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La raccolta Nitti comprende documentazione membranacea e cartacea relativa ad un periodo compreso tra il 1550 e il 1834, riguardante in massima parte il monastero benedettino olivetano di S. Giacomo di Bari, detto “delle Bianche” a motivo del colore dell’abito delle monache, distinto da quello delle benedettine “Negre” di S. Scolastica. Questo materiale, parte di un gruppo assai più consistente e cospicuo - comprendente centoquarantanove pergamene (1385-1434) e un volume di documenti trascritti dagli originali nel periodo 1580-1622, riguardanti la Basilica di S. Nicola, poi restituiti alla loro sede naturale - era pervenuto in Archivio di Stato nel 1944, all’indomani della morte, avvenuta l’11 maggio dello stesso anno, di Francesco Saverio Nitti, archivista della Basilica di S. Nicola, nonché paleografo e autore di alcuni volumi del Codice Diplomatico Barese, il quale probabilmente ne stava facendo oggetto di studio e di ricerca. Identificate come “Pergamene Nitti” (1980), grazie alla stampigliatura presente sul verso di ciascun pezzo, unitamente al timbro rotondo “Archivio di Stato di Bari”, le pergamene, dopo un attento esame diplomatistico e paleografico (1992), sono state distinte in due diverse serie: Strumenti notarili e Diplomi di professione di voti.
La serie Strumenti notarili (1550-1680) comprende documenti privati (atti di imposizione di censo, compravendite di annue entrate e di beni immobili, obbligazioni e quietanze relative alla gestione delle proprietà del monastero o alla costituzione delle doti per le monache), nei quali ricorrono nomi di famiglie che svolsero un ruolo di spicco nella città di Bari tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo: Massilla, Maraveglia, Massimo, Arcamone, de Rossi, Carrettone, Tresca, Del Core e in cui frequentemente intervengono, in qualità di redattori del testo o di autori di atti transuntati, notai non altrimenti attestati fra le schede notarili conservate presso l’Archivio di Stato di Bari.
La serie Diplomi di professione di voti (1688-1834) comprende diplomi contenenti i voti solenni di stabilitas, conversio morum, oboedientia, castitas, paupertas et clausura perpetua, che le suore professavano alla presenza del vicario dell’arcivescovo e nelle mani della badessa, di fronte a tutta la comunità monastica, quando aderivano definitivamente alla regola benedettina. I testi, pur nella loro ripetitività, documentano la presenza nella comunità benedettina di fanciulle appartenenti a famiglie dell’antica nobiltà e della ricca borghesia barese: Effrem, Dottula, De Angelis, Tanzi, Boccapianola, Bianchi, spesso presenti contemporaneamente con più esponenti nella comunità religiosa.