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Fondfondo pargamenaceo (1197-1499)
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< previousCharters1480 - 1499
Date: 1480 agosto 11
AbstractAquila moglie di Tudone del "dominus"Roberto de Polla, e figlia di Nicola Antonio de Polla, giacendo a letto ammalata in casa del padre, detta il suo ultimo testamento, istituendo suo erede il figlio Teseo; sceglie come luogo di sepoltura la chiesa di S. Nicola dei Latini; lega per il giorno della sua morte quaranta libbre di cera, con cui si confezionino delle fiaccole del peso di tre libbre ciascuna, le quali dopo le esequie dovranno essere distribuite nel modo seguente: una a ciascuna chiesa di Polla e le rimanenti agli Affratati; lega a ciascun presbitero intervenuto alle sue esequie: cinquegrani e mezzo se dirà messa quel giorno o il dì seguente, tregrani per le processioni, un tarì al presbiteroFrancesco Maria suo padrino spirituale, seitarì per messe in suffragio dell’anima sua, cinquetarì in beneficio della chiesa di S. Bernardino, quattrotarì per le vigilie e per la fratancia, ventitarì a Rebecca sua sorella per una gonnella e la stessa somma a Giovanna sua madre per lo stesso fine; un mantello e un cappuccio del prezzo complessivo di ventiquattrotarì a Nicola Antonio suo padre, unaoncia per maritaggio a Margherita sua parente; vuole che tutti i suoi vestiti, cinture ed ornamenti si conservino per donarli a colei che avesse sposato suo figlio Teseo: lega cinquegrani al giudice e un tarì al notaio; infine nomina esecutori testamentari il detto Nicola Antonio, al quale lega due tarì e mezzo .

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Date: 1481 agosto 12
AbstractGiovannella moglie di Nicola Antonio de Polla, giacendo a letto ammalata, detta il suo ultimo testamento, istituendo suoi eredi le figlie Margherita, Rebecca, Elisabetta, Luigia, Sveva e Alfana nonché il nipote Teseo; sceglie come luogo di sepoltura la chiesa di S. Nicola dei Latini, stabilendo che il suo corpo, vestito dell’abito francescano, resti per qualche tempo nella bara, fino a quando il marito deciderà di sistemarlo nella sepoltura; lega per il giorno della sua morte quaranta libbre di cera, con cui si confezionino fiaccole di due libbre e mezza ciascuna, le quali dopo le esequie dovranno essere distribuite nel seguente modo: una per ciascuna chiesa di Polla e le rimanenti alla confraternita di S. Bernardino; lega a ciascun presbitero intervenuto alle sue esequie cinque grani e mezzo se avesse celebrato messa il giorno della sua morte o quello seguente, tre grani se si fosse limitato alla sola presenza; un tarì al presbiteroAntonio de Ilario affinché preghi per la sua anima; stabilisce di far celebrare per la sua anima un ciclo di trenta messe ("trentale unum") per il quale lega tretarì e quindicigrani; tretarì e tregrani per messe di S. Gregorio in suffragio delle anime dei genitori: lega l’argento di una sua cintura di pelle per la fattura di un calice d’argento per la chiesa di S. Nicola dei Latini; un "relliri" lavorato di seta nera che stia "sopra a lo ataro, socta lo libro de la Messa a la cappella sua"; per la sua anima lega diciannove tomoli di pane "confecto frumenti e quanto basta di cacio"; cinque once a suo marito per i buoni servizi, una tunica nativa del prezzo di quindicitarì a ciascuna delle sue figlie e un mantello del valore di sette tarì e mezzo al nipote Teseo, due tarì per una tovaglia di lino alla suddetta Rebecca, duetarì per una tovaglia a Zanza Bigotti sua cognata, un capitale vacante e una tovaglia "de carpia" a Paolina moglie di Bartolomeo Ferrario ed un’altra ad Elena del notaio Francesco; infine nomina esecutori testamentari il marito Nicola Antonio e il presbitero Antonio de Ilario.

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Date: 1482 giugno 29
AbstractIl precettore dell’Ospedale di S. Antonio di Vienne di Napoli conferisce al presbitero Nicola de Monsa la facoltà di reggere l’Ospedale di S. Antonio di Vienne, "extra moenia", di Diano.

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Date: 1482 dicembre 2
AbstractI fratelli Nicola Antonio e Francesco di Polla fanno redigere in atto pubblico un contratto riguardante la permuta di alcuni beni (Seminario, 210), contratto che essi hanno fatto reperire tra i protocolli del defunto notaioGiacomo Antonio Guarino.

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Date: 1482 dicembre 22
AbstractCintoro Manzione vende per quattroonce al nobile Nicola Antonio de Polla una terra lavorativa in località Lo Pendino.

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Date: 1483 gennaio 14
AbstractSantulo del fu Matteo del "dominus" Tommaso vende per treonce e quindicitarì a Roberto de Stolfo una casa "cum camera et hosterio sub dicta domo et camera", sita nei pressi delle case che appartennero al defunto abateFrancesco de Notaria.

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Date: 1483 febbraio 6
AbstractIl presbitero Francesco Macza arciprete di Diano, tenuto conto di un mandato del precettore dell’Ospedale di S. Antonio di Napoli tenuto dall’Ordine di S. Antonio di Vienne (vedi Seminario, 241 inserto), assegna al presbitero Nicola de Monsa il beneficio e la cappellania della chiesa e dell’Ospedale di S. Antonio di Vienne, "extra moenia", di Diano.

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Date: 148(3) ottobre 26
AbstractI fratelli Nicola Antonio e Francesco de Polla si accordano sulla divisione di certi beni (un cortile, un castagneto, un orticello e un giardino) siti in territorio di Polla.

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Date: 1485 agosto 16
AbstractGiovanni Berlangerio vende per unaoncia a Nardo de Gasaro, agente per conto di Francesco suo fratello, una vigna in località S. Pietro.

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Date: 1488 agosto 21
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Angelo fanno redigere in atto pubblico una sentenza del tribunale ecclesiastico di Diano, emessa nella stessa data e riguardante la composizione di una lite sorta tra i detti presbiteri e le sorelle Milia e Perna per il possesso di alcuni terreni siti in località "Le Mesole", terreni che sono stati assegnati alla detta chiesa.

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Date: 1489 luglio 4
AbstractRoberto de Notaria vende alla chiesa di S. Andrea, e per essa ai presbiteri della stessa (Luigi de Canio, abate e rettore, Giacomo de Boffo, Tommaso de Rogerio, Nicola de […], Nicola de Profeta, Angelillo de Salesio, Angelo de Rita, Pietro de Canio e Antonello de Elia), per cinqueonce, alcune terre site in territorio di Diano (i guasti della pergamena non consentono di rilevarne l’ubicazione).

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Date: 1489 luglio 4
AbstractI presbiteri Luigi de Canio e Nicola Scalabrino, procuratori della chiesa di S. Angelo, ricevono in prestito da Roberto de Notaria la somma dicinque once, che promettono di restituire entro il prossimo mese di agosto.

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Date: 1489 settembre 9
AbstractI fratelli Bartolomeo e Giovanni Barone vendono per undici tarì e mezzo a Nardo de Gasaro una vigna nel luogo detto "La Pendenosa".

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Date: 1490 agosto 8
AbstractGli sposi Antonello Pellegrino e Serena figlia del nobile Nicola Antonio de Polla stabiliscono, davanti alla chiesa di S. Nicola dei Latini, i patti matrimoniali formulati "more nobilium et iure Francorum": la sposa porta in dote trentaonce, di cui venti in contanti e dieci in beni dotali ("mataratia duo plena lane" etc.); l’uomo dona alla donna una somma ( diecionce) corrispondente alla terza parte della dote, nonché alcune robe ("coppulam unam de auro" etc.).

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Date: 1490 ottobre 31
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Maria Maggiore (Bartolomeo Caputo abate e rettore, Francesco Macza arciprete, Giovanni Maratea cantore, Giovanni Sturullo, Marino Parisio, Antonello Nugno, Giacomo de Galterio e Angelillo) conferiscono a Giovanni Caporale e al notaioGiacomo Antonio Caputo il compito di rappresentarli ("procura ad lites") nella difesa degli interessi del Capitolo della chiesa.

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Date: 1491 ottobre 31
AbstractIl presbitero Domenico Maratea, abate della chiesa di S. Maria Maggiore, giacendo infermo nella sua casa sita nei pressi di detta chiesa, fa il suo ultimo testamento, nominando suoi eredi il presbiteroGiovanni Maratea, cantore della stessa chiesa, e Biagio Maratea suoi nipoti carnali, nonché Galeazzo Maratea col consenso di detto cantore; dispone che il suo corpo sia seppellito in S. Maria Maggiore, alla quale chiesa lega in beneficio diecitarì; lega poi tregrani a ciascun presbitero che intervenisse alla vigilia delle sue esequie e le elemosine consuete ad ogni presbitero che intervenisse nel giorno delle sue esequie; inoltre dodici libbre di cera per le luminarie della cerimonia funebre e dispone che ad ogni libbra si ricavino otto ceri; lega una fiaccola di tre libbre di cera alla chiesa di S. Maria Maggiore e un’altra di due libbre alle seguenti chiese: S. Angelo, S. Andrea, S. Martino, S. Francesco, S. Maria della Pietà, SS. Annunziata, S. Agostino, nonché alla Confraternita di S. Maria Maggiore; lega per la sua anima venti messe da celebrare il giorno della sua morte nonché le messe di S. Gregorio, dell’Avvento e di S. Caterina; comanda che "durante mundo" si celebri l’anniversario della sua morte col suono delle campane e con messe officiate dai presbiteri di S. Maria maggiore in suffragio dell’anima del testatore, lasciando per tali oneri cinque carlini annui nonché il reddito di tretarì che si ricava annualmente dalle sue terre site in località Pedecampo, con la condizione che ove rifiutassero tale legato i presbiteri di S. Maria Maggiore, il suddetto mandato e il legato connesso siano assegnati, nell’ordine, alla chiesa di S. Francesco o a quella di S. Andrea; lega una "anniculam" di due o tre anni e una "nativam" del prezzo di diecitarì ad Isabella moglie del detto Biagio, per i suoi buoni servizi; una "nativam" dello stesso prezzo ad Isabella Maratea sua nipote e un’altra simile a Carimanda moglie del detto Galeazzo; lega un cappuccio didue tarì a ciascuna delle seguenti persone: donFrancesco Mazza aricprete, don Tommaso de Rogerio, Angelillo e Antonio Maratea; dieci tarì a Franco Spagnolo di S. Mauro, che devono essere dati dal detto Galeazzo; lega al detto presbitero Giovanni Maratea una "curtinam" che appartenne alla fu Gemmata Pesticio , a patto che celebri messe di S. Gregorio per l’anima della stessa Gemmata e di suo marito; comanda che si celebrino messe dell’Avvento in suffragio dell’anima del fu Pietro Castellano da parte dei monaci di S. Lorenzo presso Padula, messe che saranno pagate dal detto presbitero Giovanni Maratea, il quale, per sostenere tale spesa, è autorizzato a trattenere per sé una"faciem di materasso e un capitalem"; comanda che la vigna che egli possiede in località "La Castagneta" sia assegnata al detto Galeazzo come è disposto nel testamento della fu Giovannella Maratea, sua sorella; lega un’altra vigna, sita in località "La Fravecta", a Giovanni e Biagio Maratea; una vitella a don Micco di S. Mauro per i suoi buoni servizi; vuole che si osservi la "carania" fatta al tempo del contratto matrimoniale dei detti Galeazzo e Caramanda, e che pertanto le vacche assegnate a Caramanda in questo contratto siano appunto date ad essa "iuxta tenorem dicte caranie", ma, nello stesso tempo, che i frutti di tali vacche siano assegnati a Galeazzo; lega un "anniculum" a Belisandro Maratea diacono, che gli verrà dato al momento della celebrazione della sua prima messa; nomina distributori del testamento l’arciprete don Francesco Mazza e il presbiteroTommaso de Rogerio; lega diecigrani a don Giovanni Sterullo suo padre spirituale, untarì al notaio Nicola Antonio e diecigrani al giudice Antonio; un tomolo di grano, un barile di vino e diecigrani di carni alla Confraternita di S. Maria Maggiore; sottoscrivono il testo il notaioNicola Antonio Celestino, Luigi Matina, Antonello de Exelcia, l’abate Giacomello di Masello de Colecchtia e i presbiteri Giovanni Sturullo, Mariano Paysio e Giacomo de Galterio.

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Date: 1492 marzo 1
AbstractIl nobile Nicola Antonio de Polla fa redigere in atto pubblico un contratto (Seminario, 238) concernente i patti matrimoniali intercorsi tra Rebecca sua figlia e Roberto figlio del "dominus"Roberto de Polla, contratto che egli ha fatto reperire tra i protocolli del defunto notaioGiovanni de Tigolis.

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Date: 1495 dicembre 1
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Maria Maggiore (Bartolomeo Caputo abate e rettore, Francesco Macza arciprete, Giovanni Maratea cantore, e Giovanni Sturullo, Mariano Paysio, Gervasio Abrafeso, Angelillo Viczi, Antonello Nugno, Angelillo de Casata, Francesco de Grimaldo,Alessandro de Marresio, Bernardino Caporale, Petrello Villichella e Belisandro Maratea), col consenso del presbitero Nicola de Nigris di S. Martino "decretorum doctor" e vicario generale della Diocesi di Capaccio, assegnano ad Antonio de Adamuccio del casale di Sassano una terra "ad pastinandum et faciendum vineam" sita in territorio di Diano, nel luogo detto "Lo Molino de Santo Zacharia", con l’obbligo, da parte del detto Antonio, di pagare in perpetuo alla detta chiesa un censo annuo didiecitarì.

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Date: 1498 marzo 22
AbstractMasello de Masio, presbitero di Bellosguardo, vende per unaoncia e diecitarì ad Allegretto Inbomba di Diano un oliveto e un pastino siti in territorio di Bellosguardo, nel luogo detto "La Fontana".

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Date: 1498 aprile 4
AbstractMarino de Cocucia, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, istituendo suoi eredi i nipoti Giovanni, Leonardo e Paolo de Cocucia; sceglie come luogo di sepoltura la chiesa di S. Maria Maggiore; lega per la vigilia delle sue esequie e tre grani a ciascun presbitero intervenuto dalle chiese di S. Maria Maggiore e di S. Andrea; lega le elemosine consuete ai presbiteri, ai monaci e ai frati di tutte le chiese di Diano che avessero fatto suonare le campane nel giorno della sua morte; lega le elemosine consuete ai presbiteri di S. Maria Maggiore e di S. Andrea che avessero celebrato messe per la sua anima; poi una fiaccola di due libbre ciascuna alle due chiese suddette; una fiaccola di una libbra e mezza alle seguenti chiese: S. Francesco, S. Andrea, S. Martino, S. Maria della Pietà e S. Maria Annunziata; una fiaccola di due libbre alla Confraternita di S. Margherita e una di una libbra e mezza alla Confraternita di S. Giovanni e a quella di S. Nicola; lega a Margherita e Luigi figli di Palma Femminellaun tarì ciascuno; lega poi la cera che avanza dalla cerimonia funebre per la sua morte alla chiesa di S. Maria maggiore; a Masella sua sorella lega unaoncia nonché un abito del valore di quindicitarì, e la stessa cosa fa con Caterina e con Giovannella, altre sue sorelle; lega una oncia a Mariella Villichella moglie di Luigi del "magister" Guglielmo di Marsico , seitarì e mezzo ad Anfodisa sua nipote e figlia di detta Mariella, e la stessa somma a Giovanna sorella di Anfodisa; quattrotarì alla chiesa di S. Andrea, con l’onere, da parte dei presbiteri della stessa, di far celebrare, ad ogni anniversario della sua morte, messe in suffragio della sua anima; quindici tarì alla chiesa di S. Margherita, un cappuccio a Giovanni de Cocucia e agli altri eredi; un altro cappuccio del prezzo di tretarì al presbitero Daniele de Salesio, a Marco de Salesio, a Luigi del "magister" Guglielmo di Marsico e a Nicola di Palma Femminella; inoltre lega dieci tarì a Giovannamoglie di Angelo Buglione , quattro ducati al "dominus"Giovanni Carrano, a patto che con tale somma si faccia confezionare un abito; un tarì a Sabellamoglie di Biagio Maratea , untarì a Perna moglie di Angelillo de Leonibus , untarì a Isabella de Corrado, dieci tarì a Tommasamoglie di Nicola Rizzo; comanda che Giovannella sua moglie, finché si fosse mantenuta casta, abiti nella casa del testatore, de precisamente nella camera che affaccia sull’orto, e che vi resti per un periodo di cinque anni; comanda altresì che le si restituisca la dote; lega un cappuccio di tretarì a Giovanni de Cocucia e a Luigi de Casale; infine nomina esecutori testamentari Luigi del magister Guglielmo di Marsico ed Enrico de Babino.

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Date: 1498 aprile 12
AbstractFrancesco e Nardo de Gasaro vendono per sette tarì ad Antonio de Pofano una vigna sita in località "Ferraina".

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Date: 1498 ottobre 2
AbstractAntonio Pignataro vende a Nardo de Gasaro, per quindiciducati, una bottega sita in Polla, nel luogo detto "La Piazza"

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Date: 1499 agosto 4
AbstractIl nobile Carlo de Rao, tutore di Giulio e Giovanni Battista Malavolta figli del defunto "dominus"Ambrogio Malavolta, da una parte; e l'abateGiacomello Colecta rettore e procuratore della chiesa di S. Martino dall’altra; stabiliscono il seguente accordo sulla contestata spartizione dei beni mobili e stabili lasciati dal "dominus"Marco de Recta nel suo testamento: il tutore dei fratelli Malavolta assegna ai preti di S. Martino alcune terre site in territorio di Diano, rispettivamente nelle località "La Orta" e "La Marza"; a loro volta i preti di S. Martino, "congregati intus dictam ecclesiam ad sonum campanelli pro ut moris est", rinunziano ad ogni diritto sui beni di detto testamento e conseguentemente ad ogni rivalsa nei confronti dei fratelli Malavolta, chiedendo, per questa decisione, anche l’assenso del vescovo di Capaccio.

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Date: 1499 settembre 25
AbstractGiovanni Angelo Malavolta assegna alla chiesa di S. Andrea, e per essa ai presbiteri della stessa, alcune terre site in territorio di Diano (complessivamente trenta tomoli), in cambio di una casa sita in Diano, nei pressi della chiesa di S. Eustachio.

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