuto con decreto del 13 maggio 1598 l'autorizzazione del vicario temporale, vendono a Ettore de Colle un territorio della capacità misurata dall'agrimensore Vincenzo Vitelli in tomoli trentacinque con casa di fabbrica, sito in pertinenze beneventane dove si dice Roseto e confinante con beni Controviero, via vicinale e vallone del Roseto, per il prezzo di ducati settecentotrentacinque sufficienti ad estinguere i debiti contratti con lo stesso Ettore de Colle, con il monastero di S. Vittorino, con gli eredi di Giovanni de Pastori e con Ettore Abbate.

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Date: 1605, gennaio 26
AbstractIl notaio Giovanni Giacomo Cocchilia, per decreto emesso su richiesta di Giovanni Antonio de Collo dal governatore e vicario temporale della città di Benevento, redige in forma pubblica uno strumento stipulato il 7 giugno 1603 in Benevento, nel monastero di S. Deodato davanti alla grata di ferro, che il notaio Giulio Cocchilia non ha potuto pubblicare per l'intervenuta sua morte e che è stato rinvenuto dalla conservatrice delle sue scritture Dianora Orsolupo, con il quale strumento la badessa e le monache di detto monastero di S. Deodato, alla presenza dell'abate Felice Ceccarello e di Ettore de Colle, concedono in enfiteusi a ventinove anni a Giovanni Antonio de Collo per il canone di sette some di grano romano, da portarsi ogni anno nel mese di luglio nel magazzino del monastero, due pezzi di territorio, uno della capacità di tomoli trentotto e un altro di tomoli dieci e mezzo, posti in pertinenze di Benevento nel luogo detto il Vallone di Roseto, confinanti il primo con beni di Giordano de Tufo che tiene Bartolomeo Controvieri, beni del Capitolo beneventano che tiene lo stesso Bartolomeo, beni della chiesa di S. Donato, via pubblica e vallone, il secondo con beni di S. Donato, beni di S. Spirito, beni della Mensa arcivescovile e beni del Capitolo beneventano.

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Date: 1605, febbraio 23
AbstractIl Capitolo della cattedrale di Benevento concede ad Ettore de Colle in enfiteusi a ventinove anni più pezzi di terra di capacità in tutto di tomoli duecentoquarantatre e mezzo in circa, siti nel territorio di Benevento dove si dice Roseto, li Porrazzi e Malecagno, e cioè: un pezzo di terra di tomoli ottanta in circa dove si dice Roseto ed i Porrazzi; un altro pezzo di terra dove si dice Roseto di capacità di tomoli novantacinque; un altro di capacità di tomoli sette redditizio alla chiesa di S. Spirito che sta in mezzo a detto pezzo; un altro pezzo di terra dove si dice la Pezza de li Porrazzi, di capacità di tomoli sedici in circa; un altro pezzo di terra di tomoli venti in circa dove si dice Malecagno; un altro pezzo dove si dice lo Terone di tomoli sedici; finalmente due altri pezzi di terra dove si dice Roseto di capacità di tomoli sedici e mezzo spettanti alla chiesa di S. Tommaso annessi al Capitolo.

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Date: 1605, aprile 9
AbstractEttore Colle piglia a censo ad uno ventinove anni dalla Mensa primiceriale di Benevento un pezzo di terra di tomoli venti dove si dice Roseto, confinante con beni della chiesa di S. Sofia, vallone, beni del Capitolo beneventano, via pubblica ed altri confini, per l'annuo canone di tomoli sei.

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Date: 1605, luglio 20
AbstractEttore Colle compra da Mercurio ed Ottavio Zampariello tomoli ventiquattro di terreno per ducati trecento e dodici viti nel luogo dove si dice San Vitale o Roseto o Lo Terone, confinante con beni del detto Ettore, vallone, altri beni comprati da detto Ettore da Muzio Sorice, via vicinale ed altri confini.

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Date: 1610, marzo 10
AbstractEttore Colle prende a censo a ventinove anni dal Capitolo beneventano un territorio della capacità di tomoli venti, sito in Benevento in località detta Malecagno.

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Date: 1610, luglio 9
AbstractL'abate Giovanni Battista Pedicini, nella qualità di tutore testamentario dei figli ed eredi di Carlo Pedicini, stipula un accordo con Marco de Nardo, figlio ed erede con beneficio d'inventario del defunto Nicola, sul censo gravante su una masseria sita nel territorio di Castelpoto e confinante con il feudo delle Maurelle di Montesarchio, censo venduto da Nicola de Nardo a Carlo Pedicini per un capitale di duecento ducati con atto del notaio Giulio Cesare Bisconti del 5 gennaio.

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Date: 1613, aprile 18
AbstractIl collegio di S. Spirito rinnova la concessione in enfiteusi a due ventinove anni ad Ettore de Colle di un orto della capacità di più o meno un quartirolo e mezzo, sito in Benevento nella parrocchia olim di S. Secondino poi annessa alla parrocchia di S. Donato, confinante con altri beni di Ettore de Colle, cortile del collegio di S. Spirito e via pubblica, lo stesso orto già concesso il 29 ottobre 1548 con l'attigua casa in enfiteusi a due ventinove anni dalla parrocchia di S. Eustacchio - poi annessa al detto collegio - ad Annibale de Petruro e ai fratelli Bartolomeo e Vincenzo Capitanio, che ne hanno poi venduto il possesso allo stesso Ettore de Colle; il rinnovo avviene per l'annuo canone di carlini dodici e una libra di cera cetrinea da corrispondersi nel giorno di Pentecoste e con il patto di poter affrancare il bene nel corso del primo ventinovennio trasferendo il canone, accresciuto di un carlino, su altro bene stabile di eguale capacità e qualità, che non sia una vigna.

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Date: 1615, aprile 29
AbstractIl Capitolo della cattedrale di Benevento concede in enfiteusi a ventinove anni ad Ettore Colle tre terreni siti in pertinenze di Benevento, due della capacità di quaranta e dieci tomoli in località San Marciano e uno della capacità di quattro tomoli in località Roseto, per il complessivo annuo canone di venti tomoli di grano, da consegnarsi il 25 luglio presso il magazzino del Capitolo.

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Date: 1648, ottobre 17
AbstractCarlo Iencaro di Benevento, nella qualità di procuratore di Vincenza Caracciolo, concede a Domenico della Cammera in enfiteusi a due ventinove anni per un canone di annui carlini quarantadue e cavalli cinque un pezzo di territorio di tomoli quattro e un quarto di misura, sito in pertinenze di Benevento dove si dice Le Guardie, confinante con i beni dei de Andreoccia, beni del notaio Vincenzo Zamparelli e via pubblica, già concesso nel 1632 al defunto Raffaele De Rosa.

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Date: 1662, giugno 7
AbstractGiulio Infantino di Benevento, nella qualità di procuratore di Vincenza Caracciolo, concede a Marino Barrasso in enfiteusi perpetua per un canone di annui carlini venti una vigna con alcuni alberi della capacita di tomoli due circa, sita in pertinenze di Benevento dove si dice la Ripa delle Zecche, confinante con altri beni della stessa Vincenza che tiene Francesco Viceré, beni di Antonio Rotundo, beni che tiene Lorenzo Gagliardo, beni di detta Vincenza che tiene Alonso Sbranda e cupa pubblica.

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Date: 1677, maggio 8
AbstractLuigi de Aquino, protonotario apostolico, inibisce chiunque dall'arrecare molestia o impedimento a Domenico Morra, cavaliere di Alcantara, in merito alla facoltà concessagli con speciale decreto del magistrato della città di Benevento, datato 25 aprile 1677, di dedurre acqua dal canale del fiume per irrigare vari e diversi orti e di trasportare la stessa acqua con un acquedotto dove si dice l'Acqualonga; sul verso della pergamena sono riportate le dichiarazioni rilasciate al notaio Cesare Festa da Andrea Ragano, giurato della curia del governatore di Benevento, con le quali si attesta l'avvenuta consegna di copia dell'inibizione a Cesare Basalù, il 22 settembre 1677, e a Carlo Annuba il 25 dello stesso mese.

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Date: [1601, gennaio 1 - 1700, dicembre 31]
AbstractI canonici del Capitolo locano a titolo di permutazione una casa.

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