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Fond08 - S. Maria della Grotta (3 AA I - 4 BB V)
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Charter: 3 AA I 1
Date: 1164 febbraio
AbstractGiovanni, figlio del fu Francone, dona per la propria anima e per quella dei suoi defunti a Roberto, sacerdote, monaco e prelato della chiesa di S. Maria della Grotta per parte della chiesa stessa, tutto ciò che possiede in luogo detto Puteoli.

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Charter: 3 AA I 2
Date: 1168 novembre
AbstractAdam milite figlio del quondam Ruggiero Briele milite, innanzi a Regizio giudice e ad altri testimoni, dona a detto Roberto venerabile priore di Santa Maria di Montedrogi una vigna nel casale di Vitulano, sotto pena a chi impugnasse la vendita di 10 reali.

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Charter: 3 AA I 4
Date: 1173 ottobre
AbstractGuglielmo di San Framondo signore di Limata, Guardia e di altre molte terre, offre innanzi a Giacomo giudice di Limata e ad altri buoni uomini, per redenzione dell'anima sua, a Roberto monaco e priore della chiesa di Santa Maria di Montedrago la facoltà di pascolare, attingere acqua e legnare in tutto il tenimento di Limata e di Guardia.

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Charter: 3 AA I 5
Date: 1173 ottobre
AbstractGuglielmo di Sanframondo ecc. concede a Roberto priore di Santa Maria di Montedrago una certa cesina nel territorio di Limata nel luogo detto Acquanano.

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Charter: 3 AA I 3
Date: 1173 ottobre
AbstractGuglielmo di Sanframondo figlio del quondam Guglielmo signore di Limata, Guardio ecc. avanti a Giacomo giudice di Limata ed altri buoni uomini, offre per redenzione dell'anima sua e dei suoi genitori a Roberto monaco e priore di Santa Maria di Montedrago, una terra nel territorio di Limata nel luogo detto Isola Aimari.

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Charter: 3 AA I 6
Date: 1175 settembre
AbstractRoberto, figlio del quondam Ingurfo, alla presenza di Giovanni de Valle, suo cognato e Goffredo giudice di Limata, e di Landolfo e Domenico del Casale di San Lupo, giudici suoi ed altri buoni uomini, offre a Roberto monaco e priore della chiesa di Santa Maria di Montedrago una starzia nel luogo detto Molina ed il dritto di pascolo e di legname nel territorio Villae suae Sancti Lupi.

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Charter: 3 AA I 7
Date: 1178 febbraio
AbstractGiovanni Bove figlio di Giovanni Aldeprando insieme a Gemma sua moglie e come suo mundualdo vendono per fustem a Lanchie figlio del quondam Riccardo Bernerico una terra nelle pertinenze di Montedrago, nel luogo detto Abellanella pel prezzo di nove tarì buoni di Amalfi.

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Charter: 3 AA I 8
Date: 1179 maggio
AbstractPietro di Ravello dona per fustem a Roberto venerabile priore della chiesa di Santa Maria di Montedrago, in presenza di Regizio giudice e di altri buoni uomini tutto ciò che gli apparteneva nel tenimento di Montedrago.

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Charter: 3 AA I 9
Date: 1179 settembre
AbstractGuglielmo figlio del quondam Ugolino, insieme a Dianora sua moglie e come mundualdo, vendono per fustem a Giovanni Bove figlio di Giovanni Altebrando, la terra di loro proprietà, presso Montedrago, nel luogo detto Praiola, per cinque tarì di Amalfi.

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Charter: 3 AA I 10
Date: 1180 febbraio
AbstractManasseo giudice, figlio di Stanzione giudice innanzi a Roberto giudice, a Giovanni sacerdote e, ad altri rimette “per fustem” ad Ugone venerabile monaco della chiesa di Santa Maria di Montedrago ogni azione ed ogni lite che per dritto avrebbe potuto muovere contro detta chiesa intorno alla terra posta nel luogo chiamato Laurito.

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Charter: 3 AA I 12
Date: 1180 agosto
AbstractGiovanni notaio, avanti a giudici e testimoni per testamento aveva assegnato alla chiesa di Santa Maria di Montedrago tre pezze di terra nella pertinenza di Tocco, poste nei luoghi detti Luzzana e Lausito, accanto alla selva di Biscillete. E nel mese di settembre, continuando la sua infermità, aveva vestito l'abito monacale sotto Roberto priore di detta chiesa. Ma poichè da Giovanni Tito giudice si richiese al priore la quarta parte dell'eredità spettante a Clemenza moglie di Giovanni notaio, innanzi ai giudici e ai testimoni, si procede alla divisione delle terre concesse, assegnando a Giovanni Tito, la terra posta nel luogo detto Lausito.

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Charter: 3 AA I 11
Date: 1181 agosto
AbstractIl milite Umfrido e sua moglie Grusa, col consenso di Ruggiero e Roberto loro figli, per salute e redenzione dell'anima loro, offrono a Roberto priore della chiesa di Santa Maria di Montedrago una terra nel luogo nel luogo detto Fazzano.

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Charter: 3 AA I 14
Date: 1181 ottobre
AbstractGiovanni, abate e rettore della chiesa di San Menna, in presenza dei giudici e di altri dà per fustem a Giovanni Bove, figlio di Giovanni Aldesindo, una vigna nel casale di Vitulano, nel luogo ove si dice Cavatore, che già ebbe “ad pastinandam” da Guglielmo abate di lui predecessore, “secundum usum et consuetudinem Tocci”, la quale già fu dalla chiesa di Santa Maria del castello di Tocco, avendo ricevuto da esso Giovanni Bove “per divisionem” dieci tarì buoni di Amalfi.

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Charter: 3 AA I 15
Date: 1181 ottobre
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Charter: 3 AA I 13
Date: 1182 gennaio
AbstractGiovanni Bosaldeprandi e Giovanni Basvino di lui nipote, innanzi a Guglielmo giudice, vendono a Barbato figlio “olim Barbati unam petiolam terre" nelle pertinenze di Montedrago, “in loco ubi Campora dicitur”, indicandone i confini, pel prezzo di sei tarì buoni di Amalfi.

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Charter: 3 AA I 16
Date: 1184 gennaio
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Charter: 3 AA I 17
Date: 1186 novembre
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Charter: 3 AA I 19
Date: 1187 luglio
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Charter: 3 AA I 18 AB
Date: (AB) 1188 gennaio
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Charter: 3 AA I 20
Date: 1191 aprile
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Charter: 3 AA I 24
Date: 1193 ottobre
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Charter: 3 AA I 22
Date: 1194 aprile
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Charter: 3 AA I 23
Date: 1194 maggio
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Charter: 3 AA I 30
Date: 1194 dicembre
AbstractSimeone figliuolo del fu Gelasio, avendo con precedente contratto de' 10 agosto venduto a Roberto abate del monastero di Santa Maria della Grotta per sette romasini una sua casa unita alla casa appartenente allo stesso monastero, dentro la nuova città di Benevento, presso la chiesa di San Nicola de' Greci, aveva conservato la facoltà di ripigliarsela nel termine di due anni; ora con altro contratto rinunzia alla detta facoltà e cede definitivamente nelle mani di Placido monaco, rappresentante il suddetto monastero, la suddetta casa venduta e riceve altri cinque romasini. Interviene nel contratto sua moglie Silva per rinunziare ancor essa a' dritti che potrebbero competerle su la casa venduta.

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Charter: 3 AA I 21
Date: 1195 febbraio
AbstractGuglielmo figlio del fu Samito del casale di Fogliano, e Drusiana sua moglie, autorizzata da lui come suo mundoaldo, offrono in elemosina a Roberto priore del monastero di Santa Maria del Montedrogo tutt'i loro beni presenti e futuri riserbandosene l'usufrutto, mediante l'annua prestazione di mezza libbra di olio.

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Charter: 3 AA I 27
Date: 1195 marzo
AbstractRiccardo, figlio del fu Raone de Mellorio, in parte dona per le anime dei suoi fratelli, in parte vende a donno Roberto priore di Santa Maria Drogo, un orto nel casale di San Stefano, indicandone i confini. Per la parte venduta riceve il prezzo di dieci tarì amalfitani. Interviene la moglie del detto Riccardo, col consenso del medesimo come suo mundualdo, e ne conferma la vendita per qualunque dritto a lei spettante.

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Charter: 3 AA I 28
Date: 1195 aprile
AbstractGiovanni abate e rettore del monastero di San Lupo della città di Benevento, e Pietro decano dello stesso monastero, in presenza ancora di donno Memorio monaco dello stesso monastero, a titolo di permuta danno a Roberto, priore del monastero di Santa Maria del Montedrogo, un orto nel casale di Santo Stefano, indicandone i confini, e ne ricevono in cambio un altro orto nello stesso casale, del quale altro orto parimente sono indicati i confini.

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Charter: 3 AA I 29
Date: 1195 aprile
AbstractGiovanni de Ravecanina, figlio del fu Riccardo, conte di Alife, concede a Roberto priore del monastero di Santa Maria del Montedrogo tutt'i terratici e tutti i dritti del Montedrogo e d'un certo luogo addimandato Volitagio, riserbandosi le selve ghiandifere, non che i dritti appartenenti agli uomini che le teneano.

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Charter: 3 AA I 25
Date: 1195 luglio
AbstractGiovanni Rocha, figlio del fu Giovanni Bove del casale di Vitolano, e Maria sua moglie col consenso dello stesso suo marito e mundualdo, vendono a donno Roberto priore di Santa Maria del Montedrogo il loro tenimento e tutte le cose loro appartenenti in quel di Tocco, terre, vigneti, oliveti e castagneti, per il prezzo di quattro once d'oro.

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Charter: 3 AA I 26 AB
Date: (A) 1196 febbraio - (B) 1196 gennaio
Abstract(A) Peregrina, figlia di Ottaviano de Milo, col consenso di Laganetto suo marito e mundualdo, e Trotta, vedova del detto Ottaviano, col consenso di Pietro Malpoto suo fratello e mundualdo, per liberare i beni ereditarii del detto Ottaviano de Milo dalla prestazione annua d'una libbra di cera, che il medesimo aveva col suo testamento disposta a favore del monastero di Santa Maria del Montedrogo, cedono a donno Roberto priore del detto monastero la metà d'un oliveto nelle appartenenze di Vitolano, da loro posseduto in comune con Pasquale de Vitale e suoi consorti, i quali l'ebbero dallo stesso Ottaviano per coltivarlo. (B) Adelardo prete dona a Roberto priore del monastero di Santa Maria del Montedrogo tutt'i suoi immobili, riserbandosene l'usufrutto per tutto il tempo della sua vita, mediante la prestazione annua di mezza libbra d'olio.

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