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Fondfondo pargamenaceo (1197-1499)
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Date: 1397 dicembre 13
AbstractGiovanni de Bisanzio, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, istituendo suoi eredi, da una parte, il nipote Nicolafiglio della fu Druda figlia del testatore, con l’obbligo di scomputare da quanto gli tocca l’ammontare della dote che ricevette da Druda al momento del contratto matrimoniale, e dall’altra parte il fratello Pasqua e la sorella Perna, con l’obbligo, da parte di questi ultimi, di far celebrare ogni anno l’anniversario della sua morte nella chiesa di S. Maria Maggiore, luogo della sua sepoltura, per mezzo di messe cantate e col suono delle campane, e dando tregrani a ciascun presbitero che intervenga al rito funebre; a tale obbligo sono tenuti altresì i successori dei suddetti Pasqua e Perna, e qualora essi interrompano tale consuetudine, i beni ereditati passeranno alla chiesa suddetta, con lo stesso onere; lega per fratancia alla chiesa di S. Maria Maggiorequattro tarì e altriquattro tarì per beneficio e seitarì per decime non pagate; lega poi tregrani a ciascun presbitero intervenuto alle sue esequie; lega una fiaccola del prezzo di duetarì alle seguenti chiese: S. Maria Maggiore, S. Pietro, S. Angelo, S. Andrea, S. Martino, S. Matteo, S. Antonio dei Carboni, S. Antonio di Vienne, S. Spirito, S. Giovanni de Hospitali, S. Caterina, S. Francesco, S. Agostino, S. Maria Annunziata e S. Benedetto; una fiaccola simile ai Battenti di Diano; lega poi alla chiesa di S. Spirito una terra di quattro tomoli in località Campo Rotundo; untarì a Marco di Giacomo de Tuzio, venti tarì in beneficio delle vie e dei ponti di Diano,sei tarì per messe di S. Gregorio, seitarì a Feo Cunso suo padrino, seitarì ad Angelillo suo fratello, quattrotarì a Carlo de Aquino, duetarì a Ruggero del "magister" Matteo, due tarì a Nicola suo fratello, sei tarì alla loro madre Novella, duetarì ad Isabella de Becco, duetarì a Tommasa di Giovanni de Leonibus, untarì a Mabilia Pipe; vuole che Tuccia sua moglie abbia tutti i suoi diritti sui beni del testatore secondo le disposizioni del contratto matrimoniale e alla stessa lega una botte piena di vino e comanda poi che essa continui a vivere in una stanza della sua casa finché si fosse mantenuta casta; lega a Masello de Brelio, se prenderà messa, una giovenca di due anni, un tarì al suo padrino; lega quattro tarì di pane confecto e quattro pezze di cacio da distribuire ai poveri durante la settimana della sua morte; diecitarì in sussidio della fabbrica di S. Agostino, duetarì al notaio e diecigrani al giudice; lega poi a Rosa sua parente, se avesse preso marito la casa che fu di Motto de Coppula, il rame, il ferro e i panni; una terra in località Pacuniano al prete Tommaso Pasqua suo nipote; tre vacche grosse ai figli di detto Pasqua; tre vacche grosse ai figli di Perna sua sorella; ammette di aver ricevuto da Tuccia sua moglie sette once di dote stabilita al tempo del contratto matrimoniale; infine nomina esecutori testamentari Pasqua suo fratello, Sarolo de Aquino e il prete Tommaso Pasqua suo nipote.

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Date: 1398 giugno 20
AbstractLuigi Sanseverino, conte di Marsico, assegna alla chiesa di S. Nicola dei Latini una terra donata da Parisio de Copersito e situata in territorio di Polla, nel luogo detto "Lo Lago".

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Date: 1398 giugno 22
AbstractNicola de Sala e Antonio Berlangerio, presbiteri e procuratori della chiesa di S. Nicola dei Latini, fanno redigere in atto pubblico un rescritto di Luigi Sanseverinoconte di Marsico (Seminario, 151), concernente l’assegnazione di una terra alla loro chiesa.

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Date: 1399 febbraio 24
AbstractBerteraimo arcidiacono di Marsico e Cobello del "dominus" Nicola de Costanzo, esecutori testamentari di Giovanna moglie di Sarolo de Malbasio, vendono per dueonce alla chiesa di S. Maria Maggiore, e per essa a Tommaso de Precilla abate e rettore, Marino de Alexandroarciprete, Giovanni de Salesiocantore, Giovanni Macza e Nicola de Matina presbiteri della stessa, una terra lavorativa nel luogo detto Buco.

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Date: 1399 dicembre 10
AbstractLa Magna Curia di Ladislao ordina a Luigi Sanseverino, conte di Mileto e di Belcastro, di far proseguire e concludere dalla Curia della Baronia di Fasanella il processo intentato dal "miles" Nicola de Polla contro il "dominus" Crescenzio de Suptimo e concernente il possesso del feudo di Ottati.

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Date: 1400 maggio 15
AbstractCobello Pellegrino, signore del casale di S. Rufo, vende per unaoncia a Nicola de Tranchedo una terra lavorativa sita in territorio di Diano, nel luogo detto "La Orta de tenimento Silie".

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Date: 1401 aprile 18
AbstractCola di Pantuliano vende per una oncia e quindici tarì a Ruggero Pellegrino abate di Dianouna terra sita in territorio di Polla, nel luogo detto"La Pendenosa".

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Date: 1403 agosto 26
AbstractCaterinamoglie di Luigi vende per diecitarì un orto sito in territorio di Polla, nel luogo detto "subtus domos Cole de Bartucio et Cole Caracite".

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Date: 1406 giugno 28
AbstractGiovanni Parente e Pietro Janni, presbiteri e procuratori della chiesa di S. Martino, concedono per ventiquattrotarì ad Angelo de Laverio una cappella della stessa chiesa, tenuta precedentemente dalla famiglia Arillo, ora estinta.

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Date: 1406 luglio 1
AbstractNicola de Scala arciprete di Polla, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, istituendo sua erede la chiesa di S. Nicola dei Latini, che sceglie come luogo di sepoltura; lega unaoncia per la cera delle sue esequie, con la quale si confezionino otto torce da distribuire nel seguente modo: una alla chiesa di S. Maria dei Greci, un’altra alla chiesa di S. Nicola dei Greci; e le rimanenti alla chiesa di S. Nicola dei Latini; lega alcune somme di danaro (i guasti della pergamena non consentono di rilevarne l’entità) ai presbiteri intervenuti alle sue esequie e che avessero pregato per la sua anima; un tarì a ciascuno dei Frati Minori che avesse pregato sulla sua salma; lega quanto occorre per messe di S. Gregorio, da celebrarsi dai preti di S. Nicola dei Latini e di altre chiese; vuole che si celebrino messe per l’anima dei suoi genitori e dei suoi fratelli e sorelle defunti; lega quindicigrani per la processione, quindici tomoli di grano da distribuire ai poveri in pane confecto; a Susanna e Isabetta, figlie di Antonello suo nipote, lega una terra in località "Andraniti" e gli oliveti siti in località …; ad Andrea, fratello di Nicola de Scala, per i suoi buoni servizi, lega la casa fabbricata e coperta in cui abita lo stesso Andrea; ammette di aver ricevuto dal nipote Antonello de Scalaventi once per l’acquisto dei seguenti beni: la casa dove abita con l’orto retrostante, una terra in località "Marzanello", la metà di un castagneto in località "Andraniti" e la metà di un castagneto in località "Castagneta"; ammette di aver ricevuto dal detto Antonello, anche per conto di Andrea fratello dello stesso, ottoonce d’oro per certi affari; fa diversi altri legati, che non sono rilevabili per i guasti della pergamena.

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Date: 1407 ottobre 22
AbstractColella de Ayossa, luogotenente regio del Giustizierato di Principato citra, con lettera diretta ad Antonio Fusco mastro giurato di Diano, gli conferma l’autorizzazione ad esercitare il macello in una bottega di proprietà della chiesa di S. Maria Maggiore.

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Date: 1407 ottobre 22
AbstractLorenzo de Marrisio, cantore e procuratore della chiesa di S. Maria Maggiore, visto anche il parere favorevole espresso in merito da Colella de Ayossa luogotenente regio di Principato citra con lettera della stessa data (Seminario, 160), assegna adAntonio Fusco, mastro giurato di Diano, una bottega con l’esercizio del macello, appartenente alla stessa chiesa.

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Date: 1407 dicembre 11
AbstractRuggero Bonefemme, presbitero e procuratore della chiesa di S. Maria Maggiore, fa redigere in atto pubblico una dichiarazione di Giovanni Parente abate della chiesa di S. Martino, secondo cui è antica consuetudine locale che tutti coloro che ascendono alla carica di abate di una delle chiese di Diano, sono tenuti a offrire un pranzo a tutto il clero di detta chiesa.

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Date: 1408 febbraio 28
AbstractIl Capitolo di S. Maria Maggiore (Benedetto Grazianiabate, Lorenzo Marrisio cantore, Berteraimo Pellicia arcidiacono, ed i presbiteri Goruzio, Giovanni Bianco, Marco Marathea, Giovanni de Fronteira, Cecco Marrone, Giovanni Mordente, Ruggero de Pirisella, Tommaso Mucco, Antonio de Martino, Tommaso Payso, Antonio Gentile, Tommaso Pistoro, Nicola de Matina, Ruggero de "siri" Rogerio e Gregorio Graziani) conferisce a Nicola de Matina e Gregorio Graziani, presbiteri della stessa, il compito di rappresentarlo ("procura ad lites").

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Date: 1408 novembre 9
AbstractTommaso de Parisio e Leonardo de Salesio, presbiteri e procuratori della chiesa di S. Angelo, fanno redigere in atto pubblico una clausola del testamento del fu Princifallo presbiterio della stessa chiesa, con cui veniva assegnata ad essa una vigna in località "Vallecupa".

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Date: 1409 giugno 24
AbstractCiria de Banis fa redigere in atto pubblico la dichiarazione di Nicola de Recupero suo marito, il quale ammette di aver ricevuto, al tempo del loro matrimonio, una dote di 25 once e di aver assegnato alla moglie la quarta parte dei suoi beni mobili e stabili e 15 tarì come dono "primi hosculi"; ma poiché la detta Ciria attualmente non possiede nulla dei suddetti beni, il detto Nicola la investe del possesso di certe case site in Polla, di terre e vigne site in località "Pendenosa" e di un orto detto "de Balneo", con il patto che, in caso di morte del marito, la donna, col possesso di detti beni, si ritenga ripagata della dote, della quarta parte dei beni del marito e del dono "primi hosculi".

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Date: 1410 agosto 12
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Angelo (Francesco de Notaria e Tommaso de Salesio) chiedono ed ottengono dalla Curia di Diano la riconferma del diritto, che essi godono da tempo, di riscuotere il terraggio su alcuni terreni messi a coltura nel luogo detto "Ripa de Marino".

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Date: 1411 ottobre 22
AbstractLa nobildonna Giovanna moglie del fu Giovanni de Morra dona alla chiesa di S. Andrea, e per essa a Cecco Caczarella abate della stessa, tutti i diritti dotali che ha su un orto e su una vigna siti in località "Bucana".

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Date: 1412 agosto 30
AbstractIl prete Nicola de Petrello del "dominus" Roberto de Polla, giacendo a letto ammalato in casa di Cobello Pellegrino signore di S. Rufo, detta il suo ultimo testamento, istituendo suo erede il nipote Robertello figlio ed erede del fu Giacomo de Petrello; sceglie come luogo di sepoltura la chiesa di S. Nicola dei Latini di Polla, alla quale lascia, per la celebrazione di una messa settimanale sull’altare del nobile Roberto de Polla (nei pressi della quale si trova la sua sepoltura), una terra sita in territorio di Polla, in località "Andraniti" e un orto detto "de Balneo"; ai preti della stessa chiesa lega un manuale e il suo breviario ; lega poi 2 once alla chiesa di S. Maria della Pietà, che lo stesso testatore desidera edificata nel sito dove c’è l’orto di Guglielmo suo fratello; lega poi 40 libbre di cera per il giorno della sua morte e una somma di danaro (la caduta della pergamena non consente di rilevarne l’entità) per messe di S. Gregorio; 6 tarì e 3 grani per le anime dei suoi genitori, un’altra somma di danaro (anche qui non è dato rilevarne l’entità) per le anime dei defunti del fu "dominus" Roberto de Pantuliano, fratello del fu Cecco de Pantuliano che edificò la chiesa di (…); lega poi a Giovanna figlia di Biagio, se avesse preso marito, un materasso, un saccone, un paio di lenzuola, un cuscino e 15 tarì; a Pietro suo nipote lega una casa nel luogo detto "La Arena"; stabilisce che, ove il nipote muoia in tenera età, tutti i suoi beni siano assegnati alla costruenda chiesa di S. Maria della Pietà, così che quest’ultima, una volta completata, possa avere un altare su cui i presbiteri di S. Nicola dei Latini debbono celebrare tre messe settimanali; allo stesso nipote lega una vigna alla "Petrosa", un orto che fu di Nicola di Massa, un materasso, un saccone, un paio di lenzuola e una coperta, 20 tarì e "vegetem unam qua est in vegetarium suum de Arena"; il nipote è tenuto a stare con Masella sua zia materna, ma, ove questa non voglia stare con lui, abbia i suoi diritti; lega a Curolla sua sorella un mantello suo bruno affinché ne ricavi una tunica; a Pietro suo nipote una cassapanca; 6 tarì al prete Giovanni de Zannello, 6 tarì al prete Antonio de Recupero affinché preghi per la sua anima e 2 tarì a Stasio de Salesio per lo stesso scopo; lega 10 grani a ciascun presbitero che fosse intervenuto alle sue esequie o che avesse celebrato una messa il giorno della sua morte, 5 tarì"pro duobus salteriis", 6 tarì a Masella moglie di Biagio, 2 tarì per gli "affratatis", 10 grani al giudice e 1 tarì al notaio, 15 grani alle processioni; nomina tutori di Robertello suo nipote il prete Michele Guarino e Tommaso Ferrario; lega 20 tomoli di frumento “che siano dati per li poviri per l’anima sua, et de vino 8 salme per l’anima sua”, 6 tarì in beneficio del ponte grande, 6 tarì "pro matutino" ai presbiteri di S. Nicola dei Latini affinché "dicatur officia matutinalia viginti", 2 tarì per coloro che prenderanno parte alle messe da celebrare; infine nomina esecutori testamentari Cola de Auria e i preti Michele Guarino e Giovanni di Petina, ai quali lega 1 tarì per il loro lavoro; lega in ultimo 6 tarì al suo padrino spirituale.

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Date: 1412 settembre 3
AbstractGiovanni di Petina prete di Polla, esecutore testamentario del fu prete Nicola de Petrello del "dominus" Roberto de Polla, fa redigere in atto pubblico il testamento del detto Nicola (v. Seminario, 168).

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Date: 1413 luglio 27
AbstractBartolomeo "Scagnasurice" signore di Polla conferma a Guglielmo figlio del "miles" Nicola il feudo del Mulino sito in territorio di Polla, per il quale il beneficiario è tenuto a pagare un canone annuo di 1 oncia.

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Date: 1419 febbraio 22
AbstractPietro Lupo, giacendo a letto ammalato, detta il suo ultimo testamento, nominando erede di tutti suoi beni la figlia Francesca, la quale è tenuta a far celebrare ogni anno, in suffragio dell’anima del testatore, messe nelle chiese di S. Agostino e di S. Andrea; nel caso che Francesca non assolva tale compito, succedano, nel possesso dei beni, le suddette chiese con l’onere predetto; in caso di inadempienza di dette chiese, succeda il monastero di S. Lorenzo della Certosa di Padula, anche senza l’onere suddetto, purché i frati preghino per l’anima sua e per quelle dei suoi parenti; elegge come luogo di sepoltura la chiesa di S. Agostino, alla quale lascia 4 tarì e lega quanto basta per la cera del giorno della sua morte; lega 2 tarì a ciascun presbitero o monaco intervenuto alle sue esequie; lega poi una fiaccola del valore di 1 tarì alle seguenti chiese: S. Agostino, S. Andrea, S. Francesco, SS. Annunziata, S. Angelo, S. Martino, S. Salvatore, S. Eustachio, S. Antonio dei Carboni; una fiaccola dello stesso valore ai Battenti; lega poi quanto occorre per messe di S. Gregorio; alla chiesa di S. Agostino una terra in località "La Pitinella", alla chiesa di S. Andrea una terra in località "Paterno", a Caterina sua nipote, per maritaggio, tutte le terre che egli possiede in "Campo Rotundo" e altri piccoli terreni nel luogo detto "Lo Vallo de Sancto Laurentio"; a Giovannella sua nipote la tempa che fu di Cornacchia; a Marinella sua nipote una terra nel luogo detto "Sopra lo molino de Sancto Zaccaria di Sassano" e una terra in località "Fagito"; ammette di aver ricevuto da Perna sua moglie 3 once d’oro in dote; dice di aver venduto a Nicola de Mandarella di Dianouna giovenca per 1 oncia d’oro, di cui però ha ricevuto soltanto 6 tarì, mentre il rimanente il detto Nicola si è impegnato a saldarlo nel seguente modo: 4 tarì entro il presente mese di febbraio, 10 tarì ad aprile e i rimanenti 10 tarì a maggio; ammette di aver ricevuto da Perna sua moglie i beni promessi al tempo del suo matrimonio, e cioè: 10 once d’oro e due letti con apparati; comanda che il frumento conservato nel suo granaio sia assegnato alla moglie, alla quale lascia anche una tunica del valore di 15 tarì; una tunica simile anche a Francesca sua figlia e alle nipoti Masella, Caterina, Giovannella e Marinella; a Ruggero Carrano, suo genero, lega un mantello del valore di 15 tarì; dice di possedere 9 vacche grosse che sono in custodia di Angelo Maczarella, al quale promise per custodia e salario1tarì e 15 grani per ciascun capo, e al quale ha versato finora per il salario 6 tarì e 5 grani; lascia 3 tarì alla chiesa di S. Andrea per decime non pagate; lega un cappuccio del valore di 3 tarì a Nicola Russo; vuole che Perna sua moglie sia proprietaria, assieme a Francesca sua figlia, di tutti i predetti beni, a patto che si mantenga casta; lega 1 tarì al suo padrino, 1 tarì al notaio e 1 tarì al giudice; infine nomina esecutori testamentari il presbitero Nicola de Lampo, Giovanni Russo e la moglie Perna.

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Date: 1419 settembre 06
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Maria Maggiore fanno redigere in atto pubblico la sentenza della Curia di Diano, secondo cui i beni legati dal defunto Feo Nugno ai monaci e ai frati delle chiese di S. Francesco, di S. Maria Annunziata e di S. Agostino al fine di far celebrare ogni anno, con il suono delle campane e con messe, l’anniversario della sua morte, vengono tolti, per inadempienza ai suddetti monaci e frati, ed assegnati, come stabilivano le disposizioni testamentarie, ai predetti presbiteri di S. Maria Maggiore.

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Date: 1420 settembre 2
AbstractAlla presenza di Tommaso vescovo di Capaccio, il presbitero Giovanni Rotolo vende per 20 tarì a Marinella, moglie di Ambrogio Capitino, una casa sita in Diano, e precisamente in "convicinio porte seu posterule Monialium"; detta vendita è fatta per reperire fondi "pro restauratione et frabica murorum dirutorum ecclesie Sancte Barbare et cappelle Sancti Antonii de Carbonibus".

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Date: 1421 gennaio 19
AbstractFrancesca, figlia ed erede del fu Pietro Lupo, assegna a Perna, sua madre e vedova di detto Pietro, per "iure seu ratione quarti, secundum usum et consuetudinem hominum terre Dyani", la quarta parte delle restanti terre appartenute al defunto.

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Date: 1424 agosto 27
AbstractCecca Macza, esecutrice testamentaria delle ultime volontà del fu Giovanni Macza cantore della chiesa di S. Maria Maggiore, stipula una convenzione coi presbiteri di detta chiesa: per far celebrare messe ad ogni anniversario della morte di detto Giovanni, si impegna a versare annualmente ad essi la somma di 5 tarì, assicurando il pagamento della rata con un’ipoteca su un suo terreno sito in località "Lo Sacco".

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Date: 1425 gennaio 30
AbstractLucania de Piczuto, giacendo a letto ammalata, detta il suo ultimo testamento, istituendo sua erede la chiesa di S. Nicola dei Latini, con l’obbligo, da parte del clero di detta chiesa, di pregare per l’anima della testatrice e per quelle dei suoi genitori; sceglie la stessa chiesa come luogo di sepoltura, legando ad essa 8 libbre di cera "luminaris" per il giorno della sua morte; lega 3 grani a ciascun presbitero intervenuto alle sue esequie, 15 grani per le processioni,2 tarì alla stessa chiesa; un casalino sito in località "La Rupa" al prete Pietro Ammenda; 3 tarì, un saccone e una capra "de melioribus" a Guglielmello, per i suoi buoni servizi; 1 tarì al "dominus" Silvestro, 1 tarì al detto Pietro Ammenda suo padrino spirituale, 10 grani a Costanza de Curcio, 10 grani a Margherita de Avante; 10 grani agli Affratati, 5 grani al giudice e 10 grani al notaio; infine nomina esecutori testamentari Tommaso arciprete di Polla e il detto Pietro Ammenda.

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Date: 1425 febbraio 7
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Maria Maggiore (Benedetto de Graziano abate, Matinella arciprete, Lorenzo de Marrisio cantore, Bertrando Pellicia arcidiacono di Marsico, Tommaso Payso, Tommaso Mucco, Salvatore de Russo, Giacomo de Precilla, Nicola Ripulo e Canio Nugno) assegnano a Nicola de Feo un terreno di 7 tomoli in località "Pedecampo", in cambio di un terreno della stessa estensione sito nella stessa località.

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Date: 1425 febbraio 11
AbstractFrancesco de Notaria e Battista Gurello, presbiteri e procuratori della chiesa di S. Angelo, assegnano a Ruggero del "magister Matteo" alcune case, un casalino e un orto siti in Diano e che un tempo appartennero a Tommaso de Parisio, ricevendo in cambio una vigna e certi terreni con alberi fruttiferi siti in Diano.

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Date: 1425 aprile 8
AbstractIl prete Canio Nugno, nipote ed erede del fu Antonio Nugno, attuando le ultime volontà dello zio, assegna alla chiesa di S. Maria Maggiore alcune botteghe site nella piazza di Diano, affinché, con la rendita che se ne ricava, i preti di detta chiesa possano ogni anno far celebrare messe in suffragio dell’anima di detto Antonio.

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Date: 1425 aprile 27
AbstractI presbiteri della chiesa di S. Nicola dei Latini, con l’assenso della Curia di Polla (Antonello de Pedio "vice comes" delle terre di Polla ed Atena, Cirono Melusio giudice, notar Giacomo Filangerio mastro d’atti), fanno redigere in atto pubblico il testamento della fu Lucania de Piczuto ( vedi Seminario, 177).

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