Fond: 21 - Chiese diverse (10 AA I)
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Charter: 10 AA I 3
Date: 1102 giugno
Abstract: Roberto conte di Caiazzo e di altri luoghi, figlio di Rainolfo conte “bone memorie”, per intervento di don Malgerino chierico e barone, dona al sacerdote don Giovanni custode della chiesa di Sant'Angelo, costruita nel castello di Limata ed Acquaviva, posto nei confini di Tocco e Telese, un pezzo di vigna ed oliveto.
Charter: 10 AA I 4
Date: 1107 luglio 1
Abstract: Palumbo prete, figlio di don Giovanni prete da Paterno picculo, promette a donna Adelaita vedova di don Gregorio, per la metà dei dritti che essa Adelaita aveva nella chiesa di Sant'Erasmo da pecara, concedutigli a vita con le sue pertinenze, di officiare essa chiesa e dare ogni anno talune prestazioni.
Charter: 10 AA I 5
Date: 1109 maggio
Abstract: Il conte Roberto, figlio di Rainulfo conte “piae memoriae”, concede alla chiesa di San Pietro apostolo e a don Urso abate della medesima, posta “infra munitionem” del suo castello, nella città di Sant'Agata, “unam piscariam” chiamata Turfa nei confini di Telese, al luogo detto “Ad vadum carrarium”.
Charter: 10 AA I 7 bis
Date: 1110 gennaio 18
Abstract: Rugiero figlio di don Bono bona memoria gran giustiziere di tutta la Calabria e della Magna curia dona a Santa Maria e Santo Stefano del Bosco e agli oratori, che sono ivi maestro Andrea e Giovanni Tarrario, e a tutti gli abati e fratelli loro successori le terre che possiede nel tenimento di Mileto sul casale Mutari e la vigna detta “Calocasas”, più la terra detta di Teofilo, ricevendo per antitodem 300 tarì e due muli somari.
Charter: 10 AA I 7
Date: 1110 gennaio 18
Abstract: Rugiero figlio di don Bono bona memoria gran giustiziere di tutta la Calabria e della Magna curia dona a Santa Maria e Santo Stefano del Bosco e agli oratori, che sono ivi maestro Andrea e Giovanni Tarrario, e a tutti gli abati e fratelli loro successori le terre che possiede nel tenimento di Mileto sul casale Mutari e la vigna detta “Calocasas”, più la terra detta di Teofilo, ricevendo per antitodem 300 tarì e due muli somari.
Charter: 10 AA I 2
Date: 1111 giugno
Abstract: Roberto conte di Caiazzo, figlio del fu Rainulfo conte, per intervento di Giovanni sacerdote della chiesa di S. Angelo de Aquaviva, concede in perpetuo alla detta chiesa il presbitero Giovanni, abitante del luogo detto Follari, Caro suo figlio e i loro eredi, rinunciando ai suoi diritti su tutti i loro beni presenti e futuri, oltre alle imposte e ad angaria da essi dovute; potranno tuttavia fare legna, tagliare erba e attingere acqua dalle terre del conte così come fanno gli altri suoi uomini. (Maria Vittoria Longo/ Valentina Giacobbe - corso di archivistica - archeologia e storia delle arti 2015/2016)
Charter: 10 AA I 8
Date: 1125 settembre 2
Abstract: Panntaleone, figlio di don Pietro giudice, figlio di don Leone de Petro de Leone aurifice e Stefania sua moglie, figlia di don Sergio figlio di don Mauro de Sergio de Mauro de Sergio de don Lupo de Sergio comite, offrono nel monastero di San Giuliano nel monte Cerbillano e a don Giovanni prete ed eremita rettore del detto monastero tutto ciò che posseggono libero o “incartato” nel territorio Stabiano.
Charter: 10 AA I 9
Date: 1139 ottobre
Abstract: Petracco Milite figlio [...] della città di Gravina vende a don Marco prete figlio di Alajso rettore della chiesa di Sant'Andrea apostolo una sua vigna nella terra che dicesi Botus Magna, appartenente al detto suo genitore pel prezzo di 13 miliaresi.
Charter: 10 AA I 10
Date: 1155 novembre
Abstract: Bernardo arciprete, custode e rettore dei beni di S.Maria del castrum di Tocco, concede in beneficio a Rifigio, figlio di Giovanni di Torrecuso, una terra, sita nel luogo detto Cesine, senza dover versare alcun censo durante i primi dodici anni e, trascorsi questi ultimi, con l'obbligo di versare un denaro di incenso [all'anno], ricevendo in cambio dieci tari da utilizzare e la costruzione della chiesa di S.Maria. (Mariarosaria Cozzolino. Corso di Archivistica 2015/2016 - corso di laurea in Scienza Storiche)
Charter: 10 AA I 13
Date: 1196 ottobre 23
Abstract: L'imperatore Enrico VI prende [l'arciprete] Pietro e la chiesa di San Sisto [a Viterbo] sotto la sua protezione.
Charter: 10 AA I 15
Date: 1209 giugno
Abstract: This charter has been published in the collection Octavianus notarius: https://www.monasterium.net/mom/ae17feaa-aa99-4264-a688-f0f07a77853a/collection
Charter: 10 AA I 16
Date: 1209 giugno
Abstract: Giovanni de Vitale per la quarta parte, e Gugliemo de Vitale per la metà delle altre quattro quinte parti, e Giovanni e Roberto de Vitale per l'altra metà delle stesse quattro quinte parti, permutano con Roberto rettore della chiesa di Sant'Angelo d'Acquavivula la metà d'un fondo posto nel territorio di Vitolano nel luogo detto Capo de Aspro, del quale fondo si designano i confini: riserbando tuttavia a favore di Giovanni Taburno il dritto di entrare nel fondo per raccogliervi le castagne cadutevi dagli alberi esistenti nel suo fondo limitrofo. Giovanni de Vitale riceve in contraccambio una piccola terra nel luogo detto Verzaro. Guglielmo de Vitale riceve in cambio della sua parte un'altra terricciuola con alcuni alberi ivi esistenti, due ciliegi posti nel suo fondo, un piede di ulivo e la quarta parte d'un ciliegio, esistenti nel fondo di Sadoria, non che un piede di olive ed una quercia con vite esistenti nel suo fondo. Giovanni e Roberto ricevono un pezzo di terra nel luogo detto Sorbo, la terza parte d'una terricciuola detta Vallecella, e la quarta parte di undici piedi di castagne esistenti nel loro fondo. Le quali terre furono prelevate dal tenimento di Domenico de Vitale, uomo della detta chiesa di Sant'Angelo. A vantaggio della chiesa si stipula da' permutanti De Vitale, in caso d'inadempimento, la penale di sei reali di oro.(This charter is being printed, edited by the Research group of the University of Naples Federico II)
Charter: 10 AA I 14 AB
Date: (AB) 1209 giugno
Abstract: (A)Sono due contrattazioni sotto la stessa data e nella stessa pergamena. Nella prima, il sacerdote Guglielmo Taburno vende a Giovanni de Vitale per una quarta parte d'un oncia d'oro la quinta parte di un territorio posto in quel di Vitolano nel luogo denominato Capo de aspro. Delle altre quattro parti dello stesso territorio vende la metà a Guglielmo de Vitale per lo prezzo di mezza oncia d'oro, e l'altra metà a Giovanni e Roberto figli di Pietro de Vitale per un'altra mezza oncia d'oro. (B) Nella seconda contrattazione, Roberto monaco e rettore della chiesa di Sant'Angelo de Acquavivola, in presenza di Pietro priore e signore della chiesa canonica di Sant'Agata (che si trascrive), fà una permuta con Giovanni e Roberto figliuoli del fu Pietro de Vitale. Dà loro un moggio di terra nel luogo detto Vallecella, un altro moggio nel luogo detto a lu corbu, un piede di ulivo nel fondo di Guglielmo [...] undici piedi di castagni ed un piede di ulivo in un loro fondo, che già appartenne alla chiesa di Sant'Angelo; e da parte dei medesimi de Vitale riceve, sempre in nome della chiesa di Sant'Angelo, tutto ciò che eglino avevano comprato da Guglielmo Taburno nel luogo denominato Capo de Aspro.( This charter is being printed, edited by the Research group of the University of Naples Federico II)Giovanni de Vitale per un'altra mezza oncia d'oro. (B) ( This charter is being printed, edited by the Research group of the University of Naples Federico II)Gugliemo de Vitale per la metà delle altre quattro quinte parti, e Giovanni e Roberto de Vitale per l'altra metà delle stesse quattro quinte parti, permutano con Roberto rettore della chiesa di Sant'Angelo d'Acquavivula la metà d'un fondo posto nel territorio di Vitolano nel luogo detto Capo de Aspro, del quale fondo si designano i confini: riserbando tuttavia a favore di Giovanni Taburno il dritto di entrare nel fondo per raccogliervi le castagne cadutevi dagli alberi esistenti nel suo fondo limitrofo. Giovanni de Vitale riceve in contraccambio una piccola terra nel luogo detto Verzaro. Guglielmo de Vitale riceve in cambio della sua parte un'altra terricciuola con alcuni alberi ivi esistenti, due ciliegi posti nel suo fondo, un piede di ulivo e la quarta parte d'un ciliegio, esistenti nel fondo di Sadoria, non che un piede di olive ed una quercia con vite esistenti nel suo fondo. Giovanni e Roberto ricevono un pezzo di terra nel luogo detto Sorbo, la terza parte d'una terricciuola detta Vallecella, e la quarta parte di undici piedi di castagne esistenti nel loro fondo. Le quali terre furono prelevate dal tenimento di Domenico de Vitale(A) (B) Sono due contrattazioni sotto la stessa data e nella stessa pergamena. Nella prima, il sacerdote Guglielmo Taburno vende a Giovanni de Vitale per una quarta parte d'un oncia d'oro la quinta parte di un territorio posto in quel di Vitolano nel luogo denominato Capo de aspro. Delle altre quattro parti dello stesso territorio vende la metà a Guglielmo de Vitale per lo prezzo di mezza oncia d'oro, e l'altra metà a Giovanni e Roberto figli di Pietro de Vitale per un'altra mezza oncia d'oro.( This charter is being printed, edited by the Research group of the University of Naples Federico II)
Charter: 10 AA I 17
Date: 1213 giugno 15
Abstract: Marone figlio di Landolfo, figlio di Marone, figlio di Giovanni Capuano, figlio di Landone conte di Prata, e Giovanni suo figlio, in considerazione delle spese fatte dal Cardinale di San Marcello, loro fratello e zio rispettivo, nella chiesa di San Pietro apostolo di Tozzolo nel tenimento di Amalfi, da lui ordinata a canonica regolare, le fanno oblazione del bagno diruto detto Donnico posto nella città di Amalfi e della terra annessa che si estende fino al muro della Curia Amalfitana e fino alla cappella regia. I quali bagno e territorio erano stati donati agli offerenti da Federico re di Sicilia in piena proprietà.
Charter: 10 AA I 18
Date: 1220 gennaio 7
Abstract: This charter has been edited by the Research group of the University of Naples Federico II in the Edizione digitale dei documenti dell'abbazia di S. Maria della Grotta di Vitulano (BN). 1200-1250: http://monasterium.net/mom/SMG1200-1250/72/charter
Charter: 10 AA I 20
Date: 1220 settembre
Abstract: Testimonanzia di Gianni Lupo a favore della chiesa di Sant'Angelo di Acqua Vivola contro Bosso del casale di Vitolano. Il rettore di quella chiesa aveva convenuto innanzi al giudice il detto Bosso per rivendicare alla chiesa medesima un pezzo di terra posto nel campo di essa, che Bosso pretendeva aver ricevuto dalla moglie. Il giudice raccoglie la testimonianza di Giovanni Lupo, il quale giura che la terra controversa era della chiesa di Sant'Angelo, e che da quella suo padre l'aveva tenuta in fitto, e poi anch'egli l'aveva così tenuta per lavorarla dal rettore del suo tempo.(This charter is being printed, edited by the Research group of the University of Naples Federico II)
Charter: 10 AA I 21
Date: 122[7-28 …]
Abstract: Pelosana, vedova di Riccardo de Angelona, in presenza di alcuni ufficiali della baronia di Fenuculo, conviene con Guiboldo, procuratore della chiesa di San Martino, per parte di Giovanni Clerico suo figliuolo, che gli uomini della detta Baronia, i quali si recassero ad abitare nelle appartenenze di quella chiesa, restino esenti da ogni dovere verso la Baronia, tranne due opere annuali, vale a dire quelle di mietere e di fare fossati; per le quali due opere Pelosana si obbliga di pagare loro due tarì annui, cioè l'uno a Natale, l'altro a Pasqua. Per l'adempimento degli obblighi suddetti quegli uomini rimarrebbero soggetti a' giudici della Baronia, e le multe analoghe sarebbero per metà andate a benefizio della chiesa, per metà a pro della Baronia. (This charter is being printed, edited by the Research group of the University of Naples Federico II)
Charter: 10 AA I 22
Date: 1233 aprile
Abstract: Innanzi a donno Roberto Fussetta Arciprete ed altre persone ecclesiastiche e secolari congregate nella chiesa di San Pietro, si presentano da una parte il giudice Roberto di Bitorano, Gregorio per sé e per suo figlio Pietro, Virgilio, Prudenzio, l'abbate Roberto, Valeriano; e dall'altra parte il giudice Filippo, il giudice Guglielmo del giudice Roberto, l'abate Ottone e varii altri. Costoro si obbligano di rinunziare scambievolmente alle loro risse e quistioni d'ogni maniera sotto la pena di cinquanta once d'oro a' trasgressori.(This charter is being printed, edited by the Research group of the University of Naples Federico II)
Charter: 10 AA I 23
Date: 1235 […]
Abstract: Bernardo de Solenitenza figlio del fu Massimo, zio e mundualdo di Ducia, volendo maritare questa sua nipote, richiama l'osservanza d'una disposizione del fu maestro Pietro de Solenitenza in favore della medesima, designatamente per quanto riguardava una casa posta a porta Rufina presso la chiesa di Sant'Archellao. E per tale effetto accomuna col donante erede del detto Pietro il mundio e la successione per la terza parte.
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