Le Pergamene de Gemmis, vendute all’Archivio di Stato di Bari da Gennaro de Gemmis nel novembre 1942, risultavano inizialmente (1980) inserite in un presunto “archivio familiare” erroneamente denominato “Lupis di Bitonto” e comprendente 156 pergamene le quali, a seguito di indagini archivistiche e storiche condotte nell’archivio storico dell’Istituto barese (1992), si sono rivelate invece appartenenti a tre fondi membranacei distinti: Pergamene de Gemmis, Pergamene Lupis e Pergamene Giuliani.
Le Pergamene de Gemmis (parte di un archivio familiare mutilo, perché privo di tutta la parte cartacea, e smembrato in fondi conservati in altri Istituti culturali presenti sul territorio), riguardano le famiglie nobili bitontine Verità, Planelli e Gentile e, fatta eccezione per alcune bolle pontificie e vescovili e qualche privilegio di dottorato, comprendono prevalentemente documenti notarili (mutui e obbligazioni, contratti di matrimonio e assegnazioni di dote, donazioni e testamenti) che documentano i rapporti di natura economica, sociale, politica, urbanistica e culturale delle famiglie bitontine con personaggi, istituzioni, gruppi di potere della ricca cittadina della Terra di Bari, particolarmente attiva e florida in età moderna.