1433 marzo 22, Teggiano
Ruggero del
"magister" Matteo, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, istituendo sua erede la nipote
Novella in
15 tarì, in modo che non possa pretendere altro sopra i suoi beni; elegge come luogo di sepoltura la
chiesa di S. Angelo ("in pede scalarum campanilis prope cancellam"), alla quale lega "pro fratancia"
8 tarì; in caso che i preti di questa chiesa non autorizzino tale sepoltura, elegge la
chiesa di S. Maria Annunziata (in cui è sepolto il genitore), alla quale lega la stessa somma; lega
2 grani a ciascun presbitero o frate intervenuto alle sue esequie e quanto occorre per la cera del rito funebre; lega poi una fiaccola del prezzo di
1 tarì a ciascuna chiesa parrocchiale della terra di
Diano nonché una fiaccola simile a ciascuna delle seguenti chiese:
S. Francesco,
S. Maria Annunziata,
S. Agostino e
S. Benedetto; un’altra fiaccola, e sempre dello valore, lega rispettivamente ai confrati dell’Annunziata e a quelli di
S. Maria Maggiore;
15 grani per cinque messe nel giorno della sua morte,
1 tarì e mezzo a sei preti per la vigilia, quanto basta per le messe di
S. Gregorio, dell’
Avvento e di
S. Caterina,
15 tarì in beneficio dell’
Ospedale dell’Annunziata,
1 oncia in beneficio della
chiesa di S. Giacomo, che vuole completata a sue spese, per mani dei distributori del testamento; un vitellino di latte a
Tommaso di Rofrano, per i suoi buoni servizi; ammette di aver ricevuto da
Ritella sua moglie beni stabili stimati per il valore di
2 once e la somma di
20 once in contanti, con la quale costituì una rendita di
7 once da usufruire dopo la sua morte dalla stessa
Ritella, con il patto che, dopo la morte della donna, detta somma venga data in beneficio dei ponti e delle vie di
Diano; ordina di restituire alla moglie le robe dotali del valore di
2 once; alla stessa lega
2 tarì per il suo buon carattere e vuole che abiti nelle sue case vita natural durante, e che abbia gli alimenti e tutto ciò che è necessario per vivere, beninteso fino a che si manterrà casta; a
Ritella lega anche il vino che egli possiede in terra
"Casellarum"; vuole che la stessa sia usufruttuaria di una vigna a
Vallecupa e di un castagneto tenuto in buone condizioni; comanda che nel giorno della sua morte siano distribuiti ai poveri 4 tomoli di pane e 2 tomoli di vino; lega alla
chiesa di S. Agostino una terra del valore di
1 oncia,
6 tarì in beneficio della
chiesa di S. Maria Maggiore,
1 tarì a
Clarella figlia di
Cecco de Marcolfo,
1 tarì a
Luigi de Francesco,
1 tarì a
Giacomo Pollisano, ad
Angelo Cacasolo la parte di legname che egli possiede in comune con lui;
6 tarì a
Giovanna moglie di
Nicola Schifelli.6 tarì ad
Angela de Heustasio,
5 tarì a
Caterina de Heustasio,
5 tarì a
Perna de Heustasio; dice che ha permutato con certi patti la casa che fu di
Angelo di Caggiano e vuole che sia assegnata alla
chiesa dell’Annunziata; lega
6 tarì in beneficio della
chiesa di S. Francesco; alle chiese di
S. Angelo e dell’
Annunziata lega tutte le terre site in località
Silla, così che i presbiteri e i frati delle stesse possano far celebrare ogni anno, nell’anniversario della sua morte, messe per l’importo di
6 tarì (
3 tarì per ciascuna chiesa); in caso di inadempienza dei suddetti presbiteri e frati, le dette terre vengano assegnate ai suoi eredi e successori, beninteso con lo stesso onere; lega un vitellino da latte a
Roberto suo padrino spirituale,
2 tarì a
Leonardo de Masono,
2 tarì a
Margherita de Helia,
2 tarì a
Masella di
Ruggero di Marcuccio; dice che deve avere
5 tarì da
Nicola de Sanda, del quale ha un pegno che vuole sia rimesso senza altra soluzione; a
Mundonia sua serva un "cilonum" nonché 2 tomoli di grano, un toro e una vacca nel caso che voglia continuare a servire
Ritella sua moglie; ai confrati dell’
Annunziata 2 barili di vino, 2 tomoli di grano e 10 rotoli di cacio;
15 tarì a
Novella sua nipote,
3 tarì ad
Angelo de Bisanzio,
15 tarì a
Stasio de Heustasio per un mantello e
3 tarì a
Pezzuto; stabilisce che tutto ciò che resta dallo scioglimento del suo testamento venga dato in beneficio delle vie, delle fontane e dei ponti di
Diano e per maritaggio delle fanciulle povere; ove restasse altro, venga destinato all’acquisto di paramenti sacri per la
chiesa di S. Angelo; lega una vacca al
notaio Cono Damiano, due terre nelle località
S. Lorenzo e
Silla alle chiese di
S. Angelo e dell’
Annunziata;
3 tarì al
notaio Cono,
10 grani al giudice e
1 tarì al suo padrino; infine nomina esecutori testamentari
fra’ Francesco,
Antonio de Scala e
Cono Damiano.
Source Regest: A. Didier, Regesti delle pergamene di Teggiano (1197 - 1499), Altavilla Silentina, Edizioni Studi Storici Meridionali 1988, pp. 98-100, reg.259; A. Didier, Regesti delle pergamene di Teggiano (1197-1805), Salerno, Carlone Editore 2003, p. 106-107, reg. 259.