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Collection: edizione digitale dei documenti dell'abbazia di S. Maria della Grotta di Vitulano (BN). 1200-1250
Charter90
Date: 1225 febbraio
AbstractPietro di Alferio giudice fa redigere su richiesta di Placido, priore del monastero di S. Maria della Grotta, una copia autentica di uno scriptum memoriae del 7 gennaio 1220, nel quale si attesta che, essendo sorta una lite tra Orso, vescovo di Montecorvino, da una parte, e i frati della domus Leprosorum di Troia dall’altra, riguardo al mancato pagamento del censo annuo dovuto da questi ultimi al vescovo per la chiesa diroccata di S. Marco, Pietro, priore di S. Maria del Gualdo, e Ruggiero, decano di S. Matteo di Sculgola, in qualità di delegati pontifici, fanno redigere uno scritto, nel quale innanzitutto si riporta il mandato, datato 28 marzo 1218, con il quale il papa Onorio III delega il priore in carica di S. Giovanni in Gualdo (sic) e il decano in carica di Sculgola, di istruire la causa in seguito ad una petizione del vescovo di Montecorvino, e dipoi si decreta la cessazione della lite a favore del vescovo, concedendo a quest’ultimo in perpetuo il possesso della predetta chiesa, dopo il relativo processo, essendo scaduto il termine di un anno durante il quale i suddetti frati si erano resi contumaci.

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Charter91
Date: 1225 marzo
AbstractRoberto giudice vende a Giovanni, abate e figlio del fu notaio Adenolfo, una terra sita nel luogo detto Prata, per sei soldi di denari.

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Charter92
Date: [
AbstractGiovanni, figlio del fu notaio Giona, vende a Giovanni, abate e figlio del fu notaio Adenolfo, una cesina sita nel luogo detto Prata, con il diritto di ridurla a campo secondo l’uso e le consuetudini di Tocco, per tre soldi di denari, ad eccezione del terratico che spetta alla chiesa di S. Maria.

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Charter93
Date: 1227 marzo
AbstractGuglielmo giudice fa redigere uno scriptum attestante che Arnaldo, figlio del fu Giovanni di Pietro, aveva riconosciuto la donazione di un oliveto sito nel luogo detto Crapile, fatta dal padre per la remissione dei suoi peccati alla chiesa di S. Maria della Grotta, donazione confermata dallo stesso Arnaldo tempo prima per lo stesso motivo e riconfermata nel momento in cui egli aveva donato il proprio intero patrimonio ai parenti; specifica che l’oliveto era giunto nel possesso del padre a seguito di un contratto di pastinato con l’erede del notaio Giona.

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Charter94
Date: 1228 ottobre
AbstractGiacomo, preposto della chiesa di S. Maria della Grotta, e Matteo monaco, per parte della stessa chiesa, giungono a un accordo con Riccardo Rocca, figlio del fu Giovanni Rocca, secondo il quale da una parte Riccardo, per particolare riconoscenza verso il monastero dal quale era stato nutrito quando era fanciullo e aveva ottenuto la concessione di un tenimento sito nel casale S. Stefano, si impegna a prestare il servizio feudale per un possedimento, detto de li Aldeprandi, metà per la chiesa, qualora fosse richiesto e a spese della chiesa stessa, e metà per lo zio, possedimento che era stato venduto alla chiesa da suo padre Giovanni, ma sul quale il diritto di caccia continuava a spettare alla Regia Curia; Giacomo e Matteo, dall’altra parte e per parte della chiesa stessa, si obbligano ad adempiere al mandato imperiale e a recuperare tutte le parti alienate del possedimento; si precisa che il feudo in questione è considerato tutt’uno con quello dello zio paterno di Giovanni.

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Charter95
Date: 1231 maggio 1
AbstractEssendo sorta una lite tra Bartolomeo, priore di S. Maria della Grotta, insieme a Giovanni di Botticella monaco dello stesso monastero, da una parte, e Guglielmo di Pardo, abate e canonico della Chiesa Maggiore beneventana, dall’altra, riguardo alla quarta sui legati fatti dagli uomini del castrum Tocci e del suo territorio al monastero, la quale quarta era pretesa da Guglielmo in quanto ius episcopale concessogli in beneficio insieme alla chiesa S. Maria di Vitulano da parte della chiesa maggiore beneventana, Canturberio di Città Nuova giudice beneventano fa redigere uno scritto attestante che i due contendenti si sono obbligati a sottomettersi alla decisione di due giudici, Gugliemo Vaccaro e abate Pietro di Mellerio, canonici beneventani, a pena di tre once d’oro.

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Charter100
Date: 1232 settembre
AbstractFilippo giudice ordina, in conformità con le Costituzioni di Melfi e su richiesta di Bartolomeo, priore di S. Maria della Grotta, per parte del detto monastero, il rinnovo con la rimozione del nome di Ottone IV, di un scritto di gennaio 1214, fatto redigere da Giovanni giudice, attestante che Oddone, figlio del fu Roberto di Oddone dona, per la remissione dei peccati di sua moglie moribonda Sicelgarda e per la sepoltura nella cripta della chiesa, a Giovanni di Grimaldo, monaco, per parte della chiesa S. Maria della Grotta, il terratico su quattro terre site sul monte Vitolani.

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Charter101
Date: 1232 settembre
AbstractFilippo giudice ordina, in conformità con le Costituzioni di Melfi e su richiesta di Bartolomeo, priore di S. Maria della Grotta, per parte del detto monastero, il rinnovo con la rimozione del nome di Ottone IV, di un documento di dicembre 1213 con il quale Benedetto, figlio del fu Lorenzo, e sua moglie Vegorita, con il consenso del marito e mundoaldo, il medesimo Benedetto, vendono a Giovanni de Grimaldo, monaco, per parte della chiesa S. Maria della Grotta, la metà di un giardino a Vitulano, sito nel luogo detto Campus de Aspro, salvo due ulivi della chiesa di S. Pietro e un piede di ulivi di Giovanni di Roberto, per trentadue tarì d’Amalfi.

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Charter98
Date: 1232 settembre
AbstractFilippo giudice ordina, in conformità con le Costituzioni di Melfi e su richiesta di Bartolomeo, priore di S. Maria della Grotta, per parte del detto monastero, il rinnovo con la rimozione del nome di Guglielmo III, di un documento di aprile 1194 con il quale Giovanni e Pietro fratelli, figli del fu Martino Todoris, vendono a Federico, figlio di Giovanni Bos, tutti i diritti che, secondo la consuetudine di Tocco relativa ai boschi cedui, possiedono su una terra sita ai piedi del monte Drogi, nel luogo detto Cetrunnus, per settanta tarì di Amalfi.

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Charter97
Date: 1232 settembre
AbstractFilippo giudice ordina, in conformità con le Costituzioni di Melfi e su richiesta di Bartolomeo, priore di S. Maria della Grotta, per parte del detto monastero, il rinnovo con la rimozione del nome di Ottone IV, di un documento di luglio 1213 con il quale i giudici incaricati dal conte, Roberto, Guglielmo e Giovanni, dopo una ispezione sul luogo a favore del monastero dirimono, in presenza di Oddone di Taddeo, milite e castellano del castrum Tocci nonché procuratore del conte, una lite intercorsa tra Oddone, figlio del fu Roberto di Oddone, procuratore del priore per la chiesa di S. Maria della Grotta, e Spenendeo, per il possesso di una terra sita nel luogo detto Silva, che il secondo sosteneva di avere ricevuta dal conte, in quanto Attanasio suo suocero l’aveva ricevuta da Berardo, giudice e già castellano del castrum.

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Charter96
Date: 1232 settembre
AbstractIl giudice Filippo ordina, in conformità con le Costituzioni di Melfi e su richiesta di Bartolomeo priore del monastero di S. Maria della Grotta, di rinnovare e rimuovere il nome dell’imperatore Ottone da un documento del maggio 1213 con il quale Pietro del fu Lorenzo del casale di Vitulano, alla presenza del fratello Benedetto, offriva se stesso a Dio e alla chiesa di S. Maria della Grotta e rimetteva nelle mani del priore tutti i suoi beni, sia in iure sia in rebus.

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Charter99
Date: 1232 settembre
AbstractFilippo giudice ordina, in conformità con le Costituzioni di Melfi e su richiesta di Bartolomeo, priore di S. Maria della Grotta, per parte del detto monastero, il rinnovo con la rimozione del nome di Ottone IV, di un documento di dicembre 1212 con il quale Gemma, figlia del fu Pietro di Umfrido e moglie di Benedetto, suo mundoaldo, con il consenso di quest’ultimo, e Pietro, figlio di entrambi, insieme a Finicia, moglie di Pietro, suo mundoaldo, con il consenso di quest’ultimo, vendono a Ottaviano notaio, per parte della chiesa S. Maria della Grotta, la sesta parte di un oliveto, per una oncia d’oro ricevuta dal priore della chiesa.

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Charter102
Date: 1232 novembre [5-30]
AbstractGiovanni di Botticella, monaco e procuratore del monastero di S. Maria della Grotta, la cui lettera di incarico da parte del priore è inserita, loca in buona convenienza a Guglielmo, figlio di Pietro della Rocca, una casa che era dell’oblato Laudoysius sita nella città di Benevento, presso la porta Yscardi e non lontana dalla chiesa di S. Secondino, a vita natural durante dello stesso Guglielmo, della moglie Beatrice e dei loro figli maschi, con l’obbligo di versare un censo annuo di due tarì di Amalfi nel giorno della Assunzione di Maria Vergine, il 15 agosto, ricevendo da Guglielmo una oncia e mezza d’oro, di cui una oncia è destinata al saldo di un debito del monastero contratto con Malgerio abate.

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Charter103
Date: 1234 gennaio
AbstractGiovanni, monaco del monastero di S. Maria della Grotta e procuratore per il monastero per le case possedute nella città di Capua, dopo aver dichiarato di aver ricevuto, per parte del monastero, da Guglielmo e Nicola del fu Mario de Maurena, fratelli, un quarto d’oncia d’oro, concede loro a livello, con il consenso di Guglielmo, priore, per ventinove anni una terra et presa et casa sita nella città di Capua nella parrocchia di S. Nazario, per un censo annuo di tre tarì d’Amalfi da versare nel giorno della festa della Purificazione di Maria Vergine, il 2 febbraio.

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Charter104
Date: 1234 agosto
AbstractEssendo sorta una lite tra Roberto giudice, figlio di Giovanni di Roberto e suo procuratore, da una parte, e Giovanni e Matteo, procuratori ed economi del monastero di S. Maria della Grotta, dall’altra parte, riguardo alla scomparsa di alcune giumente, affidate secondo la consuetudine per i contratti di società al monastero, e dei puledri nati dall’inizio del contratto, spettanti per metà a ciascuno dei contraenti, nonché di due castagneti, siti rispettivamente sul monte Drogi e nel luogo detto Arcuaro, Guglielmo Fuscetta giudice fa redigere uno scritto per dirimere la lite stabilendo che Roberto e Giovanni rinuncino ad ogni contenzioso nei confronti del monastero e che gli economi del monastero concedano loro quattro vacche, due delle quali con un vitello, e un giovenco.

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Charter105
Date: 1236 agosto 31
AbstractSimone di Tocco, giudice della curia imperiale e magister iudex a Capua, fa redigere uno scritto attestante che Roberto di Umfrido ha nominato sua erede la nipote Grusa, figlia del fu Umfrido giudice, per la metà dei suoi beni stabili siti nel castrum Tocci e a Montesarchio, metà che aveva già dato a Guglielmo suo figlio in occasione delle sue nozze con Laida, figlia del fu Giovanni Zito, giudice, e poi alla stessa Grusa in dote in occasione del suo matrimonio con Valeriano, figlio del fu Carlo; ha inoltre donato l’altra metà dei beni ubicati nel castrum Tocci a Guglielmo de Supino, priore di S. Maria della Grotta, per parte del monastero, con divieto di alienazione e con versamento di un censo annuo di sei libbre di cera a Roberto, chierico e figlio naturale del predetto Umfrido vita natural durante, ad eccezione dei seguenti possedimenti: uno sito nel castagneto Plani con una chiesa da erigere per i frati minori; una casa e alcuni casalini siti nel castrum Tocci, l’usufrutto dei quali a vita natural durante rimaneva a Laida, e dopo la sua morte ai nipoti nominati sotto; una parte di un tenimento pervenutogli dalla fu Perna e data a Oddone, chierico e suo nipote, per parte sua e per parte dei suoi fratelli, Filippo, giudice, e Enrico, i figli del fu Ruggero di Unfrido; l’altra meta del tenimento, nelle pertinenze di Montesarchio, lasciata al già nominato Roberto, salvo gli acquisti fatti da Unfrido, giudice; la terra di Rotundula già concessa alla stessa Grusa.

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Charter106
Date: 1237 agosto
AbstractIl milite Carletto del fu milite Carlo, per la remissione dei peccati del padre, dei suoi predecessori e di altri parenti sepolti nel monastero di S. Maria della Grotta, rinuncia in favore dello stesso, in persona del monaco Giacomo, ad ogni lite, rivendicazione e controversia su case site a [Capua], lasciate dal padre al suddetto monastero.

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Charter107
Date: 1238 giugno 26
AbstractApolito, habitator Torre, vende a Tommaso, preposto di S. Paolo di Montecorvino e preposto e monaco del monastero di S. Maria della Grotta, per parte del monastero, tutte le sue possessioni, in particolare tredici terre, due giardini, sette o più vigneti e un terreno dissodato, nella città di Montecorvino, che gli spettavano da parte di Apollonio, abitante di Montecorvino, per due once e mezza d’oro, prezzo minore di quello dovuto, per la remissione dei suoi peccati e di quelli dei suoi parenti.

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Charter108
Date: 1245 dicembre
AbstractSu richiesta di Tommaso, priore del monastero di S. Maria della Grotta, i giudici Malgerio e Carletto, ottemperano al mandato dell’imperatore Federico II, dato a Foggia l’8 febbraio [1245], con cui si ordina loro di ascoltare i testimoni presenti alla conclusione di un contratto stipulato tra l’allora priore del monastero e Daganetto di Vitulano per poi redigere una pubblica scrittura; i giudici, sentiti i testimoni, fanno stendere uno scritto attestante che Daganetto di Vitulano, colpito da grave infermità, prima di prendere l’abito monacale, con il consenso della moglie Pellegrina e del figlio Enrico, aveva offerto per la remissione dei suoi peccati al monastero di S. Maria della Grotta, in persona del priore Guglielmo de Supino, un oliveto, sito a Vitulano, nel luogo detto a li Fusci.

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Charter109
Date: 1249 agosto
AbstractGiovanni di Botticella, priore del monastero di S. Maria della Grotta, loca vita natural durante a Tommaso una casa con solaio bisognosa di riparazioni, di pertinenza dello stesso monastero, sita a Benevento nei pressi della porta Rufina e della chiesa di S. Benedetto, con l’impegno di ripararla entro tre anni e di corrispondere un censo annuo pari alla metà della quarta parte di un’oncia d’oro.

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