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FondFondo Notai (1426-1806)
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Date: 1594, luglio 8
AbstractIl notaio Leonardo Cerrone di Guardia Sanframondi, in virtù di facoltà concessa dal viceré Pedro Alfan de Ribera, duca di Alcalà, con lettera regia datata 19 febbraio 1563, riassume in forma pubblica un atto stipulato in data 8 marzo 1585, XIII indizione, in Pontelandolfo per mano del notaio Giovanni Angelo Russo di San Lorenzo - rimasto in forma di imbreviatura per la morte dello stesso notaio e conservato tra i suoi protocolli dalla vedova Carmosina de Salvatore - con il quale Enrico e Leonardo Vaccarella, padre e figlio di Pontelandolfo, vendono per il prezzo di ducati cinquanta di carlini d'argento a Lorenzo Salvatore Paulella di San Lorenzo annui ducati cinque in perpetuo, obbligando una chiusa parzialmente lavoratoria della capacità di moggia sedici circa, sita in pertinenze di Pontelandolfo, nel luogo dove si dice lo Tione de la Castagna, confinante con beni di Santo Focareta, beni di Andrea Verre e Sebastiano Longo, beni di Pietro de Barnabo, altri beni di detto Enrico redditizi alla chiesa di S. Salvatore di Pontelandolfo e via pubblica, i cui frutti ascendono annualmente a circa ducati dieci.

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Date: 1595, giugno 7
AbstractFerdinando Errico della terra di San Cumano, a nome proprio e come procuratore della madre vedova Albina della Serra di Flumeri - come da procura redatta in Flumeri dal notaio Paolo Petronio di San Cumano in data 5 marzo 1595 - vende per centocinquanta ducati di carlini d'argento a Donato Finamore dell'ordine dei conventuali minori di S. Francesco, che acquista in nome proprio e del convento di Mirabella dove dimora, una rendita di quindici ducati sui cinquanta che la madre esige sugli introiti e i diritti del mulino detto a Gradalone e, in solido, su tutti gli altri beni presenti e futuri tanto della madre quanto propri.

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Date: 1595, novembre 6
AbstractIl monastero di S. Giacomo di Benevento, nelle persone del priore Giovanni de Maselli e dei padri Domenico de Thoma, Biagio Scipione d'Auria e Pietro de Stefano, loca per ventinove anni a Giovanni Galluto, cittadino beneventano, un terreno della capacità di tomoli nove con un ischitello, sito in pertinenze di Benevento, nel luogo dove si dice lo Ponticello, confinante con beni di Giovanni Battista de lo Collo, beni del monastero di S. Pietro delle Monache e demanio della città di Benevento; il canone di tomoli sei di grano romano deve essere consegnato ogni anno nei locali del monastero il giorno 25 luglio, festa di S. Giacomo.

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Date: 1595, novembre 27
AbstractSalvatore Zito di Benevento vende ad Anello Salzano della stessa città una casa di più membri - una sala tempiata e due camere tempiate con supportico, un camerone con spartimento di tavole, di sotto un cellaro, una stalla, un magazzino, una dispensa, un cortiglio con orticello e un altro cortile un poco scoperto con scala di fabbrica che sale sopra il cortile piccolo - sita in Benevento in parrocchia di S. Maria de Scalellis e confinante con altri beni dello stesso Salvatore, beni di Girolamo del fu Iannotti Zito e via pubblica; il prezzo di ducati cinquecento in carlini d'argento, alla ragione di dieci carlini per ogni ducato e dieci grana per ogni carlino, deve essere pagato entro due mesi a Salvatore Fasulo di Paduli, che vanta su questa casa e su altri beni di Salvatore Zito un annuo censo di ducati cinquanta per un capitale di ducati cinquecento, come si evince dall'atto stipulato per mano del fu notaio Giovanni Luigi Nazario, atto che al momento del pagamento deve essere cassato a favore di Salvatore e del fu Giacomo Zito.

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Date: 1595, novembre 27
AbstractSalvatore Zito di Benevento vende ad Anello Salzano della stessa città per il prezzo di ducati cinquecento - alla ragione di carlini dieci per ducato e grana dieci per carlino - una casa consistente in una sala tempiata, due camere tempiate, un camerone con spartimenti di tavole, un cellaro, una stalla, un magazzino, una dispensa al magazzino, un cortile con orticello e un altro parzialmente coperto, con una scala di fabbrica che dal magazzino sale sopra il cortile piccolo, sita in Benevento, nella parrocchia di S. Maria de Scalellis, confinante con beni degli eredi di Iannotto Zito, altri beni dello stesso Salvatore Zito e via pubblica.

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Date: 1599, dicembre 20
AbstractPapa Clemente VIII, avendo saputo da Lucio de Morra, rettore della chiesa parrocchiale di S. Marco di Benevento e dottore utriusque iuris, che Massimiano Spatafora, rettore dell'abbazia di S. Maria della Vetrana della diocesi di Lecce, da venti anni occupa quell'abbazia indebitamente e non cura di recitare le ore canoniche e non è capace di recitarle a causa della sua grossolana ignoranza, incarica il vicario generale del vescovo di Lecce di indagare in proposito e, nel caso l'accusa fosse confermata, di privare Spatafora di quel beneficio e di assegnarlo a Lucio de Morra, già trovato idoneo dagli esaminatori in Roma, e di immettere questi o un suo procuratore nel corporale possesso della chiesa di S. Maria della Vetrana, beneficio sine cura, che non richiede la personale residenza e i cui frutti, redditi e proventi non superano i trecento ducati annui, sui quali pesano cento ducati da corrispondersi a Carlo Patigno.

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Date: 1600, dicembre 10
AbstractIn considerazione della lettera apostolica di papa Paolo II, data in Roma presso S. Pietro l’11 maggio 1465 e qui riportata, con cui quel pontefice richiama la cautela e l’avvedutezza con cui commissari e delegati devono gestire i beni ecclesiastici, avendo Cesare Mederni, rettore sine cura della chiesa dell’Annunciazione della beata Maria Vergine del casale di Massaquattro in diocesi di Vico, rappresentato la sua intenzione di migliorare le condizioni sue e di detta chiesa e canonica e di concedere perciò a censo a Fabio Cioffi, laico di Vico, per un canone di ducati nove in monete del regno di Napoli, pari a circa sei ducati d’oro di camera, un terreno in parte ricco di viti e altri alberi da frutta e in parte boscoso, con bottaio antico e palmento, sito in pertinenze della città di Vico, nel luogo dove si dice alla Pietà, confinante con beni di detto Fabio, beni degli eredi di Nicola Santo Vito e di altri, del valore e prezzo in proprietà di cento ducati d’oro di camera e per il quale finora si percepiscono ducati sei in moneta del regno di Napoli, pari a circa quattro ducati d’oro di camera, e avendo detto Cesare chiesto su questa concessione l’assenso apostolico, papa Clemente VIII si rivolge al vescovo e all’archidiacono di Vico perché si accerti la convenienza del contratto e, sussistendo questa, si proceda alla concessione del terreno alla terza generazione, con il patto che, finita o mancando la terza generazione, detto terreno con i miglioramenti apportati ritorni nel pieno possesso della chiesa dell’Annunziata; nell’annotazione sul verso della pergamena è data notizia del rilascio del regio exequatur.

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Date: [1501, gennaio 1 - 1600, dicembre 31]
AbstractI fratelli Francesco, Simone e Carlo […] cedono al notaio Giovanni Battista Ferro, procuratore di Laura […] dei beni stabili per il prezzo di ducati cinquantacinque.

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Date: [1551, gennaio 1 - 1600, dicembre 31]
AbstractRegio assenso alla vendita da farsi da parte di Prospero Arcuccio a Scipione […] per il capital prezzo di ducati ottocento di un annuo canone di ducati ottanta sopra le entrate dei casali di Canosa e Arielli.

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Date: [1501, gennaio 1 - 1600, dicembre 31]
AbstractUn certo Giovanni Battista vende ad un tal Giovanni Nicola un pezzo di terra per ducati otto di carlini d'argento.

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Date: [1501, gennaio 1 - 1550, dicembre 31]
AbstractIl nobile Ambrosio Russo di Ceppaloni, utile signore del feudo di Due Torri, assegna a Bartolomeo Russo di Terranova un terreno lavorativo in pertinenze di detto feudo, dove volgarmente si dice Paterno.

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Date: [1551, gennaio 1 - 1600, dicembre 31]
AbstractLorenzo Caserta vende per ducati quindici di carlini d'argento a Lorenzo Jameo due pezzi di terra di diretto dominio dell'ospedale e chiesa di […].

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Date: [1501, gennaio 1 - 1600, dicembre 31]
AbstractTestamento di Giovanni Scarponario di Cacciano, casale della terra di Tocco, con vari legati pii per tutti i preti e i monaci di Tocco e di Cacciano che prenderanno parte alle sue esequie, per quarantuno più trenta messe di suffragio, per la chiesa dell'Annunziata di tutta la valle e per la chiesa di S. Andrea di Tocco.

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Date: [1501, gennaio 1 - 1600, dicembre 31]
AbstractI coniugi Nicola e Angiolella Gozo - la moglie con il consenso del marito e con l'assistenza di Nicola Feoli, suo vicino e mundualdo - vendono a Paolo Testa per il final prezzo di once tre di carlini d'argento, alla ragione di carlini sessanta per oncia, due cellari terranei che possiedono nella casa di loro abitazione, sita in Benevento, nella parrocchia di S. Maria de Scalellis; nello stesso giorno Bartolomeo Gozo, figlio adulto di detti coniugi, ratifica la vendita.

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Date: 1601, agosto 31
AbstractCesare Albino, protonotario apostolico e primicerio maggiore beneventano - in virtù di facoltà conferitagli il 4 novembre 1587 dal cardinale Alessandro Farnese, vicecancelliere di S.R.E., di creare notai, tabellioni e giudici ordinari, dopo averne accertata l'idoneità e ricevuto il giuramento - nomina notaio e giudice ordinario Matteo Barone della terra di Forino.

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Date: 1602
AbstractCesare, Annibale Lactanzio e Barbato Maccaro, padre e figli di Guardia Sanframondi, vendono ai fratelli Ottavio Pompeo e Sebastiano de Leonardo della stessa terra per il final prezzo di ducati quattrocento un reddito di annui ducati quaranta sui frutti e i diritti dei seguenti beni stabili di proprietà di detto Cesare, posti in pertinenze di Guardia Sanframondi: una casa di più membri superiori e inferiori sita in luogo dove si dice lo Fontanello, confinante con beni degli eredi del fu Giovanni Domenico Tessitore e via pubblica; una vigna sita in luogo dove si dice li Morroni, confinante con beni di Tessitore e via pubblica; un orto sito in luogo dove si dice la Porta Francesca, confinante con beni della curia di Guardia, beni di Giovanni Roberto Piccerello e fratelli e via vicinale; una chiusa sita in luogo dove si dice Aira del Colombario, confinante con beni di Giovanni Battista Floreo e vallone; un ortale sito nello stesso luogo, confinante con beni di Domenico de Iuliano e beni degli eredi del fu Giovanni Leonardo Fuschini; un terreno aratorio sito in luogo dove si dice la Valle da Pede del Monte o Fontana Pontise, confinante con beni di Pietro Angelo Maccaro e beni della chiesa di S. Maria di Guardia Sanframondi.

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Date: 1603, novembre 13
AbstractClemente VIII incarica il vicario generale in spiritualibus dell'arcivescovo di Benevento di assegnare a Giacomo Antonio de Florio il beneficio della chiesa di S. Giovanni de Restauratis di Morcone in diocesi beneventana, il cui valore secondo comune stima non eccede i ducati centotrenta di camera e che si è reso vacante per restituzione da parte del precedente assegnatario Golio Pascelli.

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Date: 1603, dicembre 18
AbstractI consoli della città di Benevento - tra i quali Giovanni Pompeo Ventimiglia, Paolo Perotta, Francesco Marzullo e Agostino Schinoso - confermano a Pietro Cosso, duca di Sant'Agata, e ai di lui fratelli Giovanni Giacomo, Giovanni Tommaso, Francesco, Vincenzo e Scipione della città di Napoli la cittadinanza beneventana già concessa al loro padre Giovanni Paolo, primo duca di Sant'Agata, e ciò nonostante essi non abbiano una casa in Benevento - come richiesto dagli statuti cittadini - avendola donata al collegio della Società di Gesù nuovamente eretto in Benevento; la delibera è presa a maggioranza di trenta a otto.

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Date: 1604, febbraio 1
AbstractQuinzio Bongiovanni, protomedico generale del regno di Napoli, concede a Lucrezio de Blasio di Guardia Sanframondi - che ha superato l'esame di idoneità condotto da Orazio Armisio e Giovanni Girolamo Maresca - licenza e facoltà di esercitare liberamente l'arte aromataria.

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Date: 1604, novembre 22
AbstractGiovanni Domenico Pingue di Guardia Sanframondi vende per il prezzo di ducati quaranta di carlini d'argento a Domizio Floreo della stessa terra annui ducati quattro in perpetuo, obbligando una casa sita in pertinenze di Guardia, nel luogo dove si dice alle Cescola, confinante con beni di Decio de Leonardo, beni degli eredi del fu Antonio Cerrone e via pubblica, i cui frutti ascendono annualmente a più di ducati quattro.

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Date: 1606, aprile 26
AbstractFrancesco Angelo Zaccarano di Guardia Sanframondi vende per ducati dodici di carlini d'argento a Berardino de Sisto e ai di lui fratelli Ottavio e Cesare una vigna con molti alberi, sita e posta in pertinenze di Guardia nel luogo dove si dice l'Aya delle Colombe o lo Pagliaro, confinante con beni degli eredi del fu Cesare Zaccarano e via pubblica, redditizia alla curia ducale di detta terra di Guardia per un annuo censo da pagarsi nel giorno di Natale.

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Date: 1606
Abstract

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Date: 1607, gennaio 13
AbstractIn virtù di facoltà concessa con lettera data in Napoli nel regio palazzo vicino Castel Nuovo nel 1598, il notaio Perone di Montesarchio assume in pubblica forma il contratto redatto dal defunto notaio Donato Manco di Airola il 3 maggio 1604, con il quale Cesare e Marco Antonio Martino, padre e figlio di Airola, cedono a Domenico Albarella della stessa terra alcuni beni stabili siti nel luogo dove si dice piazza Tremonti: una casa coperta di astraco, con forno, tugurio o palearo, cortile ed orto di mezzo quarto di moggio, confinante con beni di Cubello Maruotto, beni degli eredi di Giovanni Pietro Ferace e via pubblica; un altro terreno di mezzo moggio arbustato e vitato, confinante con beni di Giulio de Luca; un altro terreno di cinque moggia in parte arbustato, vitato e querciato; un altro terreno anch'esso di cinque moggia circa con piedi di noce.

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Date: 1607, marzo 6
AbstractGiovanni Leonardo Sinia e Pasquale Feleppa di Buonalbergo, che hanno già ricevuto da Graziano Lombardo, cittadino beneventano, ducati ventiquattro, ricevono ora dallo stesso Graziano altri ducati ventisei a compimento di ducati cinquanta, per i quali promettono in solido di consegnare ad esso Graziano a Benevento, nel giorno di S. Giacomo nel mese di luglio, tanta quantità di grano sano, asciutto e non bagnato, secondo che varrà nel detto giorno di S. Giacomo nella dogana di Benevento a relazione dei doganieri.

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Date: 1607, novembre 12
AbstractAntonio Albanese della città di Sant'Agata de' Goti vende per il prezzo di ducati duecento a Giovanni Vincenzo Mazzone della stessa città annui ducati diciotto sui frutti e gli introiti di un suo terreno della capacità di moggia cinque circa, arbustato lavoratorio con alberi da frutto, sito nel luogo dove si dice a Faciano a Carpino.

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Date: 1608, febbraio - 1608, giugno 11
AbstractDue atti affiancati dello stesso anno: nel primo Giovan Battista Pertio Mattei del casale di San Lorenzello, anche a nome del fratello minore, vende per il prezzo di ducati centoquaranta ad Alberto Izzo dello stesso casale un terreno arbustato della capacità di moggia quattro con una chiusa contigua di moggia due, sito in pertinenze di San Lorenzello, nel luogo dove si dice la Cesareneccia, confinante con beni di detto Alberto, beni di Francesco Fusco, beni di Leonardo e Pietro de Salvatore, via pubblica e demanio di detto casale; nel secondo atto, stipulato quattro mesi dopo, lo stesso Giovanni Battista, essendo defunto Alberto Izzo, perfeziona la vendita con i di lui figli ed eredi Nicola, Francesco e Oliviero, precisando che nel prezzo di ducati centoquaranta è compreso anche un altro pezzo di terra della capacità di moggia due e mezzo, sito nello stesso luogo e confinante con beni di Agostino de Massa e demanio del casale di San Lorenzello.

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Date: 1608, novembre 7
AbstractAngelo Baglivo di Castelvenere vende per il prezzo di ducati venti di carlini d'argento a Giovanni Martono, nativo di Rocca, casale di San Salvatore, ma al presente dimorante in Castelvenere, un terreno lavorativo con alcuni alberi sito in territorio di Castelvenere, nel luogo dove si dice le Vigne Vecchie, confinante con beni di Giulio de Manno, vallone chiamato Camponovo della Venere e via pubblica.

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Date: 1609, novembre 26
AbstractVincenzo de Meulo di Cerreto promette a Marco Aurelio Gennarello - nominato unitamente al dottor Giovanni Alfonso Gennarello procuratore di Scipione Vigliotta con atto del notaio Giovanni Battista de Nigro di Vitulano dell'1 novembre 1609, VIII indizione - di pagare a detto Scipione ducati centoventitre e mezzo in tre rate: ducati 50 nel giorno di Natale prossimo venturo, ducati quaranta nella festa di S. Bartolomeo ad agosto e i rimanenti ducati trentatre e mezzo nel giorno di Natale del prossimo anno 1610 e su questa promessa, in particolare per le due ultime rate di complessivi ducati settantatre e mezzo, si impegna anche il di lui figlio, Viviano de Meulo; i ducati centoventitre e mezzo sono parte dei ducati cinquecento, più interessi, che Scipione, in nome proprio e come figlio ed erede del fu Alessandro Vigliotta, già erario del duca di Maddaloni, deve recuperare non solo da Vincenzo de Meulo, ma anche da Giovanni Lorenzo de Meulo e da Decio e Martino Galterio, una volta affittuari dei mulini comitali di Cerreto.

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Date: 1610, novembre 10
AbstractAndrea Filippello, giurato ordinario e inserviente della curia di Guardia Sanframondi, tanto in nome di detta curia quanto in nome degli eredi di Dionisio Guido di Guardia - il figlio Bartolomeo e la moglie Zilidonia de Iasio - vende per cinquanta ducati di carlini d'argento ai fratelli Giovanni e Giovanni Antonio de Sebastianello della stessa terra un magazzino di più membri, in comune e indiviso con gli eredi del fu Nicola Guido, sito in pertinenze di Guardia nel luogo dove si dice la Porta Francesca, confinante con beni di Domistia Carapella, beni di Bernardino Gammeo, beni di detti fratelli de Sebastianello e via pubblica, soggetto ad un canone o censo in favore della curia ducale di detta terra; la vendita, preceduta dal bando emanato nei luoghi soliti e ad alta ed intelligibile voce dall'altro giurato Girolamo Filippello, avviene per decreto della curia di Guardia dell'11 settembre 1610 ad istanza di Laura Salamone, che, quale madre e tutrice delle persone e dei beni dei fratelli Tommaso e Libero Floreo, deve recuperare dagli eredi di Dionisio Guido la somma di ottanta ducati, cinquanta di capitale e trenta per mancato pagamento del censo di cinque ducati per sei anni; dei cinquanta ducati offerti per la metà del magazzino, ducati trentatre, carlini tre, grana sei e denari due sono pagati a detta Laura creditrice, il rimanente gli acquirenti lo trattengono per versarlo alla curia ducale a titolo di terziaria.

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Date: 1611, agosto 13
AbstractLaura de Ianigro di San Bartolomeo in Galdo, dimorante al presente in Guardia Sanframondi, con il consenso di Pompeo Marotta, suo marito e mundualdo, vende per il prezzo di ducati venti di carlini d'argento al notaio Giovanni Battista Pigna di Guardia Sanframondi annui ducati due in perpetuo, obbligando una casa sita in pertinenze di Guardia, nel luogo dove si dice la Portella, confinante con beni di Lorenzo Marrone, beni di Orazio de Virgilio e via pubblica, e una vigna con viti latine e alberi da frutta, sita nella stessa terra, nel luogo dove si dice lo Trono, confinante con beni di Domizio de Pascale e via pubblica da tre parti; i beni obbligati non sono dotali, ma sono pervenuti a detta Laura per successione dell'eredità del defunto suo primo marito, Equizio Sturpone.

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Date: [1563, gennaio 1 - 1611, dicembre 31]
AbstractGiovanni […] vende a Elbanio […] e Domenico […] per il capitale di ducati sessanta annui ducati sei.

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