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Fond000 - Le Pergamene. Introduzione
The charters of this fond will be available soon.
  1. New
  2. Da questo fondo la nuova l’edizione critica digitale delle 109 pergamene di S. Maria della Grotta per gli anni 1200-1250, disponibile qui: http://monasterium.net/mom/SMG1200-1250/collection.

  3. L’archivio digitale e il gruppo di ricerca
  4. (In short and in english have a look at here: http://www.coop-unina.org/snsp-project/)

    La Società Napoletana di Storia Patria è una tra le più importanti delle società storiche nazionali esistenti in Italia, sia per la varietà delle attività scientifiche ed editoriali che promuove sia per la ricchezza del patrimonio librario e documentale. In particolare, il fondo pergamenaceo ha un carattere assai composito, creatosi grazie alla concentrazione di documentazione proveniente da archivi privati e da archivi di enti ecclesiastici del Mezzogiorno, confluita per alterne vicende nella Biblioteca della Società (http://www.storiapatrianapoli.it/). In questo archivio digitale ora la Società mette finalmente a disposizione online l’intero fondo pergamenaceo. Ad esso mancano soltanto le serie di documenti del monastero domenicano di S. Domenico Maggiore di Napoli, che sono parimenti conservate nella stessa Biblioteca, e saranno aggregate al più presto al resto del fondo pergamenaceo anche su Monasterium.Net. I 2249 documenti ora online vanno dal X al XIX secolo; di essi oltre la metà sono stati prodotti nei secoli X-XV e riguardano per la maggior parte l'Italia meridionale; una piccola percentuale di documenti sono relativi ad altre zone italiane e, in qualche caso sporadico, anche estere.

    Questo archivio digitale nasce da una collaborazione tra l'Università degli Studi di Napoli Federico II, la Società Napoletana di Storia Patria e l'ICARUS (International Centre for Archival Research). Grazie a questa sinergia si è potuto procedere alla digitalizzazione del materiale pergamenaceo e al suo studio, nell'ambito di diverse attività scientifiche e didattiche, svolte con largo impiego delle tecnologie digitali, in seno a un gruppo di ricerca nato nell'Università di Napoli, coordinato da Antonella Ambrosio. Tale gruppo è composto attualmente da Rosalba Di Meglio, Maria Rosaria Falcone, Francesco Lerra, Vera Schwarz-Ricci; ai quali si sono affiancati, lavorando in tempi e in luoghi diversi, per realizzare perlopiù obiettivi specifici: Claudia Cuminale, Adele Di Lorenzo, Michele Innangi, Martina Magliacano, Paola Massa, Maria Elisabetta Vendemia, Georg Vogeler.

    Inizialmente la ricerca è stata svolta grazie ad un supporto finanziario di ICARus, poi grazie ad alcuni fondi dedicati ad hoc nell'ambito del progetto ENArC (European Network on Archival Cooperation) - EU, Culture Programme, 2007-2013 (http://www.recruitdigitaldoc.org/). Attualmente le attività procedono grazie al supporto del progetto co:op (Community as Opportunity. The Creative Archives' and Users' Network) - EU, Creative Europe 2014-2020 (http://www.coop-unina.org/).

    Questo gruppo di lavoro, dedito fin dal 2008 alla sperimentazione delle tecnologie digitali nella ricerca riguardante le fonti scritte del Medioevo italiano, con un approccio soprattutto paleografico e diplomatistico, ha considerato l'insieme della documentazione pergamenacea qui messa a disposizione un laboratorio per sperimentare soluzioni efficaci e d'avanguardia che possano far fronte ai tradizionali problemi di conservazione, valorizzazione e fruibilità, per i quali questo fondo può essere forse considerato rappresentativo di molti dei problemi di cui soffre tanta parte della documentazione italiana e dell'Occidente europeo. Nell'ambito di tale sperimentazione, nel corso del tempo, ha preso sempre più piede l'interesse verso nuove metodiche applicabili, grazie agli ambienti virtuali di ricerca, in seno a gruppi di studiosi eterogenei per competenze, provenienza geografica o istituzionale. Strettamente connesse alla ricerca, hanno preso l'avvio di volta in volta, attività didattiche e di tirocinio nei corsi di laurea del Dipartimento di Studi Umanistici (anni accademici 2010-2015) e nell'ambito del Master in Biblioteconomia e Archivistica dell'Università di Napoli (anni accademici 2009-2011), nonché attività di formazione e di tirocinio dirette a neolaureati, con borse di studio.

    Inevitabili in apertura i ringraziamenti a coloro senza i quali questo archivio digitale non avrebbe mai visto la luce: innanzitutto ai Presidenti della Società, Giuseppe Galasso e Renata De Lorenzo, alla Società nella sua totalità, al personale della Biblioteca. Per il continuo, affettuoso e competente supporto, e per gli innumerevoli suggerimenti, spunti, idee, abbiamo infine grossi debiti di gratitudine nei confronti di Giovanni Vitolo (Università di Napoli), di Thomas Aigner (ICARus) e di Georg Vogeler (Università di Graz/ICARus).

  5. Perché l'archivio digitale?
  6. Il fondo pergamenaceo ora online è ben noto agli studiosi, ma di fatto parzialmente inesplorato in tutte le sue potenzialità di studio e di ricerca. La sua collocazione presso la biblioteca di una società storica e non in una sede di conservazione archivistica, la storia della sua formazione, il carattere composito, gli ordinamenti ai quali è stato sottoposto nel corso del tempo, hanno attirato un'attenzione per così dire episodica da parte degli studiosi e non hanno mai invogliato nel perseverare in esaustivi piani di edizione della documentazione.

    I problemi più importanti che hanno pesato finora sulla fruibilità di questo patrimonio sono stati infatti l'eterogeneità della sua composizione e gli ordinamenti ai quali esso è stato sottoposto nel corso del tempo. L' eterogeneità è dovuta al fatto che il patrimonio pergamenaceo della Società si è costituito dal 1882 in poi intorno ad un grosso nucleo documentale e manoscritto, proveniente da una collezione antiquaria di proprietà di una famiglia privata, i Fusco, passato poi alla Società e incrementatosi man mano con lasciti e donazioni diverse. Esso aveva già in mano ai Fusco un carattere composito, essendosi prodotto grazie agli acquisti e ai reperimenti di documentazione che i due eruditi, Salvatore e Giuseppe Maria, nel corso della loro vita avevano accumulato, attirati da interessi svariati e spesso squisitamente antiquari. Il materiale pergamenaceo, una volta acquisito dalla Società, fu interessato perlomeno da due riordinamenti a partire dalla fine del XIX secolo, nel corso dei quali i documenti vennero classificati in base a categorie, quali la tipologia documentaria, la provenienza geografica, l’intitolazione degli enti ecclesiastici, che non risultavano sempre coincidenti con i soggetti produttori della documentazione. Ne risultarono serie documentali in molti casi miscellanee, nelle quali si è prodotto un mescolamento dei pezzi provenienti da archivi diversi.

    Una situazione di questo genere, si è già detto sopra, poteva essere affrontata in modo risolutivo fino a qualche tempo fa solo con un'edizione esaustiva di tutte le pergamene: soluzione praticabile, ma difficile nella sua realizzazione, perché molto dispendiosa in termini di tempo e di energie. Oggi, le tecnologie digitali, e in particolare modo l'ambiente collaborativo MOM-CA, consentono invece di reimpostare il problema su altre basi, e di trovare soluzioni agili, relativamente a basso costo e che risultino, nello stesso tempo, dotate di effetto di lunga durata.

  7. Le chiavi di accesso alla documentazione
  8. La priorità assoluta consiste attualmente non tanto nel realizzare un'edizione critica di tutti i documenti, quanto piuttosto nella creazione di un archivio digitale che abbia una duplice funzione: fornire numerose ed efficaci chiavi di accesso al patrimonio pergamenaceo, in modo da potenziarne al massimo la fruibilità e, nello stesso tempo, promuovere la creazione di un ambiente collaborativo di ricerca online, che non solo contenga documenti resi largamente accessibili, ma che ne incoraggi anche lo studio dal maggior numero possibile di studiosi e con metodiche innovative. Descriveremo di seguito brevemente le chiavi di accesso alla documentazione che abbiamo ora reso disponibili e quelle alle quali stiamo ancora lavorando.

    La realizzazione delle riproduzioni digitali dei documenti consente un approccio a distanza agile ed efficace ai documenti originali.

    La prima e più importante risorsa di questo archivio digitale è dunque rappresentata dalle riproduzioni digitali ad alta risoluzione del recto e del verso di tutti i 2249 documenti. Esse, finalmente, vengono fornite liberamente agli studiosi, così come si sta facendo in moltissimi paesi europei, al fine di promuovere una larga circolazione del sapere e del patrimonio culturale comune. Esse possono essere consultate ed elaborate con le applicazioni presenti in MOM-CA, come per esempio l'Annotation Tool. Tali riproduzioni possono essere utilizzate a fini scientifici e didattici, previa richiesta di autorizzazione alla Società, qualora le si voglia pubblicare.

    La compilazione di appositi campi in MOM-CA permette di fornire per ciascun documento i dati minimi finora disponibili a stampa.

    Le fotografie, per quanto preziose e utilissime, non bastano. Hanno bisogno di dati di corredo. Per questo motivo il software MOM-CA, presente su questo portale e che consente di inserire dati che lo stesso software codifica in linguaggio XML, ha reso disponibili, a corredo delle foto, dati utili riguardanti i documenti, finora presenti solo in alcuni contributi a stampa, ma che ora vengono resi fruibili grazie al motore di ricerca (http://monasterium.net/mom/search). Ci riferiamo alle date croniche e topiche, alle collocazioni e ai riferimenti bibliografici ad alcuni regesti ottocenteschi.

      Per inserire questi dati abbiamo utilizzato due pubblicazioni:
    • l'Inventario del fondo di Stefano Palmieri, già comparso a stampa e revisionato nel 2010, disponibile ora online in formato pdf (http://www.storiapatrianapoli.it/getFile.php?id=17). Da esso abbiamo tratto i dati iniziali per realizzare la struttura del nostro archivio digitale: date topiche e collocazioni.
    • I regesti della documentazione dei secoli X-XIII, comparsi in B. CAPASSO - R. BEVERE – G. DE BLASIIS - N. PARISIO, Elenco delle pergamene già appartenenti alla famiglia Fusco ed ora acquisite dalla Società Napoletana di Storia Patria, in «Archivio storico per le province napoletane», 8 (1883), pp. 153 - 161, 332 - 338, 775 - 787; 12 (1887), pp. 156 - 164, 436 - 448, 705 - 709, 823 - 835; 13 (1888), 161 - 172; 14 (1889), pp. 144 - 158, 353 - 373, 758 - 772; 15 (1890), pp. 654 - 661; 16 (1891), pp. 665 - 671; 18 (1893), pp. 538 - 555). Da questa pubblicazione abbiamo tratto l'indicazione bibliografica del regesto, mettendolo in relazione in MOM-CA con il documento a cui esso corrisponde.

    Con l'utilizzo dell'Inventario di Palmieri e dei regesti ottocenteschi ora citati si è voluto non solo utilizzare i dati immediatamente disponibili, ma anche richiamarsi idealmente a quei punti di riferimento fondamentali a stampa, che hanno utilizzato finora gli studiosi interessati al fondo pergamenaceo, in un'ottica di utilizzo armonico delle tecnologie digitali nel solco della continuità e della tradizione.

    La creazione di alcune 'collections' consentirà di ricostruire gli archivi originari dai quali proviene la documentazione

    Per una piena fruibilità di un fondo pergamenaceo, che possiede le caratteristiche sopra descritte, l'individuazione degli archivi originari dai quali proviene la documentazione è di assoluta centralità. Gli archivi originari saranno rappresentati in MOM-CA da un certo numero di collections, cioè di archivi digitali virtuali (http://monasterium.net/mom/collections), che si affiancheranno al fondo qui presentato, che invece rispecchia l'ordinamento reale che la documentazione possiede presso la Biblioteca della Società. Le collections sono tipi particolari di archivi digitali di Monasterium.Net, che contengono documentazione aggregata in base a un criterio che può essere storico, paleografico, diplomatistico, etc: aggregazione che naturalmente non esiste nella realtà, nella sede di conservazione. Per la Biblioteca della Società stiamo conducendo ricerche che ci consentiranno tra pochi mesi di produrre collections, che riflettano gli archivi di provenienza della documentazione e che saranno rese disponibili man mano che verranno ultimate le ricerche.

    La creazione di tali collections prende le mosse da un censimento di tutta la documentazione medievale conservata presso la Biblioteca della Società, che è stato funzionale in un primo periodo alla ricostruzione dell'archivio pergamenaceo di due enti monastici: il monastero domenicano dei SS. Pietro e Sebastiano, sito a Napoli, e dell'abbazia benedettina di S. Maria della Grotta, sita a Vitulano (BN). Tale ricognizione, completata dal censimento anche della documentazione di età moderna, ci ha permesso di effettuare ricerche che hanno come scopo l'enucleazione degli archivi di provenienza di tutta la documentazione conservata in Biblioteca. Seguendo un metodo che tende a coniugare l'approccio storico, diplomatistico, paleografico e archivistico, al fine di individuare gli archivi di provenienza attualmente smembrati e il cui contenuto disperso nelle varie sedi (altre serie della Biblioteca, ma anche altre sedi di conservazione), è stato possibile individuare un congruo numero di archivi originari, collegati perlopiù ad enti ecclesiastici e a famiglie private dell'Italia meridionale. Tali archivi rimarranno strutture aperte ad ulteriori aggregazioni provenienti da documenti pergamenacei esistenti in altre sedi di conservazione, esterni alla Biblioteca della Società.

      Si possono vedere due esempi in due collections finora effettuate in MOM-CA:
    • L'Archvio virtuale del monastero dei SS. Pietro e Sebastiano (http://monasterium.net/mom/AVSPS/collection)
    • L'Archivio virtuale dell'abbazia di S. Maria della Grotta (http://monasterium.net/mom/SMG/collection).

    La possibilità di georeferenziare le date topiche consentirà di determinare le aree di produzione della documentazione

    Altra chiave di accesso importante alla documentazione è la determinazione delle aree di produzione dei documenti, in presenza delle date topiche. Essa consente di fornire un utile strumento per intraprendere ricerche di qualunque genere. L'Inventario redatto dal Palmieri fornisce più del 50% delle date topiche della documentazione. Sono in corso alcune ricerche che consentono di rilevare la restante parte delle date topiche, a tutt’oggi nell'ombra, e di individuare le più ampie aree geografiche nelle quali collocare la produzione delle carte, laddove le date topiche manchino.

    Altre chiavi di accesso

    Infine, per concludere, riteniamo importantissime le informazioni relative all'esatta consistenza del materiale pergamenaceo edito e inedito. Informazioni in genere complesse da reperire in un breve lasso di tempo, perché disseminate in pubblicazioni comparse in sedi editoriali disparate. Anche in questo caso le ricerche sono ancora in corso e, inoltre, avranno bisogno di continui aggiornamenti, al ritmo delle nuove acquisizioni di studio e di ricerca.

    Meno urgenti per ora, ma non meno importanti, rispetto alle informazioni date finora, il rilevamento delle autorità emananti la documentazione e/o dei notai rogatari, dei toponimi, dei nomi di persona, che pure sono un obiettivo di lungo termine di questo progetto.

    Le attività di ricerca che confluiranno in questo archivio non sono terminate, vi avviseremo in questa sede riguardo ad ulteriori sviluppi sul sito del progetto coop: http://www.coop-unina.org/snsp-project/

    Per contatti scrivere a: info@monasterium-italia.net; antonella.ambrosio@unina.it

    Antonella Ambrosio

  9. Bibliografia
  10. Le pergamene della Società Napoletana di Storia Patria. Parte prima. Il fondo pergamenaceo del monastero di S. Maria della Grotta ed osservazioni sulle minuscole pregotiche dell’Italia meridionale, I, a cura di J. MAZZOLENI, Napoli 1966, pp. 21 - 38

    PALMIERI S., Le pergamene della Società napoletana di storia patria. Inventario, Napoli 2010, (Società Napoletana di Storia Patria. Cataloghi e inventari. Serie digitale, I), http://www.storiapatrianapoli.it/getFile.php?id=17.