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Collection: edizione digitale dei documenti dell'abbazia di S. Maria della Grotta di Vitulano (BN). 1200-1250
Charter1
Date: 1200 ottobre
AbstractGiovanni Zito giudice di Limata fa redigere uno scritto dal quale si apprende che Maria vedova di Bartolomeo Zito, nella lite intentata anche a nome delle sue figlie contro Roberto, priore della chiesa di S. Maria della Grotta, per essere stata defraudata di metà della quarta a lei spettante sul sedium di un mulino e su una iscla in rivo sancti Lupi, donati dal cognato e mundoaldo notaio Matteo Zito alla detta chiesa, rinuncia alle proprie pretese per la remissione dei peccati del marito e in cambio di una coscina di frumento.

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Charter2
Date: 1201 luglio
AbstractIl prete Giovanni Russo del casale di Sala dona al prete e monaco Giovanni Cannavine, per conto della chiesa di S. Maria della Grotta, tutta la sua eredità e un tenimentum dotato di terre, vigneti ed alberi, sito nel territorio di Toccus, riservandosene l’usufrutto vita natural durante e impegnandosi a versare ogni anno una coppa d’olio.

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Charter3
Date: 1201 settembre [28-30]
AbstractGiovanni de Basuino conviene in giudizio Roberto, priore di S. Maria della Grotta, in merito a due tenimenta, il primo appartenuto a Federico e Giovanni Rocca e l’altro a Roberto de Aldeprando, rinunciando in via transattiva ad esercitare i propri diritti sul primo in cambio di dodici tarì amalfitani, ricevuti per mano del sacerdote e priore della chiesa di S. Maria della Grotta Giovanni Cannavine, e mantenendo per il secondo le precedenti condizioni di riscossione del terratico.

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Charter4
Date: 1201 ottobre
AbstractEssendo sorta una lite tra Filippo, figlio del fu Guglielmo di Eustasio, da una parte e il priore di S. Maria della Grotta dall’altra, riguardo al possesso della quarta parte di un castagneto, sito nel luogo detto Valle de Lama, che secondo Filippo sua nonna aveva ceduto alla chiesa senza il consenso del suo mundualdo, nonché riguardo ad una somma di denaro ammontante a quarantadue tarì che, sempre secondo Filippo, sua nonna aveva depositato presso la chiesa e dei quali solo dieci erano stati restituiti alla madre del detto Filippo nomine quartae; poiché il priore di S. Maria della Grotta dichiara di aver ricevuto la quarta parte con il consenso del mundualdo della nonna di Filippo e di aver ricevuto la somma di denaro in deposito dalla donna stessa ma sostiene di non aver restituito dieci tarì nomine quartae, avendo restituito invece interamente la somma alla madre del detto Filippo, Roberto giudice fa redigere uno scritto attestante la risoluzione della lite e stabilendo che il priore versi a Filippo dieci tarì e una cesta di castagen, e che quest’ultimo e sua madre rinuncino a ogni lite nei confronti della chiesa.

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Charter5
Date: 1201 ottobre
AbstractGuglielmo giudice fa redigere uno scritto attestante che Gerardo e sua moglie Troppendia, ricevendo in cambio un equinus pullenus, restituiscono nelle mani di Ugo, sacerdote e monaco della chiesa di S. Maria della Grotta, una corte donata a quest’ultima dai predecessori di Gerardo e da lui in seguito occupata abusivamente, sita nel casale di Vitulano; donano altresì nove alberi di olivo di loro proprietà, presenti nel fondo del presbitero Adelardo, ubicato nel suddetto casale, nei pressi della locale chiesa di S. Maria.

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Charter6
Date: 1202 maggio
AbstractRamfredo, vescovo di Montecorvino, concede alla chiesa di S. Maria della Grotta, in persona del suo priore Roberto, la chiesa di S. Paolo, con tutti i diritti e i redditi ad essa pertinenti; un terreno piantato a pere selvatiche da coltivare a turno, sito nei pressi della stessa chiesa per un annuo censo di due libbra d’incenso, da versare il giorno della festa di S. Maria del mese di settembre; e infine gli concede la facoltà di ordinare chierici, custodi, rettori fino ai gradi sacerdotali e di esibire l’olio sacro.

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Charter8
Date: 1202 ottobre
AbstractIl giudice Pietro fa redigere uno scritto attestante che, nell’ultimo quinquennio, Giovanni Giudice di Toccus, sua moglie Porfida e sua cognata Utolina, queste ultime con il consenso dello stesso Giovanni, loro mundoaldo, donarono per la salute dell’anima dei loro avi e per la remissione dei loro peccati, al sacerdote Ruggero de Leazaro, per parte del monastero di S. Maria della Grotta, una pezza di terra nelle pertinenze di Vitulano, in località Scaravaiolus.

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Charter7
Date: 1202 ottobre
AbstractIl magister Carlo si accorda con Girardo Burdone sull’usufrutto di un orticello, rinunciando ad ogni rivendicazione in cambio della metà di una terra, sita in località Gualdulus.

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Charter9
Date: 1203 aprile
AbstractGiovanni de Archeraymo, figlio del fu Giovanni Archeraymi, e la moglie Sichelgarda, col consenso dello stesso Giovanni, suo mundoaldo, vendono a Placido, monaco e decano della chiesa di S. Maria della Grotta, per conto della stessa chiesa, una pezza di terra sita sul monte Drogi, in località Avellanelle, per il prezzo di un’oncia d’oro.

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Charter10
Date: 1203 luglio
AbstractI fratelli Arpino, Elia diacono, Daganetto e Raone de Arpino rinunciano in favore di Ugo, sacerdote e monaco della chiesa di S. Maria della Grotta, per conto della stessa chiesa, ad ogni azione e rivendicazione sulle terre che possedevano sul monte Drogi, ricevendo in cambio un’oncia d’oro.

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Charter11
Date: 1203 agosto
AbstractI giudici Salomone e Palmerio di Morcone fanno redigere uno scriptum securitatis, nel quale si attesta che Pietro Munaldus, preposito e monaco del monastero di S. Maria della Grotta, e il presbitero e serviente Pietro, in loro presenza, avevano riconosciuto il patto sancito con il priore e con tutto il convento, che prevedeva la rinuncia da parte di Pietro ad ogni partecipazione agli affari del monastero, in cambio di tre once d’oro, due coscine di frumento e otto decine di lana.

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Charter12
Date: 1203 ottobre
AbstractGirardo de Gualterio e la moglie Sibilla, per la salvezza delle loro anime e la remissione dei loro peccati, concedono tutti i loro beni mobili e immobili, presenti e futuri alla chiesa di S. Maria della Grotta, in persona del priore Roberto, riservandosene l’usufrutto vita natural durante e impegnandosi a versare una libbra di cera il giorno della festa di S. Maria.

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Charter14
Date: 1204 maggio
AbstractBonusmirus, figlio del fu Biagio, e sua madre Maria, alla presenza del giudice Guglielmo, in cambio del pagamento di dodici tarì di Amalfi, rimettono nelle mani del sacerdote Guglielmo Taburno della chiesa di Santa Maria della Grotta, per conto della chiesa stessa, tutte le controversie avute a causa di terreni contesi nella zona del monte Drogi, impegnandosi anche per conto delle sorelle di Bonusmirus.

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Charter13
Date: 1204 maggio
AbstractPietro di Arpino, alla presenza del figlio e del giudice Guglielmo, in cambio di alcuni doni del valore di dodici tarì di Amalfi, rimette nelle mani del sacerdote Guglielmo Taburno, della chiesa di Santa Maria della Grotta, per conto della chiesa stessa, tutte le controversie avute contro la stessa circa il possesso di un tenimento nella zona del monte Drogi.

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Charter15
Date: 1205 aprile
AbstractIl sacerdote Guglielmo, figlio del fu Raone Taburni, alla presenza del giudice Guglielmo, di Riccardo, del notaio Ottaviano, del magister Simone e di numerosi altri testimoni, cede a Pietro, preposto della chiesa di Santa Maria della Grotta, per conto della chiesa stessa, una corte sita in Vitulano con tutte le sue pertinenze, riservandosene in vita l’usufrutto, per il censo annuo di quaranta tarì di Amalfi, da versare nel giorno della festività dell’Assunzione, e stabilisce di lasciare alla detta chiesa, dopo la morte, anche un terzo dei propri beni mobili.

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Charter16
Date: 1205 giugno
AbstractCanturberio di Città Nuova, giudice di Benevento, fa redigere uno scriptum memorie funzionale a produrre una copia di un documento vescovile portatogli da Roberto, abate del monastero di S. Maria della Grotta, per parte della chiesa di S. Nicola dei Greci, per evitarne una pericolosa spedizione e l’eventuale smarrimento; nel documento, rogato a Benenvento e datato al mese di marzo del 1004, Alfano, arcivescovo di Benevento e di Siponto, su sollecitazione di Leone, originario della Calabria e ora longobardo, figlio del fu Sisinini, che aveva intenzione di fondare a sue spese e nella sua casa, sita nella Città Nuova di Benevento, una chiesa intitolata a S. Nicola e a Gesù Cristo, dipendente dalla sede vescovile, e che aveva chiesto di poterne detenere il possesso e di potervi ordinare sacerdoti e custodi, impegna se stesso e i propri successori, in buona convenienza, sotto pena di duemila soldi costantinati, a riconoscerne la proprietà e a non contrastare in alcuno dei suoi diritti il detto Leone e i suoi eredi, concedendo inoltre ai futuri custodi e ai presbiteri il diritto di poter risiedere liberamente nella chiesa, di poter ricevere in elemosina cibo, oblazioni e lampade nonché di seppellire in essa i morti.

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Charter17
Date: 1205 dicembre
AbstractIl giudice Guglielmo, alla presenza del sacerdote Guglielmo Taburni e di Ruggiero del fu Unfrido, fa redigere uno scritto in memoria della rinuncia, effettuata da Giovanni di Acheraymo nelle mani di Pietro, preposto della chiesa di Santa Maria della Grotta, per conto della chiesa stessa, ad un terreno sito sul monte Drogi, nel luogo detto Playora, per il prezzo di nove tarì di Amalfi.

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Charter18
Date: 1206 febbraio
AbstractGiovanni, figlio del fu Roberto Taburni, e sua moglie Rengarda vendono alla chiesa di S. Maria della Grotta, nella persona del preposito Pietro de Bonaldo, un castagneto sito sul monte Drogi, in località Playora, posseduto per tre quarti da Giovanni e per il restante dalla consorte. Impegnandosi inoltre a rinunciare a ogni lite nei confronti della detta chiesa a causa di una starza sita sullo stesso monte, in località Avellanelle, di una vigna nonché di un giumento e di un pollo, ricevono in cambio tre once d’oro.

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Charter19
Date: 1206 febbraio
AbstractRaone del fu Filippo Manerii, che agisce anche per conto del fratello Filippo milite, alla presenza del magister Carlo, del giudice Guglielmo e del notaio Ottaviano, cede a Pietro di Bonaldo, preposto della chiesa di Santa Maria della Grotta, per conto della chiesa stessa, una pezza di terra sita nel territorio di Torrecuso, nel luogo detto Padula Cupa, un orto sito presso Foglianise e un orto sito in Vitulano, nel luogo detto Festula, e quattro piedi di olive siti nello stesso luogo, nel fondo che fu di Ugone e Ranulfo Pontensis, ricevendo in cambio un oliveto sito nel territorio di Foglianise, nei pressi della casa di Raone, cinque piedi di olive del fondo degli eredi di Giovanni Cavallerii e due piedi di olive nelle pertinenze di Matteo.

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Charter20
Date: 1206 marzo
AbstractIacobino e sua moglie Altruda, con il consenso di Roberto, conte di Caserta, donano un appezzamento di terra alla chiesa di S. Maria della Grotta, nella persona di Giovanni Cannavina, monaco di questa.

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Charter21
Date: 1206 marzo
AbstractMaria, figlia del fu Mariano, del casale di Vitulano, con il consenso del marito Giovanni Magistri, suo mundoaldo, rinuncia in favore della chiesa di S. Maria della Grotta, rappresentata dal sacerdote Guglielmo Taburni, a tutti i suoi diritti di successione paterna su una terra sita sul monte Drogi e tenuta dalla suddetta chiesa, ricevendo in cambio sei tarì amalfitani.

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Charter22
Date: 1206 aprile/maggio
AbstractDauferio e Guglielmo, quest’ultimo con sua moglie Maria della quale riveste funzione di mundoaldo, donano con riserva di usufrutto, per la remissione dei loro peccati, a Ruggiero sacerdote, per parte della chiesa di S. Maria della Grotta, tutti i loro beni mobili e immobili, presenti e futuri, siti nel territorio di Tocco, impegnandosi a versare annualmente alla chiesa una coppa di olio e ottenendo il diritto di sepoltura nella chiesa stessa.

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Charter23
Date: 1206 maggio
AbstractGirardo Burdone e Alberada sua moglie donano, con riserva di usufrutto, per la remissione dei loro peccati a Ruggiero sacerdote, per parte della chiesa di S. Maria della Grotta, tutti i loro beni mobili e immobili, presenti e futuri, eccetto una piccola vigna che possiedono nel luogo detto Gaydilli già donata da essi alla chiesa di S. Vincenzo, impegnandosi a versare annualmente alla chiesa di S. Maria della Grotta una libbra di cera e ottenendo il diritto di sepoltura nella chiesa stessa.

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Charter26
Date: 1206 luglio
AbstractGiovanni Zito, giudice di Limata, fa redigere uno scritto attestante che, essendo sorta una lite tra Roberto priore del monastero di S. Maria della Grotta da una parte e Nicola, figlio del fu Pietro Todini del castrum di Limata dall’altra parte, il priore restituisce la somma di otto once d’oro che aveva ricevuto in quanto procuratore del detto Nicola mentre quest’ultimo si trovava in minore età e Nicola rilascia la relativa quietanza.

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Charter25
Date: 1206 luglio
AbstractEssendo sorta una lite ed essendosi presentati davanti ai giudici da una parte Carlo, Roberto e Guglielmo, Giovanni sacerdote e Severino diacono, monaci della chiesa di S. Maria della Grotta, per la chiesa stessa e dall’altra parte Giovanni detto Franco d’Airola, quest’ultimo dichiara di aver depositato venti once d’oro presso Roberto, priore della chiesa, e di non averli avuti in restituzione, nonostante altre citazioni in giudizio, mentre i monaci dichiarano il contrario; i giudici dirimono la suddetta lite imponendo alla chiesa di versare per mano di Giovanni le 20 once d’oro al suddetto Giovanni Franco.

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Charter24
Date: 1206 luglio
AbstractPietro Tanci, figlio del fu Riccardo e Maria sua moglie donano, con riserva di usufrutto, per la remissione dei loro peccati a Ruggiero sacerdote, per parte della chiesa di S. Maria della Grotta, tutti i loro beni mobili e immobili, presenti e futuri, eccetto i beni che sono pervenuti alla detta Maria come eredità del fu Giovanni Laccardine suo primo marito, impegnandosi per se stessi e per i loro eredi a versare annualmente alla chiesa una coppa d’olio.

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Charter27
Date: 1206 agosto
AbstractGiovanni Zito, giudice di Limata, fa redigere uno scritto attestante che Raone Zito, figlio del fu Filippo Zito milite, e nipote di Goffredo Zito, giudice di Limata, aveva concesso a Severino frate, per parte del monastero di S. Maria della Grotta, quanto i suoi nominati predecessori avevano ad esso aggiudicato, cioè la metà di una starza sita nel luogo detto Cantari, che possedeva in comune con Matteo Zito suo zio, una pezza di terra detta Costantino che era stata di proprietà di Giovanni Amato, e una terza pezza di terra che era stata dello stesso Giovanni Amato, sita nel luogo detto a lu Campese, ricevendo in cambio un bue del valore di un’oncia e mezzo d’oro.

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Charter28
Date: 1206 ottobre
AbstractMalgerio Postella miles, figlio del fu Raniero Postelle, cede in pegno a Roberto, priore della chiesa di S. Maria della Grotta per parte della chiesa stessa, un fondo sito a Vitulano nel luogo detto Fabricine per aver ricevuto quattro once d’oro in prestito per il riscatto della sua persona, con la possibilità di riavere in possesso tale fondo non appena avesse versato al monastero frutti della terra in quantità pari al valore delle quattro once.

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Charter29
Date: 1207 aprile
AbstractAlessandro de Calvellis riceve da Roberto, priore dell’abbazia di S. Maria della Grotta, tre once d’oro, cedendo in pegno un fondo denominato Masculonum, sito oltre il fiume, che era stato del fu Ladoisio, con la possibilità per il monastero di percepirne annualmente il terratico fino ad estinguimento del debito e per il detto Alessio di rientrarne in possesso subito dopo l’estinguimento.

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Charter30
Date: 1207 giugno
AbstractRoberto giudice fa redigere uno scritto attestante che Roberto, priore della chiesa di S. Maria della Grotta, concede a Giovanni Rocca del casale di Vitulano un tenimento, che era già stato di suo padre Giovanni Bos, dietro versamento di un censo annuo di dieci tarì.

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