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Fondfondo pargamenaceo (1197-1499)
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Date: 1425 aprile 27
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Nicola dei Latini, con l’assenso della Curia di Polla (Antonello de Pedio "vice comes" delle terre di Polla ed Atena, Cirono Melusio giudice, notar Giacomo Filangerio mastro d’atti), fanno redigere in atto pubblico il testamento della fu Lucania de Piczuto ( vedi Seminario, 177).

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Date: 1425 [...] [...]
AbstractIl presbitero Nardo, procuratore della chiesa di S. Nicola dei Latini, fa autenticare dalla Curia di Polla il testamento (vedi Seminario, 159) del fu Nicola de Scala arciprete di Polla.

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Date: 1426 aprile 18
AbstractI fratelli Giacomo notaio, Antonello prete, Pietro e Giovanni de Recupero, figli ed eredi della fu Ciria de Banis, ponendo fine ad una lite sorta tra loro per la spartizione dei beni mobile e stabili lasciati ai loro genitori, stabiliscono quanto segue: 1) Antonello rimette ai suoi fratelli la terra di Petrosa; 2) Giovanni, Pietro ed Antonello rimettono a Giacomo ogni diritto sulla terra di S. Lucia; 3) Giacomo a sua volta rinunzia alla somma di 1 oncia e 29 tarì legatagli dal padre; 4) Giovanni, Pietro e Giacomo rimettono ad Antonello ogni diritto sulla vigna di Petrosa; 5) Antonello cede a Pietro la sua quota parte del pastino di Prato; 6) Giovanni cede a Giacomo la sua quota parte del pastino di Prato.

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Date: 1427 febbraio 1
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Maria Maggiore, con l’assenso della Curia di Diano ( Giacomo de Morra "vice comes" della terra di Diano, Romano de Heustasio,Gaspare di Nicola Antonio e Ruggero del "magister " Matteo giudice annuali di Diano, e il notaio Cono Damiano mastro d’atti), fanno redigere in atto pubblico una clausola del testamento (scritto il 4 giugno 1409 e reperito nei protocolli del fu notaio Antonio Priore) della fu Pernella vedova di Biagio Mordente, con cui si dona alla detta chiesa un terreno "seu iscla" appartenuto un tempo al nobile Francone (non se ne dà l’ubicazione), con l’obbligo, da parte dei preti della stessa, di far celebrare ogni anno, per l’importo di6 tarì, messe in suffragio dell’anima della testatrice.

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Date: 1427 luglio 8
AbstractGiovanni e Pietro de Recupero, fratelli ed eredi del fu Giacomo, rinunziano ad ogni eredità e lasciano al prete Antonio, loro fratello, ogni diritto di successione sui beni stabili e mobili di detto notaio, fatti salvi, però, da una parte, i diritti che gode su tali beni Angelella moglie del detto Giacomo, e dall’altra i legati fatti da quest’ultimo nel suo testamento.

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Date: 1428 gennaio 13
AbstractL’arciprete Tommaso de Polla dona al nobile Guglielmo de Polla suo cugino alcuni beni siti in territorio di Polla (la caduta della pergamena non consente di rilevarne la tipologia e l’ubicazione).

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Date: 1429 maggio 27
AbstractIl presbitero Tommaso de Brelio, nipote, erede ed esecutore testamentario della fu Masella vedova di Cirello diGiovanni de Archipresbitero, attuando le ultime volontà della testatrice, assegna alla chiesa di S. Maria Maggiore, per mani dei suoi presbiteri, due terre seminative site nelle località "Farinula" e "Cursano", con l’obbligo, da parte di detti preti, di far celebrare ogni anno, per l’importo di 4 tarì, messe in suffragio dell’anima di detta Masella.

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Date: 1429 dicembre 28
AbstractAngelella, vedova del notaio Giacomo de Recupero, riceve da Antonio de Recupero, suo cognato ed erede dell’estinto, la somma di 9 once, rinunziando a qualsiasi diritto o rivalsa sui beni mobili e stabili del defunto marito.

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Date: 1430 febbraio 25
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Maria Maggiore, con l’assenso della Curia di Diano (Tommaso de Gayano baiulo per regia autorità e amministratore del banco di giustizia della Curia di Diano; Nicola Priore e Antonio de Maria, giudici annuali di Diano; notar Bertrando Fusco mastro d’atti), fanno redigere in atto pubblico alcune clausole del testamento, reperito nei protocolli del defunto notaio Antonio Priore, del fu Biagio Mordente, con cui il testatore aveva assegnato diverse somme di danaro ad alcune chiese di Diano: 1 oncia in beneficio di S. Maria maggiore, 1 oncia e mezza a S. Caterina suffraganea della detta chiesa; 3 tarì alla chiesa di S. Silvestro e 3 tarì a quella di S. Biagio, 15 tarì ai preti di S. Maria Maggiore per decime non pagate; inoltre il testatore ammetteva di dover dare la somma di 8 once ad Antonio Conte presbitero di S. Maria Maggiore.

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Date: (1431) settembre 17
AbstractRiccarda de Iannello, giacendo a letto ammalata, detta il suo ultimo testamento, istituendo suoi eredi i nipoti Luigi Pagliarulo e Riccarda moglie di Colella de Russo; sceglie come luogo di sepoltura la chiesa di S. Nicola dei Latini, e propriamente la cappella di S. Maria della Pietà, dove è sepolto suo figlio; lega quanto occorre per la cera delle sue esequie e per i presbiteri intervenuti, 1 tarì all’arciprete di Polla suo padrino spirituale e fa alcuni altri legati che non sono rilevabili per i guasti della pergamena; infine nomina esecutori testamentari il prete Antonio de Recupero e Zannello suo marito.

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Date: 1433 febbraio 21
AbstractFrancesco Tomacelli vescovo di Capaccio affida ai presbiteri di S.Maria Maggiore di Diano la cura di altre due chiese dello stesso luogo, S. Salvatore e S. Eustachio, rimaste vacante per la morte dei preti che ne avevano cura; nello stesso tempo aggrega i beni delle due ultime chiese alla prima.

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Date: 1433 marzo 22
AbstractRuggero del "magister" Matteo, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, istituendo sua erede la nipote Novella in 15 tarì, in modo che non possa pretendere altro sopra i suoi beni; elegge come luogo di sepoltura la chiesa di S. Angelo ("in pede scalarum campanilis prope cancellam"), alla quale lega "pro fratancia" 8 tarì; in caso che i preti di questa chiesa non autorizzino tale sepoltura, elegge la chiesa di S. Maria Annunziata (in cui è sepolto il genitore), alla quale lega la stessa somma; lega 2 grani a ciascun presbitero o frate intervenuto alle sue esequie e quanto occorre per la cera del rito funebre; lega poi una fiaccola del prezzo di 1 tarì a ciascuna chiesa parrocchiale della terra di Diano nonché una fiaccola simile a ciascuna delle seguenti chiese: S. Francesco, S. Maria Annunziata, S. Agostino e S. Benedetto; un’altra fiaccola, e sempre dello valore, lega rispettivamente ai confrati dell’Annunziata e a quelli di S. Maria Maggiore; 15 grani per cinque messe nel giorno della sua morte, 1 tarì e mezzo a sei preti per la vigilia, quanto basta per le messe di S. Gregorio, dell’Avvento e di S. Caterina, 15 tarì in beneficio dell’Ospedale dell’Annunziata, 1 oncia in beneficio della chiesa di S. Giacomo, che vuole completata a sue spese, per mani dei distributori del testamento; un vitellino di latte a Tommaso di Rofrano, per i suoi buoni servizi; ammette di aver ricevuto da Ritella sua moglie beni stabili stimati per il valore di 2 once e la somma di 20 once in contanti, con la quale costituì una rendita di 7 once da usufruire dopo la sua morte dalla stessa Ritella, con il patto che, dopo la morte della donna, detta somma venga data in beneficio dei ponti e delle vie di Diano; ordina di restituire alla moglie le robe dotali del valore di 2 once; alla stessa lega 2 tarì per il suo buon carattere e vuole che abiti nelle sue case vita natural durante, e che abbia gli alimenti e tutto ciò che è necessario per vivere, beninteso fino a che si manterrà casta; a Ritella lega anche il vino che egli possiede in terra "Casellarum"; vuole che la stessa sia usufruttuaria di una vigna a Vallecupa e di un castagneto tenuto in buone condizioni; comanda che nel giorno della sua morte siano distribuiti ai poveri 4 tomoli di pane e 2 tomoli di vino; lega alla chiesa di S. Agostino una terra del valore di 1 oncia, 6 tarì in beneficio della chiesa di S. Maria Maggiore, 1 tarì a Clarella figlia di Cecco de Marcolfo, 1 tarì a Luigi de Francesco, 1 tarì a Giacomo Pollisano, ad Angelo Cacasolo la parte di legname che egli possiede in comune con lui; 6 tarì a Giovanna moglie di Nicola Schifelli.6 tarì ad Angela de Heustasio, 5 tarì a Caterina de Heustasio, 5 tarì a Perna de Heustasio; dice che ha permutato con certi patti la casa che fu di Angelo di Caggiano e vuole che sia assegnata alla chiesa dell’Annunziata; lega 6 tarì in beneficio della chiesa di S. Francesco; alle chiese di S. Angelo e dell’Annunziata lega tutte le terre site in località Silla, così che i presbiteri e i frati delle stesse possano far celebrare ogni anno, nell’anniversario della sua morte, messe per l’importo di 6 tarì (3 tarì per ciascuna chiesa); in caso di inadempienza dei suddetti presbiteri e frati, le dette terre vengano assegnate ai suoi eredi e successori, beninteso con lo stesso onere; lega un vitellino da latte a Roberto suo padrino spirituale, 2 tarì a Leonardo de Masono, 2 tarì a Margherita de Helia, 2 tarì a Masella di Ruggero di Marcuccio; dice che deve avere 5 tarì da Nicola de Sanda, del quale ha un pegno che vuole sia rimesso senza altra soluzione; a Mundonia sua serva un "cilonum" nonché 2 tomoli di grano, un toro e una vacca nel caso che voglia continuare a servire Ritella sua moglie; ai confrati dell’Annunziata 2 barili di vino, 2 tomoli di grano e 10 rotoli di cacio; 15 tarì a Novella sua nipote, 3 tarì ad Angelo de Bisanzio, 15 tarì a Stasio de Heustasio per un mantello e 3 tarì a Pezzuto; stabilisce che tutto ciò che resta dallo scioglimento del suo testamento venga dato in beneficio delle vie, delle fontane e dei ponti di Diano e per maritaggio delle fanciulle povere; ove restasse altro, venga destinato all’acquisto di paramenti sacri per la chiesa di S. Angelo; lega una vacca al notaio Cono Damiano, due terre nelle località S. Lorenzo e Silla alle chiese di S. Angelo e dell’Annunziata; 3 tarì al notaio Cono, 10 grani al giudice e 1 tarì al suo padrino; infine nomina esecutori testamentari fra’ Francesco, Antonio de Scala e Cono Damiano.

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Date: 1433 luglio 16
AbstractMarco de Recta nobile di Diano, "decretorum doctor ac iuris civilis professor", giacendo a letto ammalato in casa di Cecco de Bottis, detta il suo ultimo testamento, designando suoi eredi Ambrogino, Vanni e Bagno (figli di Antonio Malavolta di Diano); stabilisce che detti eredi siano tenuti a far celebrare, ad ogni anniversario della sua morte, messe in suffragio della sua anima, computate 3 grani ciascuna, per un totale di 10 tarì; in caso di inadempienza degli eredi, succedano nel possesso dei beni e con lo stesso onere, via via, nell’ordine, la chiesa di S. Martino, quella di S. Francesco e quella di S. Agostino di Diano, Annessa moglie di Antonio Malavolta, la chiesa di S. Maria Maggiore pure di Diano; vuole che i suoi beni non siano venduti, permutati o in qualsiasi modo alienati e dispone che gli eredi, al momento di riceverli, ne facciano l’inventario; stabilisce che i beni mobili e le suppellettili della sua casa siano venduti dagli esecutori testamentari, i quali però dovranno astenersi dal vendere anche quegli oggetti che possano essere utili agli eredi e successori; elegge come luogo di sepoltura la chiesa di S. Martino, alla quale lega in beneficio pro fratancia 5 tarì; lega 3 grani a ciascun prete o monaco delle chiese di S. Agostino e di S. Francesco che interverrà alle sue esequie; una fiaccola del prezzo di 1 tarì e mezzo alle seguenti chiese di Diano: S. Martino, S. Salvatore, S. Eustachio, S. Maria Maggiore, S. Pietro, S. Angelo, S. Andrea, S. Matteo, S. Francesco, S. Agostino e S. Maria Annunziata; 7 libbre di cera per la cappella e la cera da distribuire ai laici che fossero intervenuti alle sue esequie; lega una piccola tunica del valore di 15 tarì ad Annessa sua nipote, un mantello di 16 tarì ad Antonio Malavolta, 3 tarì a ciascuno degli eredi "pro nativula", un mantello di 15 tarì a Celestino di Nicola Antonio, un mantello a sua scelta all’abate Francesco de Notaria, a Nicola nipote di quest’ultimo quanto occorre per la confezione di un cappuccio, 3 tarì a Caterina Faraone sua nipote; lega 6 tarì in beneficio di ciascuna delle seguenti chiese di Diano: S. Martino, S. Eustachio e S. Salvatore; 15 tarì ad Antonello de Rosello da versare quando canterà la prima messa, 10 tarì ai preti Pietro Giovanni, Antonio de Palma, Gregorio, Guglielmo Schifelli, Battista de Gurello e Giovanni Rotolo affinché preghino per l’anima sua; lega6 tarì e 3 grani per messe ricevute e non celebrate dallo stesso testatore; altri6 tarì e 3 grani per la remissione dei suoi peccati; vuole che la donazione fatta a Flora sua ancella sia valida, come è sancito dallo strumento fatto per mani del notaio Nicola Carrano; lega due vacche a Tonicchio, che egli ha tenuto come un figlio; 2 tarì in beneficio della chiesa di S. Giovanni del casale di Eredita, 1 tarì per le messe che celebrerà per la sua anima il prete Giacomo de Valle a cominciare dal 18 luglio; infine nomina esecutori testamentari Celestino suo nipote e Antonio Malavolta, i quali agiranno assieme all’ abate Francesco de Notaria, al monaco Caposino, al prete Tommaso de Brelio e a Giovanni de Zocta.

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Date: 1434 gennaio 11
AbstractNicola de Matina, arciprete di Diano e vicario del vescovo di Capaccio, in seguito ad una sentenza emanata contro il presbitero Tommaso de Brelio, assegna alla chiesa di S. Maria Maggiore, e per essa a Benedetto de Graziano abate della stessa, una terra lavorativa in territorio di Diano, nel luogo detto "Farinula seu Lo Corsano".

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Date: 1435 giugno 15
AbstractI presbiteri di S. Maria Maggiore e il nobile Angelillo Valente, nipote ed erede della fu Giovanna Valente, fanno redigere in atto pubblico una clausola del testamento di detta Giovanna, con cui si assegnano alla detta chiesa tre terreni siti in territorio di Diano (due in località "Martia" e uno in località "Paterno"), con l’obbligo, da parte dei suddetti presbiteri, di far celebrare ogni anno, e per l’importo di 3 tarì, messe in suffragio dell’anima della testatrice.

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Date: 1439 marzo 15
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Nicola dei Latini ( Antonio de Recupero arciprete, Michele Guarino, Tommaso Caraballo, Antonio di Ottati, Nicola de Gasaro e il diacono Giovanni de Clemente) assegnano a Nicola de Clemente una vigna sita in località "Donna Marotta", ricevendo in cambio i redditi di due case date in fitto ciascuna per la somma di 2 tarì e mezzo e site in località "La Fioritula", e di una vigna data in fitto con il canone annuo di 1 tarì e sita in località "Lo Spenuzo".

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Date: 1439 aprile 20
AbstractFrancesco Tomacelli vescovo di Capaccio conferma con un suo mandato l’elezione del presbitero Guglielmo Schifello alla carica di abate della chiesa di S. Maria Maggiore di Diano, e al tempo stesso dichiara nulla quella del presbitero Francesco del "dominus" Benuto fatta precedentemente.

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Date: 1440 aprile 23
AbstractDomenico de Rogerio, vicario generale della Diocesi di Capaccio, e il clero della chiesa di S. Maria Maggiore, confortati dal mandato di Francesco Tomacelli vescovo di detta Diocesi (vedi Seminario,196 inserto), investono e insediano il presbitero Guglielmo Schifello nella carica di abate di detta chiesa.

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Date: 1445 maggio 1
AbstractNicola de Matina arciprete di Diano, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, istituendo suo erede il fratello Paolo; lega 2 grani a ciascun presbitero o monaco intervenuto alle sue esequie; una fiaccola del prezzo di 1 tarì alle seguenti chiese: S. Maria Maggiore, S. Pietro, S. Andrea, S. Angelo, S. Martino, S. Francesco, S. Maria Annunziata, S. Agostino; 18 grani per sei messe da celebrare nel giorno della sua morte; 10 libbre di cera per la cappella; lega quanto occorre per messe di S. Gregorio; 10 tarì a Giovannella; un barile di vino, 1 tomolo di pane e 10 rotoli di carne ai confrati di S. Maria Maggiore; 1 tarì a Perna Bianco, 1 tarì a Giovanni Acuto, 1 tarì a Caterina Paramante; 1 tarì al giudice e 10 tarì al notaio, 1 tarì a Giacomo de Iaculo, 10 tarì alla chiesa di S. Maria Maggiore per il gonfalone; infine nomina esecutori del testamento Gregorio Bocza, Paolo de Matina e il presbitero Cecco Pirillo.

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Date: 1446 giugno 8
AbstractL’abate Francesco de Notaria, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, istituendo suoi eredi i presbiteri Leonardo de Salesio, Gregorio de Graziano e Nicola Scarpone; indi sceglie come luogo di sepoltura la cappella di S. Venera nella chiesa di S. Angelo, sua parrocchia; lega poi una fiaccola di 3 libbre di cera alle seguenti chiese: S. Angelo, S. Maria Maggiore, S. Pietro, S. Andrea, S. Martino, S. Francesco, S. Maria Annunziata, S. Agostino; una fiaccola dello stesso peso a ciascuna delle seguenti fratancie: S. Maria Annunziata, S. Maria Maggiore, S. Nicola; lega quanto occorre per la cera della cappella, 2 grani a ciascun presbitero o monaco intervenuto alle sue esequie,3 tarì e 8 grani per messe di. S. Gregorio, 1 oncia in pecunia o in vacche a Giovannuccio di notar Francesco, 4 once al nipote Romano "pro alimentis suis et subsidio studi", 3 once a Masella sua nipote per maritaggio ed alimenti, 3 once a Perna sua nipote, per la stessa ragione, e 3 once a Sibilia sua nipote per lo stesso fine; stabilisce che, in caso di morte di uno di questi nipoti, succeda l’altro nel legato; comunque vuole che la potestà dei suddetti legati sia di Nicola padre dei suddetti nipoti; lega 3 once e mezzaper l’acquisto di una pianeta da donare alla detta cappella di S. Venera, 10 grani al giudice e 1 tarì al notaio, 2 tarì in beneficio della chiesa di S. Agostino, 2 tarì per le vigilie, infine elegge esecutori testamentari Guglielmo Schifello, il prete Antonio di Pietro de Alamagna e Guglielmo de Marrisio.

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Date: 1447 settembre 3
AbstractFilippa moglie di Cecco Maffei vende per 1 oncia e 3 tarì a (…) una terra sita in territorio di Polla, nel luogo detto "Lo Fossato".

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Date: 1448 novembre 11
AbstractAntonio de Recupero arciprete di Polla fa redigere in atto pubblico la dichiarazione di Cobella Coriolo, che ammette di aver mentito nel dichiarare che il detto arciprete "non ey digno de dicere missa".

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Date: 1451 aprile 14
AbstractI presbiteri Caio Nugno e Cecco Pirillo, procuratori della chiesa di S. Maria Maggiore, fanno autenticare il testamento del fu Giovanni de Bisanzio (vedi Seminario, 150 inserto).

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Date: 1451 aprile 14
AbstractGuglielmo Ferrario, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, nominando suo erede il figlio Angelillo, e stabilendo che, qualora quest’ultimo muoia in tenera età, gli succeda nel possesso dei beni la chiesa di S. Nicola dei Latini, alla quale lascia per ora una terra sita in località "Pozzo".

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Date: 1451 aprile 29
AbstractI presbiteri di S. Maria Maggiore (Gregorio de Graziano abate, Giovanni Schifelloarciprete, Nicola Gallocantore, e Canio Nugno, Giacomo de Precilla, Marco e Domenico Maratea, Cecco Pirillo, Nicola Stornino, Vito de Marrisio, Nicola Acuto e Francesco de Matteo), con l’assenso di Masellovescovo di Capaccio, si impegnano a vendere al nobile Petrozzella Schifello, per la somma di cinqueonce d’oro unita ad un terreno di due tomoli del valore di dueonce, un pastino in località Piedimonte, a patto che il compratore versi il prezzo stabilito entro il prossimo luglio, altrimenti la vendita non avrà più luogo e il Petrozzella dovrà pagare la penale di unaoncia.

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Date: 1453 luglio14
AbstractGregorio de Graziano, abate di S. Maria Maggiore ed esecutore testamentario del fu Donato Episcopo, fa redigere in atto pubblico una clausola del testamento di detto Donato, con cui si lasciavano alla cappella del testatore, sita in detta chiesa, due terreni siti nelle località "Campo Rotondo" e "La Matina", con l’obbligo, da parte dei presbiteri della chiesa, di far celebrare nella suddetta cappella ogni settimana una messa in suffragio dell’anima del testatore.

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Date: 1455 gennaio 9
AbstractMilia di Petrello di Caggiano, vedova di Corradello de Leone, assistita da Fabrizio Fusco in qualità di mundoaldo, assegna al nobile Francesco de Polla – stipulante per conto di Nicola Antonio de Polla e del figlio Vincilao presbitero – una terra lavorativa in località Campestrino, già venduta al predetto Francesco da Colantonio Persichito, fratello della stessa Milia.

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Date: 1455 luglio 20
AbstractNicola Angelo de Recupero vende per unaoncia ad Antonio de Recupero, arciprete di Polla, una vigna in località "Lo Prato".

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Date: 1460 ottobre 1
AbstractGiovanni duca di Calabria e primogenito di Renatore di Sicilia e di Gerusalemme, concede ad Antonello, Angelillo e Leonetto Cappelli di Auletta alcuni privilegi inerenti all’esercizio di funzioni fiscali.

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Date: 1462 ottobre 15
AbstractI fratelli Nicola Antonio, Francesco e Vincilao de Polla si accordano sulla divisione di una casa con cortile che essi possiedono in comune nei pressi della chiesa di S. Nicola dei Latini.

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Date: 1463 febbraio 4
AbstractIl nobile Nicola Antonio de Polla dona al fratello Francesco il diritto di riscuotere la metà della rendita del mulinoMaltempo sito sulla riva del fossato omonimo, nonché un granaio e il diritto di sopraelevare un casalino sito vicino alla casa di detto Francesco; a sua volta quest’ultimo dona al fratello il diritto sulla casa del Barbacane.

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