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FondArchivio Privato Carrano
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Charter: APCa, 1
Date: 1270 agosto
AbstractGuglielmo di Pandolfo e la moglie Lisa assegnano al genero Domenico del presbitero Marco la metà "pro indiviso" di un terreno sito in territorio di Diano, nel luogo detto "Moiano", quale corrispettivo della dote di una oncia e mezzapromessa alla figlia Maria.

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Charter: APCa, 2
Date: 1322 ottobre 23
AbstractNicola de Raone vende a Viscardo Fusco, per quindici tarì, una terra sita in territorio di Diano, nel luogo detto "Valleplano".

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Charter: APCa, 3
Date: 1328 marzo 20
AbstractRoberto figlio del fu Matteo Cupiono vende al giudice Giacomo Mordente, per tre once, una terra lavorativa sita in Sassano.

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Charter: APCa, 4
Date: 1331 settembre 2
AbstractGuglielmo di Matteo Zotta, detto Scribillo, vende a Francesco di Matteo Britta, per dueonce, sette tarì e dieci grani, una terra con alberi di noci sita a Sassano.

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Charter: APCa, 6
Date: 1332 luglio 27
AbstractI frati della Certosa di S. Lorenzo, rappresentati da frate Antonio priore e frate Alberto procuratore, cedono a Giacomo Mordente di Diano, detto Lupa, alcune terre lavorative in località Carpineto di Diano, in cambio di una vigna sita nei pressi del monastero.

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Charter: APCa, 5
Date: 1332 luglio 27
AbstractIl notaio Pietro Bulcano e il fratello Nicola, nobili di Padula, vendono per diciotto once al giudice Giacomo Mordente di Diano, detto Lupa, una vigna sita nei pressi della Certosa di S. Lorenzo.

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Date: 1333 ottobre 10
AbstractTommaso Sanseverino , conte di Marsico e signore delle Baronie di Sanseverino e Cilento, dà mandato a Tommaso, vicario baronale di Sala e Atena, affinché siano riconosciuti i diritti di Nicola de "siri" Matteo di Diano su certi beni dotali che Francesca, sua defunta madre, aveva portato in dote a Giovanni de Barba di Sala .

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Charter: APCa, 8
Date: 1335 febbraio 27
AbstractTommaso, vicario baronale di Sala e Atena, dando esecuzione ad un mandato di Tommaso Sanseverino , conte di Marsico e signore delle Baronie di Sanseverino e Cilento ( v. APCa, 7), impone a Giovanni de Barba di Sala di restituire certi beni dotali – una terra in località "Calcara", un’altra terra in località "Filicetta" e un’altra ancora in località […] – a Nicola de "siri" Matteo di Diano in seguito alla morte di Francesca sua moglie e madre del suddetto Nicola.

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Charter: APCa, 9
Date: 13[3]6 marzo 9
AbstractRoberto figlio del giudice Pietro vende al giudice Giacomo Mordente, per venti tarì, un prato sito in territorio di Diano, nel luogo detto "Gurga".

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Charter: APCa, 10
Date: 1338 agosto 26
AbstractTommaso di Giovanni Fornario vende aTommaso del "dominus" Marino di Ippolito, per unaoncia e diciotto tarì, una terra sita in territorio di Diano, nel luogo detto "Curticata".

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Charter: APCa, 11
Date: 1338 dicembre 29
AbstractIlaria, vedova del giudice Giovanni Galliciano e madre di Robertello, Cerasina e Giovannella figli ed eredi del defunto giudice, al fine di provvedere alla dote di detta Cerasina che sposa Giovannuccio figlio del giudice Giacomo Mordente , vende a quest’ultimo, per sette once d’oro, la metà di una terra che i detti figli possiedono in comune con Giacomello Galliciano in territorio di Diano, nel luogo detto S. Elia.

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Charter: APCa, 12
Date: 1340 aprile 22
AbstractGiacomo Greco , nobile di Diano, vende per sedici once al giudiceGiovanni Mordente la metà "pro indiviso" di un mulino in località "Buco" e tre terre lavorative di cui una in località "Matina" e due nel luogo detto "Lathifondo".

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Charter: APCa, 13
Date: 1342 aprile 23
AbstractTommaso di Samuele vende per cinque once d’oro a Guglielmo di Matteo Arillo una casa sita in territorio di Diano, nel vicinato di S. Nicola Vecchio.

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Charter: APCa, 14
Date: 1342 dicembre 7
AbstractMarino di Ippolito nobile di Diano, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, nominando eredi Tommasa sua nipote e moglie di Matteo de Scatta, alla quale lega unaoncia, e i figli della fu Isabella, altra sua nipote, ai quali lega quindici tarì; sceglie come luogo di sepoltura la chiesa di S. Maria Annunziata, alla quale lega: diverse terre nelle contrade "Corticato" e "Petrosella", le terre nel luogo detto "Fonte di Collano", una terra e diversi piccoli terreni con alberi di noci in località "Ripa de Marino", che furono di Nicola de Gregorio , una terra in via Fargano, che fu di Nicola de Urso , una terra in via S. Maria de Taberna, che fu di Giovannello di Benedetto , un’altra terra nella stessa via, le vigne di "Cerone", le vigne del Vione che furono di Vito e Ruggero de Recta, la sua quota parte sui pastini dati alla metà in "Altifredo", trenta once per la costruzione delle case e della chiesa in Petina, somma che egli deve avere da Riccardo figlio di Tommaso presbitero, quattrocento pecore, cento vitelli da latte, venti scrofe, centocinquantacinque porci, ventidue vacche che ha in custodia, alla quarta parte del frutto, il figlio di Nicola Quaglia, quattro dei suoi animali, le sue case site nella terra di Diano (la prima, che fu di Pasqua Samuele, riservato il diritto di abitazione per Sibilla sua moglie, finché vivrà, la seconda che fu di Pietro Larrone e la terza appartenuta a Matteo Bellitia, nella quale egli morirà; inoltre la metà di una casa che fu di Gennaro Perillo); lega infine agli stessi frati del convento e della chiesa dell’Annunziata tutti gli altri beni e diritti del testamento; nel caso che i frati rifiutino di prendere possesso delle suddette case, tutti i beni siano assegnati a quattro presbiteri disposti a celebrare messe per la sua anima in S. Maria Annunziata o in altra chiesa; lega poi al "dominus" Giovannotto suo fratello i seguenti beni: tutte le case con cortili ed orto, unitamente alla casa che fu di Giacomo de Giliberto, le grandi vigne e i pastini del Vione, le terre di "Fonte de Campo", una terra in via Menzanella, due terre "in pede Sassano", una terra in via "Fargano", che fu di Silvestro Cammarota e tutti i suoi beni mobili; lega una oncia per le sue esequie, una fiaccola del prezzo di tre tarì a tutte le chiese parrocchiali e alle chiese di S. Maria Annunziata e di S. Francesco, due once per maritaggio a Invidiata , sua parente; una oncia in beneficio del ponte Bucana e una oncia per la via omonima; diciotto tarì per messe cantate di S. Gregorio; una casa che fu di Nicola Cicero a Netta, sua parente; un bove a Giovanni, suo nipote; una oncia per i poveri; unaoncia alla chiesa di S. Francesco e sei tarì in beneficio dei libri di S. Maria Maggiore ; una giovenca a Lorenzo de Aquilina; a Gaetana moglie di Marco de "siro" Tranchedo rimette i cinque tarì che lei gli doveva;quattro tarì a Nicola di Corneto; quattro once per i firmatari del testamento, seitarì al notaio e due al giudice; una giovenca a Francesco de Strangeria; a Maso suo figlio il quarto di una oncia che deve avere da Riccardo del "dominus" Tommaso ; a Sibilia sua moglie lega: dodici once, la quarta parte del frumento e tutte le robe fatte per lei, ed inoltre la quantità di vino che le occorre per il presente anno, la facoltà di abitare, finché vivrà, nella casa che fu di Pasqua Samuele e una tunica del prezzo di dodici tarì; una tunica simile a Maso suo figlio; una oncia per i libri della chiesa di S. Pietro, un tarì al suo padrino e quindici tarì ai presbiteri della stessa chiesa per decime non pagate; infine nomina esecutori testamentari il "dominus" Giovannotto suo fratello e Tommaso del presbitero Matteo .

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Charter: APCa, 15
Date: 1345 dicembre 12
AbstractGuglielmo presbitero e Pietro de Exolfo diacono vendono per diecitarì a Giacomo Mordente giudice la quarta parte "pro indiviso" di un prato sito in territorio di Diano, nel luogo detto "Gurga".

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Charter: APCa, 16
Date: 1347 febbraio 9
AbstractColuccio di Lagopesole di Potenza e la moglie Ilaria vendono, per tre once d’oro, al nobile Giovannotto del "dominus" Giacomo Mordente un orto alla Castagneta e alcune terre lavorative in località "Situ".

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Charter: APCa, 17
Date: 1347 aprile 25
AbstractNicola Nugno vende per due once e quindici tarì a Guglielmo Arillo una terra lavorativa in località "Pedecampo".

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Charter: APCa, 18
Date: 1347 settembre 18
Abstract Marcuccio del notaio Nicola de Herrico vende per quattro once e dodici tarì a Tammarino figlio di Guglielmo Arillo una vigna sita in territorio di Diano, nel luogo detto "Paterno".

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Charter: APCa, 19
Date: 1348 aprile 15
AbstractIl presbitero Pandolfo di Samuele vende per quattro once d’oro a Guglielmo Arillo una casa sita in Diano, vicino alle case del "dominus" Marino.

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Charter: APCa, 20
Date: 1349 aprile 23
AbstractGiacomo Mordente nobile di Diano, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, nominando suoi eredi Perna e Masella sue figlie, alle quali lega alcuni terreni che appartennero un tempo a diversi proprietari; poi lega un porco a Giovanuccio del "magister"Romano, tre giovenche a Masella sua figlia, due once per maritaggio a Palma de Boffo, due giovenche a Pizzillo, treonce e quindici tarì a Giovannuccio del "magister" Romano , dodici tarì per maritaggio a Sibilia del "dopnus" Manescotto; lega poi una cotta e un cappuccio di velluto bianco a Giovanni del "dopnus" Manescotto , tre tarì alla figlia di Pietro de Faccio, quattro tarì alla figlia di Andrea di Puppilo di Sala, una oncia alla comunità di Marsico, due once alla comunità di Ricigliano, quindici tarì a quella di Corleto, dieci tarì alla comunità di Roscigno e quindici tarì a quella del casale di S. Rufo ; ed ancora, dieci tarì a Nicola de Romano , sei tarì a Nicola Bucco, due once alla comunità di Diano ,tre giovenche alla chiesa di S. Tommaso di Marsico, tre giovenche alla chiesa di S. Spirito di Diano, una giumenta al giudice Giovanni Mordente; lega a Masella sua figlia due vacche e venti tarì per una tunica, otto giovenche e un porco al monastero di S. Lorenzo di Padula, quaranta vacche e dodici giovenche alla chiesa di S. Maria Annunziata di Diano, alla quale lega anche l’orto della Castagneta che appartenne al "dominus"Giovanni Galliciano e le terre che furono del presbitero de Fornariis site in località Albano; lega due tarì ad Andrea Bucco, tre tarì a Masella figlia di Marino Casella, undici tarì a Francesca di Nicola, sei tarì e dieci grani a Nicola de Accetta e Coluccio Cancella; dice che deve averedue tarì dagli eredi di Giovanni Pantaleo di S. Rufo; lega quindici tarì a Pietro di Angelo de Rao agli eredi di Nicola Damiano di Felitto e dieci tarì alla comunità della stessa Felitto, otto tarì a Paolo de Recta, una giovenca a Giovannuccio di Francesco de "siri" Rogerio, dieci tarì in beneficio della chiesa di S. Pietro, unaoncia in beneficio della chiesa di S. Francesco, un tarì e mezzoa ciascuna chiesa parrocchiale di Diano, cinque grani ad ogni presbitero che intervenga alle sue esequie, sei tarì a Nicola Fattizo; lega per l’anima di Giovanni suo figlio tre once; tre once per male incerto arrecato, da distribuirsi a cura degli esecutori del testamento; sempre per l’anima di detto suo figlio, lega unaoncia alla chiesa di S. Benedetto e un tarì a ciascuna monaca del convento, tre tarì alla chiesa di S. Vito in località Bucana per la commissione della statua del Santo, dodici tarì a Cecco de "siri" Rogerioe a Ruggero di Cono per l’acquisto di bovi, due once ai presbiteri della chiesa di S. Maria per decime ritenute e due once in beneficio della stessa chiesa,sei tarì e mezzo agli eredi di Robertino, un tarì e mezzo al suo padrino; lega a Bertuccia sua moglie il diritto sulla quarta parte dei suoi beni, un tarì al giudice a quattro tarì al notaio,unaoncia e quindicitarì a Pizzilllo de Sico, diciannove tarì e mezzo a Cecco de Herrico , nove tarì a Guglielmo Arillo, una cotta di velluto bianco e un cappuccio a Marcuccio Riccio; dice di avere in deposito sette once dagli eredi di Giovannuccio de Biseo; vuole che ciò che resta dopo la soluzione del testamento venga assegnato alla chiesa di S. Maria Annunziata ; nomina infine esecutori testamentari il giudiceGiovanni Mordente, Giovannuccio del magister Romano, Pizzillo de Sico e Riccardo Pellegrino.

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Charter: APCa, 21
Date: 1349 giugno 24
AbstractTommasella moglie del fu Ruggero di Pietro de Sarulo , giacendo a letto ammalata, detta il suo ultimo testamento, istituendo sua erede la nipote Tommasella, figlia di Giovanni Bello fratello della testatrice, alla quale lascia quindici tarì, con la condizione che non possa pretendere altro; poi fa i seguenti legati: alla predetta Tommasella l’usufrutto di due terre site rispettivamente alle località Buco e …, terre che alla morte dell’usufruttuaria saranno assegnate alla chiesa di S. Maria Annunziata, una cintura con decorazioni in rosso e in argento, un letto con apparato e ventidue tarì e dieci grani; a Giovanna del giudice Pietrosette tarì e dieci grani; all’abateGiacomo sette tarì e mezzo; a Ruggero de Melle sei tarì; alla moglie del "dominus"Giovannotto sei tarì; sei tarì per il male incerto arrecato; quindici tarì per le sue esequie; alla figlia di Marino Casale tre tarì per una caldaia; a Francesca di Giovannucciosei tarì e una pelliccia; a Mabilia di Gentileun materasso e una coperta di volpe; alla figlia del notaio Francesco una zimarra; a Gregorio de Bozo un mantello; alla serva Margheritaquindici tarì, un capretto e una caldaia; a Boffo di Pietro de Sarulo due botti; sceglie come luogo di sepoltura la chiesa di S. Maria Annunziata; lega quindici tarì al giudice e uno al notaio per il testamento; nomina esecutori testamentari fra' Riccardo de Noradino e Gregorio de Bozo.

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Date: 1349 agosto 1
AbstractIl giudice Aymirico figlio di Giacomo de Aymirico, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, istituendo eredi di tutti i suoi beni, dedotti i legati, Lorenzo e Angelo suoi nipoti e Gusiana sua sorella; lega al detto Lorenzo una terra che fu di suo padre; sei tarì al detto Angelo e sei tarì alla detta Gusiana ; vuole che tutti i restanti beni siano della chiesa di S. Maria Annunziata; tre tarì a ciascun prete che intervenisse alle sue esequie; a Gerardofiglio di Francesco de Aymirico lega le vigne in località Bucana, stabilendo che esse, in caso che Gerardo muoia in tenera età, siano di Francesco e di Aymirico; sempre al detto Gerardo lega un castagneto confinante col castagneto di Pasqua de Sanctorio e due botti tra le migliori; lega dodici tarì agli eredi di Nicola (…), dodici tarì a Giovanni di Buccella, sette tarì all’erede di Riccardo di Cosenza, due tarì all’erede di Pietro Salomone, tre tarì a Paolo de Retia, due tarì a Tommaso di Corneto, una oncia e dieci tarì a Riccardo Buono di Laurino; due once "de roba", e i diritti sulle case in cui abita il testatore, alla moglie Mabilia; stabilisce che, ricevuto un letto la chiesa di S. Maria Annunziata, tutto ciò che resta (rame, ferro, panni e mobili della sua casa) lo riceva il detto Francesco de Aymirico a quest’ultimo si dia anche un armadio, mentre un altro armadio, che fu di suo fratello, sia dato alla chiesa di S. Maria Annunziata ; lega a Frenduca sua serva, nel caso che prenda marito, due once, un letto, una caldaia e una catena da focolare; tre tarì a Pandolfo Copione, due tarì a Salesio del "magister" Gentile Barberio, due tarì al suo padrino, un tarì al notaio, quindici tarì all’erede di Giacomo Ballirano; vuole che a sua moglie venga corrisposto il terraggio che si ricava dalle sue terre; a Guglielmo de Costanzo, che gli deve tre once, condona metà della somma; dice che Lucrezia deve dargli tre tarì; lega a Nicola de Aqua due tarì e due tarì a Guglielmo Mundo; venti tarì alla chiesa di S. Maria Maggiore per decime non pagate, due tarì a Fracanza del giudice Zotto; vuole che le sue vigne, escluse quelle legate a Gerardo de Aymirico, siano assegnate alla chiesa di S. Maria Annunziata ; infine nomina esecutori testamentari Francesco de Aymirico e Guglielmo Arillo.

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Charter: APCa, 23
Date: 1349 agosto 3
AbstractIl "magister" Pietro detto Zigno e donna Riccarda sua moglie donano alla chiesa di S. Maria Annunziata una casa sita nella piazza di Diano.

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Charter: APCa, 24
Date: 1349 settembre 19
AbstractIl giudice Macciotto de Guglielmotto, esecutore testamentario di Marino de Guglielmotto, assegna alla chiesa di S. Maria Annunziata, e per essa a Giovanni di Matteo Valente presbitero e procuratore della stessa, una terra sita in territorio di Diano, nel luogo detto "Malanocte".

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Date: 1349 novembre 3
AbstractGiovannotto, nobile di Diano, dà mandato ad Antonio Tagay suo nipote, affinché, per rimedio e salute della sua anima, sia assegnata alla chiesa di S. Maria Annunziata, e per essa a fra' Riccardo Noradino procuratore della stessa, la terra detta di Galliciano, sita in territorio di Diano, nel luogo detto "Fossa Grande".

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Charter: APCa, 26
Date: 1349 novembre 5
AbstractFra'Riccardo Noradino , procuratore della chiesa di S. Maria Annunziata, fa redigere in atto pubblico una lettera diretta da Giovannotto , nobile di Diano, ad Antonio Tagay suo nipote, e concernente la donazione di una terra alla suddetta chiesa ( v. APCa, 25).

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Charter: APCa, 27
Date: 1349 novembre 6
AbstractFra'Riccardo Noradino , procuratore della chiesa di S. Maria Annunziata, fa redigere in atto pubblico il testamento del giudice Aymirico figlio di Giacomo de Aymirico ( v. APCa, 22).

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Charter: APCa, 28
Date: 1349 novembre 15
Abstract Giovanni figlio del giudice Petrone e Nicola de Bonefemmine, esecutori testamentari di Ruggero Maggiore, assegnano alla chiesa di S. Maria Annunziata una terra sita in territorio di Diano, nel luogo detto "Peschu".

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Charter: APCa, 29
Date: 1349 novembre 20
Abstract Ruggero figlio di Pandolfo di Alessandro de Russo, esecutore testamentario di Pietro Testa, assegna alla chiesa di S. Maria Annunziata, e per essa a fra' Riccardo Noradino procuratore della stessa, tutti i ben mobili e immobili del detto Pietro, riservandosi una terra sita in territorio di Diano, nel luogo detto "Orta".

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Charter: APCa, 30
Date: 1349 novembre 24
AbstractGiovanni Mordente e Giacomo de Sico, esecutori testamentari del "dominus" Giacomo Mordente, assegnano alla chiesa di S. Maria Annunziata, e per essa a fra' Riccardo Noradinoprocuratore della stessa, alcuni beni mobili e immobili del testatore, di cui non viene specificata la natura.

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