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Fondfondo pargamenaceo (1197-1499)
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Date: 1375 aprile 15
AbstractPietro Quaglietta frate guardiano del convento di S. Francesco, e Pietropresbitero e cantore della chiesa di S. Maria Maggiore, esecutori testamentari del fu nobile Cecco de Aginulfo, fanno redigere in atto pubblico una clausola del testamento di detto Cecco, secondo cui, qualora Francesco e Sabetta, suoi figli ed eredi, muoiano in tenera età e non vi siano altri eredi, tutti i beni burgensatici stabiliti vengano assegnati, in eguale porzione, al detto convento e alla detta chiesa, con l’obbligo, da parte dei frati e dei preti beneficati, di celebrare messe in suffragio dell’anima del testatore.

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Date: 1377 febbraio 8
AbstractGiovanni Zamarra, procuratore di Giovanni di Andrea de Angelo del casale di S. Angelo Fasanella, vende per venti tarì a Marco di Marcuccio di Diano abitante in Albanella, una vigna con terreno alberato contiguo, sita in territorio di Albanella, nel luogo detto "Lu Vecale".

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Date: 1377 aprile 23
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Martino vendono per una oncia a Nicola di Cono una vigna sita in località "Pozzale".

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Date: 1377 settembre 5
AbstractIl nobile Cecco di S. Barbato vende per tre once e quindici tarì a Pietro Buonomo, arciprete di Polla, un terreno lavorativo sito in località "Marzanellus".

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Date: 1381 marzo 6
AbstractL’abate Giacomo de Sanctorio, giacendo a letto ammalato, fa il suo ultimo testamento, istituendo erede la chiesa di S. Maria Maggiore; lascia a Pietro de Sanctorio suo nipote l’usufrutto vita natural durante delle sue case, le quali poi passeranno alla suddetta chiesa; lega allo stesso suo nipote il mobilio esistente nelle dette case; sempre allo stesso lega una vigna nei pressi della chiesa di S. Giovanni de Aqua, che alla morte di Pietro sarà assegnata alla chiesa di S. Maria Annunziata; a Marino de Flumine lascia l’usufrutto di un castagneto sito "in fossa de Compatris"; a S. Maria Maggiore lascia la sua Bibbia; dice di tenere di Marino de Fortia la somma equivalente al valore di un porco; al presbitero Giovanni Gallo lega "diurnalem unum et salterium unum"; lascia al "dominus" Nicola del "dominus" Francesco il suo primo Breviario; dice di tenerenove tarì di Andrea Magna euna oncia e tretarì di Cecco di Herrico; lascia tutti i suoi libri, da distribuirsi ad arbitrio del presbitero Tommaso de Precilla; infine nomina esecutori testamentari i presbiteri Tommaso de Precilla e Giovanni Gallo.

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Date: 1381 giugno 11
AbstractIl giudice Raynaldo de Herrico e Tommaso Caputo stabiliscono le condizioni di pagamento di un mutuo di diciasetteonce mezza e contratto dal detto Tommaso col detto Raynaldo (condizioni che non è possibile conoscere a causa delle pessime condizioni della pergamena).

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Date: 1382 gennaio 7
AbstractAntonio e Pietro Federico vendono per 12 tarì al nobile Cecco di S. Barbato un casalino sito nella piazza di Polla.

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Date: 1382 febbraio 15
AbstractCobello de Melle vende per ventiquattro tarì al giudice Raynaldo de Herrico alcuni terreni siti in località "Pacuniano".

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Date: 1382 giugno 13
AbstractL’abateTommaso de Precilla e il presbiteroNicola Matina, procuratori della chiesa di S. Maria Maggiore, fanno redigere in atto pubblico alcune clausole del testamento di Antonio de Stephania, secondo cui, nel caso che Marino e Giovanna, suoi figli ed eredi, muoiano in tenera età, ciò che resta dei loro beni mobili e stabili venga venduto e con il danaro ricavato si compri una terra da assegnare alla detta chiesa.

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Date: 1382 dicembre 28
AbstractLa nobildonna Robertella, vedova di Guglielmo Genticore di Padula, dona a Marcuccio de Libanis suo cognato un casalino discopertum sito in Polla, sulla via che conduce alla chiesa di S. Nicola dei Greci.

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Date: 1383 marzo 27
AbstractLa nobildonna Beatrice, vedova di Giovanni de Copersito, fa redigere in atto pubblico la sentenza della corte baronale di Polla presieduta dal luogotenente Francone di Diano, che le riconosce il diritto alla restituzione della dote e della quarta parte ("iure longobardo") dei beni mobili e stabili del predetto Giovanni de Copersito.

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Date: 1383 maggio 18
AbstractCobello e Cinzia de Melle donano alla chiesa di S. Francesco e a quella di S. Andrea, rappresentata rispettivamente da frate Erasmo e dall'abateCecco Caczarella, un castagneto nel luogo detto "La Pecorara".

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Date: 1383 ottobre 12
AbstractBellola, vedova del notaio Giovanni Fargante e sorella ed erede del fu Marco di Zotto de Coppula, attuando le ultime volontà del fratello, dona alla chiesa di S. Andrea, e per essa a Cecco Caczarella abate della stessa, alcune case con taverne e botteghe site nella piazza di Diano, con l’obbligo, da parte dei presbiteri di detta chiesa, di celebrare due messe settimanali in suffragio dell’anima del testatore.

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Date: 1384 aprile 10
AbstractGiovanni Macza, presbitero e procuratore della chiesa di S. Maria Maggiore,vende per tre once e ventidue tarì a Teo de Martinodel casale di S. Rufo una casa con orto sita in Diano, nel luogo detto "Le Bentaruli".

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Date: 1384 luglio 2
AbstractIl giudice Raynaldo de Herrico, giacendo a letto ammalato, fa il suo ultimo testamento, nominando erede la moglie Perna; sceglie come luogo di sepoltura al chiesa di S. Angelo, alla quale lasci sei tarì, disponendo che venga messa una grata di ferro davanti alla sepoltura stessa; lega quattro tarì ai presbiteri di detta chiesa "pro fratancia"; alla stessa chiesa lega tutte le terre site in "Mensulas prope molendinum Curie", la terra che acquistò da Giovanni Curcio, sita alla Marzia, e le terre che acquistò dal "dominus" Marco e site sempre alla Marzia, riservandone però l’usufrutto alla moglie Perna vita natural durante e stabilendo che i presbiteri di S. Angelo siano tenuti a celebrare ogni anno l’anniversario della sua morte col suono delle campane e con messe cantate e l’anniversario della morte di detta Perna, se essa verrà sepolta nello stesso luogo; stabilisce inoltre che le terre donate non possono essere vendute dai presbiteri di S. Angelo, e laddove ciò stesse per verificarsi, tali terre verrebbero tolte e donate alla chiesa di S. Maria Annunziata, alle stesse condizioni; lega a quest’ultima chiesa una terra sita alla Marzia, oltre il fiume in località Restella, otto tarìai preti della chiesa di S. Angelo per decime sottratte, un cannolum di cera del valore di tregrani a ciascun presbitero, monaco o frate intervenuto alle sue esequie, una fiaccola di tre libbre di cera a ciascuna chiesa parrocchiale e una fiaccola dello stesso peso a ciascuna delle seguenti chiese: S. Maria Annunziata, S. Spirito, S. Giovanni, S. Caterina, S. Antonio "extra terram Diani", S. Nicola Vecchio, S. Agostino, S. Benedetto e S. Francesco; lega due tarì all’abate Guglielmo de Giraima suo padrino, dieci tarì per messe cantate, unaoncia per una tunica a Ceccarella e Pernella sue nipoti, dodicitarì a Perna di Bartolomeo,sei tarì a Isabellafiglia di detta Perna , seitarì a Cuziamoglie di Pietro Capobianco; a Robertofiglio di Ingarro lega una giovenca e seitarì che lo stesso gli doveva,ventiquattro tarì a Morena del fu Nicola de Carrano, ventiquattro tarì per una tunica a Masella moglie di Ruggero de Petrone, una oncia "pro malis ablatis incertis",sei tarì a Capuanamoglie del fu Tommaso suo fratello; a Raynaldo e Tommaso suoi nipoti lega una casa che fu di Angelo Fusco e una vacca per ciascuno del valore diuna oncia per comprarsi una tunica; a Frondella moglie di Pietro Cammarano legaseitarì, quattro dei quali da scomputare perché dovutigli dal detto Pietro; lega inoltre due once in beneficio alla chiesa di S. Agostino, settetarìmezzo e alla chiesa di S. Nicola Vecchio, rimette al notaio Lotto la somma di una oncia e sei tarì che costui gli doveva; lega sei tarì alla chiesa di S. Antonio fuori Diano, tretarì a Feamoglie del fu Pietro de Cuczetto , tre tarì a Francesco Battenzio, rimette ad Antonio Pratounaoncia che costui gli doveva; lega a Drudafiglia di Mignillo i ventunotarì che il predetto Mignillo gli doveva; lega sei tarì a ciascuno dei distributori per il loro lavoro, ad Antonio Tagaydieci tarì da scomputare sulla somma che lo stesso gli doveva per ragioni di mutuo, un libro detto "Damassenus" al "magister"Marco de Heustasio; a Marino arciprete di Diano rimette i diciasette tarì che lo stesso gli doveva, con l’obbligo, da parte del presbitero, di celebrare ogni settimana una messa in suffragio dell’anima del testatore; lega un tarì al giudice e tre tarì al notaio; infine nomina esecutori testamentari il notaioSilvestro de Russo, il "magister" Marino de Heustasio e la moglie Perna.

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Date: 1384 agosto 28.
AbstractL’abate Marino, figlio del notaioLotto, vende per quindici tarì a Riccardo de Romano un castagneto in località "Sanctus Mignay".

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Date: 1384 ottobre 10
AbstractI frati del convento di S. Francesco vendono per ventisei tarì alla chiesa di S. Andrea, e per essa a Cecco Caczarella abate e rettore della stessa, la metà di un castagneto pro indiviso che essi possiedono in comune con la detta chiesa, sito in località "Pecurara".

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Date: 1384 novembre 21
AbstractGiovannella de Gentilesca di Diano vende per otto once al nobileGiovanuccio de Morra una terra lavorativa sita in Diano, nel luogo detto "Lo Radecone".

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Date: 1385 gennaio 13
AbstractIl presbiteroGuglielmo Parente vende per quindici tarì alla chiesa di S. Maria Maggiore, e per essa a Tommaso de Precilla abate della stessa, i diritti su un corso d’acqua sito in località Pantano.

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Date: 1385 IX 20
AbstractVito, figlio di Paolo de Ranerio, vende per una oncia e diciotto tarì a Cecco de Riccardo, esecutore testamentario del fu Antonio de Stephania e procuratore della chiesa di S. Maria Maggiore, una terra lavorativa in località Lo Buco.

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Date: 1388 giugno 6
AbstractAntonio di Laviano, esecutore testamentario del fu Benuto suo fratello, assegna alla chiesa di S. Maria Maggiore, e per essa a Tommaso de Precilla abate della stessa, una vigna in località "La Cerzeta".

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Date: 1389 febbraio 8
AbstractNicola di Luce de Excelcia, esecutore testamentario di Franchina del fu Marco di Zotto de Coppula, assegna alla chiesa di S. Andrea, e per essa a Stefano de Sapia e Giovanni Curritore presbiteri della stessa, la quarta parte di un orto e di una vigna siti in tenimento di Diano, in località "La Bucana".

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Date: 1389 aprile 22
AbstractMabilia Fargante, esecutrice testamentaria della fu Franchina di Zotto de Coppula, assegna alla chiesa di S. Andrea, e per essa a Stefano de Sapia e Giovanni Curritore presbiteri della stessa, la terra della Spina in località "Pedecampo" e un castagneto in località "Lu Cursanu".

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Date: 1391 febbraio 25
AbstractL’abate Tommaso de Precilla e i presbiteri Ruggero Bonefemme e Nicola de Matina, procuratori della chiesa di S. Maria Maggiore, fanno redigere in atto pubblico il testamento dell’abateGiacomo de Sanctorio rinvenuto nei protocolli del fu notaioGiovanni Fargano (Seminario, 124).

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Date: 1392 dicembre 7
AbstractIl presbitero Roberto di Paterno, il giudice Nicola Buba e il notaio Lotto de Herrico, esecutori testamentari del presbiteroPietro de Gisa, a richiesta di Tommaso de Precilla abate e rettore della chiesa di S. Maria Maggiore, fanno redigere in atto pubblico alcune clausole del testamento con cui il predetto Pietro aveva legato in beneficio della chiesa una oncia da destinare alla riparazione delle sue case, aveva poi comandato al nipote Marco di pagare ogni anno – con il danaro proveniente dalle case a ciò destinate e da due piccoli terreni siti in località Carpineto – la somma dovuta per la celebrazione di messe nell’anniversario della sua morte, aveva legato alla chiesa di S. Maria Maggioreuna oncia da pagarsi sul ricavato della vendita dei suoi animali vaccini e infine aveva assegnato al nipote Marco le case che furono di Marco de Gisa, con l’obbligo di versare ogni anno tre tarì alla suddetta chiesa per la celebrazione di messe cantate in suffragio della sua anima.

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Date: 1396 marzo 5
AbstractIl presbitero Roberto di Paterno, esecutore testamentario di Perna del giudice Raynaldo de Herrico, fa redigere in atto pubblico il testamento della detta Perna, la quale istituisce eredi delle sue sostanze le chiese di S. Lorenzo di Padula e di S. Angelo e S. Pietro di Diano; lega due tarì a Caterinamoglie di Cobello del "dominus"Nicola de Costanzo, due tarì a Giovanna moglie di Carlo Malbasio, due tarì a Masia moglie di Angelo de Misagio, due tarì a Cecca moglie di Stefano de Federico, un tarì a Drudamoglie di Giorgio Payso ; a Masia de Pellicia rimette i dodici tarì che le aveva concesso in mutuo; lega poi due tarì a Giovannamoglie di Biagio de Pichigio,due tarì a Tommaso de Herrico, duetarì a Raynaldo suo fratello, duetarì a Romano de Herrico, seitarì ad Antonella moglie del giudice Guglielmo de Herrico, due tarì a Pernamoglie di Giacomo de Cuzio ,due tarì a Morena de Chiappono, tre tarì al notaio Lotto; un materasso, un cuscino e una coperta a Pernellafiglia del giudice Guglielmo de Herrico, a condizione che, se non si sposa, questi doni vanno a Mabilia sua sorella; lega tre tarì al presbitero Donato, tre tarì ad Angelella di Giovanni Checa, due tarì a Novella de Theda Ursu, un tarì a Riccardella de Pastore e due tarì a Perna moglie del detto Tommaso de Herrico.

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Date: 1396 luglio 14
AbstractCeccamoglie del notaio Giovannotto Tagay, e figlia del fu Giovanni de Palma, vende per quattro once alla chiesa di S. Andrea, e per essa a Cecco Caczarella abate della stessa, un terreno lavorativo sito in territorio di Diano, in località "Cerzeta".

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Date: 139(7) aprile 8
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Martino (Giovanni Parente abate e rettore, Marco de Recta e Pietro Giovanni), al fine di reperire i fondi per restaurare la loro chiesa, vendono per venti tarì a Mattia figlio del "dominus" Nicolauna vigna nel luogo detto "La pastina de S. Martino".

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Date: 1397 agosto 26
AbstractLorenzo Valente vende per due once alla chiesa di S. Angelo, e per essa a Cecco de Poffo, Tommaso Stornino e Marino de Asquettino, presbiteri e procuratori della stessa, un terreno lavorativo in località Buco.

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Date: 1397 ottobre
AbstractLuigi Sanseverino conte di Marsico e di Sanseverino conferma a Giacomo de Polla la concessione di un feudo sito in territorio di Polla (la caduta della pergamena non consente di rilevare altre notizie).

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Date: 1397 dicembre 13
AbstractGiovanni de Bisanzio, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, istituendo suoi eredi, da una parte, il nipote Nicolafiglio della fu Druda figlia del testatore, con l’obbligo di scomputare da quanto gli tocca l’ammontare della dote che ricevette da Druda al momento del contratto matrimoniale, e dall’altra parte il fratello Pasqua e la sorella Perna, con l’obbligo, da parte di questi ultimi, di far celebrare ogni anno l’anniversario della sua morte nella chiesa di S. Maria Maggiore, luogo della sua sepoltura, per mezzo di messe cantate e col suono delle campane, e dando tregrani a ciascun presbitero che intervenga al rito funebre; a tale obbligo sono tenuti altresì i successori dei suddetti Pasqua e Perna, e qualora essi interrompano tale consuetudine, i beni ereditati passeranno alla chiesa suddetta, con lo stesso onere; lega per fratancia alla chiesa di S. Maria Maggiorequattro tarì e altriquattro tarì per beneficio e seitarì per decime non pagate; lega poi tregrani a ciascun presbitero intervenuto alle sue esequie; lega una fiaccola del prezzo di duetarì alle seguenti chiese: S. Maria Maggiore, S. Pietro, S. Angelo, S. Andrea, S. Martino, S. Matteo, S. Antonio dei Carboni, S. Antonio di Vienne, S. Spirito, S. Giovanni de Hospitali, S. Caterina, S. Francesco, S. Agostino, S. Maria Annunziata e S. Benedetto; una fiaccola simile ai Battenti di Diano; lega poi alla chiesa di S. Spirito una terra di quattro tomoli in località Campo Rotundo; untarì a Marco di Giacomo de Tuzio, venti tarì in beneficio delle vie e dei ponti di Diano,sei tarì per messe di S. Gregorio, seitarì a Feo Cunso suo padrino, seitarì ad Angelillo suo fratello, quattrotarì a Carlo de Aquino, duetarì a Ruggero del "magister" Matteo, due tarì a Nicola suo fratello, sei tarì alla loro madre Novella, duetarì ad Isabella de Becco, duetarì a Tommasa di Giovanni de Leonibus, untarì a Mabilia Pipe; vuole che Tuccia sua moglie abbia tutti i suoi diritti sui beni del testatore secondo le disposizioni del contratto matrimoniale e alla stessa lega una botte piena di vino e comanda poi che essa continui a vivere in una stanza della sua casa finché si fosse mantenuta casta; lega a Masello de Brelio, se prenderà messa, una giovenca di due anni, un tarì al suo padrino; lega quattro tarì di pane confecto e quattro pezze di cacio da distribuire ai poveri durante la settimana della sua morte; diecitarì in sussidio della fabbrica di S. Agostino, duetarì al notaio e diecigrani al giudice; lega poi a Rosa sua parente, se avesse preso marito la casa che fu di Motto de Coppula, il rame, il ferro e i panni; una terra in località Pacuniano al prete Tommaso Pasqua suo nipote; tre vacche grosse ai figli di detto Pasqua; tre vacche grosse ai figli di Perna sua sorella; ammette di aver ricevuto da Tuccia sua moglie sette once di dote stabilita al tempo del contratto matrimoniale; infine nomina esecutori testamentari Pasqua suo fratello, Sarolo de Aquino e il prete Tommaso Pasqua suo nipote.

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