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FondFondo Notai (1426-1806)
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Date: 1553, luglio 15
AbstractAngiolillo de Santaro di Airola, che interviene con il consenso e assenso del padre Santo, dichiara di aver ricevuto in dote secondo l'uso e la consuetudine della terra di Airola da Santilia de Marchetta della stessa terra, sua moglie promessa, che interviene con il consenso e l'assenso del padre Vincenzo, e da esso Vincenzo once tre di carlini d'argento, alla ragione di carlini sessanta per oncia, in pecunia numerata e in beni mobili corredali stimati ed apprezzati da comuni amici.

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Date: [1553, novembre 28]
AbstractI canonici del Capitolo beneventano concedono ad Antonio ed Angelo […] in enfiteusi a titolo di permutazione una casa per l'annuo canone o pensione di tarì 8 alla ragione di carlini due per tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria nel mese di agosto o nel giorno immediatamente successivo; i fratelli si impegnano entro cinque anni a rifare il tetto e a restaurare le strutture con materiale di buona qualità e, trascorsi venti anni, potranno avere rinnovata la concessione per altri ventinove anni.

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Date: [1532, settembre 4 - 1553, febbraio 22]
AbstractNel frammento è riportata una lettera regia data durante il viceregno di Pedro da Toledo marchese di Villafranca; si fa riferimento ad un certo Russo di Ceppaloni, ad un notaio Giovanni Battista e a Michele de Rubo, che fu giudice annuale.

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Date: 1554, maggio 21
AbstractLa badessa e le monache del monastero di S. Pietro delle Monache di Benevento concedono a censo perpetuo a Marco Antonio de lo Mastro di Benevento una casa diruta, sconquassata e scoperta, della consistenza di due membri, uno terraneo con arco di fabbrica in mezzo e uno solariato, sita in Benevento, nella parrocchia di S. Tommaso de Operibus, confinante con beni di Bartolomeo de Colle, beni di Francesco Bocchino, via pubblica e fosso de la Fragola, per l'annuo canone di mezza libra di cera lavorata, da consegnarsi nel vespro della vigilia della festa di S. Pietro nel mese di giugno, e ducati due e mezzo di carlini d'argento.

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Date: 1554, luglio 22
AbstractGiovan Tommaso Laudanna della terra di Airola, che interviene con il consenso e l'assenso del padre Giovanni, riceve da Caterina Truppi, che interviene con il consenso e l'assenso del fratello Marco, e da sua madre Beatrice Tripalda once cinque di carlini d'argento, alla ragione di carlini sessanta per oncia, in pecunia numerata e in beni mobili corredali, come dote per il matrimonio da contrarsi con la stessa Caterina.

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Date: 1555, gennaio 19
AbstractI fratelli Bartolomeo e Salvatore Terragnoli vendono per sessanta ducati a Petruccio Colle una casa con scala di fabbrica sita in Benevento nella parrocchia di S. Maria delle Zite.

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Date: 1555, marzo 26
AbstractNicola Gozo trasferisce a favore di Giovanni Tommaso de Rosa e dei di lui fratelli Cesare e Terenzio, figli ed eredi del fu Antonio, l'utile dominio di una piccola casa consistente in due membri, una saletta solariata e quadrellata e un terraneo sotto di essa, sita e posta in Benevento nella parrocchia di S. Maria de Scalellis - confinante con beni del Capitolo beneventano, beni della collegiata chiesa di S. Spirito che tiene lo stesso Nicola, beni della chiesa di S. Bartolomeo che tengono gli eredi di Nicola Feoli e via pubblica - di diretto dominio del monastero di S. Pietro delle Monache, che l'ha concessa in enfiteusi a detto Nicola a titolo di permutazione con atto del notaio Nicola Camellino di Benevento con la pigione annua di quattro tarì e mezza libra di cera lavorata; il trasferimeto avviene per la somma di ducati quindici da sottrarre al debito di ducati cinquantaquattro che Nicola ha contratto con il fu Antonio de Rosa e di cui il figlio di questi, Giovanni Tommaso, ha chiesto la restituzione.

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Date: 1555, agosto 1
AbstractFabio Grifo di Napoli dichiara di ricevere da Roberto de Rogerio di Napoli ducati centotrenta in carlini d'argento di giusto peso e retto conio, alla ragione di carlini dieci per ducato, a compimento dei ducati duecento dovutigli come porzione della dote e dei diritti dotali della defunta moglie Fenizia de Rogerio e promette di bene e diligentemente tenere, custodire e conservare detti ducati duecento, garantendoli con tutti i suoi beni stabili e mobili, burgensatici e feudali, e di consegnarli agli eredi di detta Fenizia o a chi di diritto spetteranno.

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Date: 1555, ottobre 2
AbstractBartolomeo Cupeta, canonico beneventano, nella qualità di rettore della parrocchiale chiesa di S. Eustachio, loca per l'annuo canone o censo di carlini otto, da corrispondersi nel giorno della festa di S. Eustachio nel mese di ottobre, a Mattia de Nardi di Torrioni, cittadino beneventano, una casa consistente in un sol membro terraneo, sita nella città di Benevento in parrocchia di S. Marco, confinante con beni della chiesa parrocchiale di S. Marco che tiene lo stesso Mattia, beni della chiesa dell'Annunziata che tiene Fabio de Enea, cortile e via vicinale.

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Date: 1555, ottobre 18
AbstractFrancesco Rega di Montesarchio retrovende a Sebastiano Vultrano anche di Montesarchio un terreno aratorio e arbustato, sito in territorio di Montesarchio nel luogo dove si dice i Baparisi, confinante con beni di Antonio de Leonardo, beni della chiesa di S. Francesco, beni della cappella di S. Antonio di Padova e via pubblica, terreno che Francesco ha acquistato alcuni mesi addietro dallo stesso Sebastiano e in solido dal suo avo materno Ippolito Iannarello per cinquantasei ducati di carlini d'argento.

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Date: 1556, gennaio 8
AbstractLa collegiata chiesa di S. Bartolomeo di Benevento, nelle persone del priore Domenico de Alfonso e dei canonici, sulla base di una perizia effettuata dai canonici Vincenzo de Cervo e Bartolomeo Puchesta, concede a Micco de Francione di San Giorgio delle pertinenze di Montefusco in enfiteusi a titolo di permutazione, da farsi entro il termine di anni venti, e per l'annuo canone di carlini dieci da pagarsi in agosto nella festa di S. Bartolomeo, una casa sita in Benevento, nella parrocchia di S. Giovanni e S. Nicola e consistente in un cellario terraneo, una camera sopra di esso e un contiguo casaleno scoperto.

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Date: 1556, gennaio 16
AbstractLa chiesa parrocchiale di S. Angelo a Porta Somma di Benevento, nella persona del suo rettore, chierico Francesco Sabariano, concede a titolo di permutazione a ventinove anni ai fratelli Marco e Vincenzo de Lauro, cittadini beneventani, per l'annuo canone di carlini quindici da corrispondersi nella festa di S. Angelo nel mese di maggio, un pezzo di terreno aratorio sito in Benevento nel luogo dove si dice l'Acquafredda, della capacità di tomoli nove, più o meno, confinante con beni di Battista Menchiale, vallone, beni di detti de Lauro e beni del monastero di S. Caterina di Benevento che tengono gli stessi de Lauro; entro il ventinovesimo anno il bene può essere affrancato obbligando a titolo di permutazione un altro terreno, posto pure in Benevento in luogo simile o migliore e che, a giuidizio di due probi viri da eleggersi da parte della chiesa di S. Angelo, valga un canone di diciassette carlini.

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Date: 1556, aprile 10
AbstractL'abate Bartolomeo Cogetti, canonico della Chiesa beneventana, affranca dalla chiesa parrocchiale di S. Pietro de Traseris di Benevento una casa consistente in una stalla, una camera sopra la stalla ed una superficie sopra la camera, sita in Benevento in parrocchia di S. Mauro, confinante con via pubblica e con altri beni dello stesso Bartolomeo, concessagli con atto del notaio Giovanni Francesco Testa di Benevento in enfiteusi a titolo di permutazione per l'annuo censo di carlini dodici, alla ragione di grana dieci per carlino; a questo scopo offre in scambio una sua casa consistente in una sala e una camera solariate, superficie sopra la camera e scala di fabbrica, sita in Benevento in parrocchia di S. Maria Porta Gloriosa, confinante con via pubblica da due parti, beni di Angelo Francellotti e beni di Angelo Mareschi.

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Date: 1556, ottobre 7
AbstractPer decreto emesso ad istanza di Marcello de Mascambroni da Gregorio Dossio, governatore e vicario della curia temporale della città di Benevento, il notaio Scipione de Abbamondi rende in pubblica forma un atto del fu notaio Antonio Filomate del 28 luglio 1556, quattordicesima indizione - rimasto in forma di imbreviatura per la morte dello stesso notaio - con il quale Bartolomeo de Cuccaro di Benevento, sua moglie Camilla de lo Bozo e suo fratello Giovanni Vincenzo de Cuccaro vendono per ottanta ducati di carlini d'argento a Marcello Mascambroni di Benevento una casa solariata, consistente in una sala e una camera con scala di fabbrica e un cellario terraneo, redditizia quanto al solo cellario per annui carlini cinque all'ospedale e chiesa dell'Annunziata, sita nella città di Benevento in parrocchia di S. Gennaro, confinante con beni di S. Vittorino che tengono a censo gli stessi venditori, beni Frabessi di Sant'Angelo a Cupolo e piazza pubblica.

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Date: 1556, novembre 15
AbstractCesare Cerrone di Guardia Sanframondi, anche a nome del fratello Francesco - come da procura redatta dal notaio Angelo Rossi di San Lorenzo il 7 maggio 1551, IX indizione -, cede, salvo assenso del duca di Maddaloni utile signore della terra di Guardia Sanframondi, a Giovanni Angelo Vito de Rizardo, tutore dei figli ed eredi di Girolamo Cerrone, e a Marino Cerrone - che, emanato il bando ad alta e intelligibile voce da Sebastiano Vincenzo Florio, bajulo e inserviente della curia di Guardia Sanframondi, hanno offerto il prezzo più alto - un magazzino sito extra moenia in detta terra di Guardia, nel luogo dove si dice alla Porta de Francesca, confinante con beni degli eredi del fu Giovanni Marino Vetulo, altri beni dei figli del fu Girolamo Cerrone e via pubblica, sul quale grava il peso di un reddito di [denari uno] e mezzo a favore del duca di Maddaloni, al quale spetta anche la terziaria in caso di alienazione; dei ducati sedici, che costituiscono il prezzo finale offerto dai Cerrone, ducati dieci, tarì tre e denari quaranta vengono manualmente versati a detto Cesare, ducati cinque, tarì uno, grana tredici e denari due sono da corrispondere come terziaria al duca di Maddaloni.

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Date: 1557, marzo 8
AbstractGirolamo de Sosso Maurello di Benevento vende a Minico de Spicciato della stessa città per il prezzo di ducati dodici di carlini d'argento, alla ragione di dieci carlini per ogni ducato e dieci grana per ogni carlino, una vigna con alberi fruttiferi e infruttiferi, della capacità di quarte tre circa, sita e posta in pertinenze di Benevento nel luogo dove si dice La Serretella o Palmento de la Lambia, confinante con altri beni di detto Minico, beni di Vincenzo de Masi, beni di Ippolita de Spicciato, beni di Paolo Sosso Maurello e beni di Antonio de Lima.

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Date: 1557, ottobre 21
AbstractFerdinando Francesco D'Avalos de Aquino, presidente della Regia camera della sommaria, rilascia ad Alessandro Fasiulo della terra di Baiano e ai suoi figli Colangelo, Silvestro e Giovanvincenzo una patente in cui si ribadisce a chi di dovere che gli stessi, in virtù delle franchigie concesse e confermate dai diversi sovrani alla città di Napoli e ai suoi cittadini e abitanti, sono esentati da qualsiasi pagamento per il trasporto di vettovaglie, frutta e altra roba da mangiare destinate all'uso e grassa della città di Napoli.

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Date: [1557, dicembre 01 - 1557, dicembre 31]
AbstractI fratelli Ferdinando e Cenzio De Pascale del casale di Antessano vendono con atto del notaio Giovanni Tommaso Pantaleone dell'1 dicembre 1557 a Colangelo Severino dello stesso casale un orto e un castagneto, siti in terra di Antessano, per un prezzo da valutarsi entro un certo tempo da parte del mastro Blasio de Plantullo e che risulta fissato in ducati ventuno, di cui i fratelli De Pascale dichiarano con atto del notaio Luca Antonio Brancalis di San Severino del 18 settembre 1558 di riceverne diciannove, donando i due restanti al detto Colangelo.

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Date: 1558, novembre 4
AbstractCon intervento di Paolo Odescalchi, dottore in utroque iure e protonotario, nella qualità di uditore generale della curia delle cause della Camera apostolica e giudice ordinario della curia romana, si decide sulla lite apertasi tra l'abate e i frati del monastero di S. Modesto della diocesi beneventana e i fratelli Melchiorre e Valerio De Marco, cittadini beneventani, per il pagamento del dovuto in carri di fieno e di paglia come canone di locazione della masseria sita in pertinenze di Benevento e detta volgarmente de Li Monaci e di alcuni altri beni stabili, concessi con atti del febbraio 1548 e del 15 gennaio 1556.

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Date: 1559, gennaio 17
AbstractGiovanni Luigi Vipera di Benevento concede in enfiteusi a due ventinove anni, iniziati il ventisei agosto prossimo scorso, a Colangelo Scarano di Benevento per l'annuo censo e canone di ducati sette di carlini d'argento, alla ragione di carlini dieci per ducato e di grana dieci per carlino, da corrispondersi il giorno venticinque di agosto, un'ischitella di fiume con piedi di salice, sita in Benevento nel luogo dove si dice S. Hermo, confinante con beni di Marzia Grifo e beni di Cuccaro, e un orto di tomoli uno e mezzo circa sito pure in territorio beneventano nel luogo dove si dice Santa Croce o San Leone, confinante con via pubblica, beni di detto Giovanni Luigi Vipera che tiene Cesare de Tufo e altri beni dello stesso Vipera.

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Date: 1560, gennaio
AbstractParucio Galisso, nella qualità di rettore della chiesa di S. Giovanni in Ceppaloni - avendo negli anni trascorsi concesso in enfiteusi a titolo di permutazione per l'annuo reddito di carlini due e grana due a Baronzio Mayo un pezzo di terra selvata della capacità di tomoli quattro, più o meno, sito e posto in territorio di Ceppaloni, nel luogo dove si dice alla Selva Grande o Trocchia, confinante con beni dello stesso Baronzio, beni del monastero di S. Pietro di Benevento e via vicinale - riceve in permuta dal Mayo un altro terreno lavoratorio, della capacità in semina di un tomolo e mezzo, più o meno, con piedi di olivo e altri alberi fruttiferi, sito in territorio di Ceppaloni, dove si dice le Prature, confinante con beni di Santo Pepicello, beni di Giacomo Belli e fiume, terreno che lo stesso Baronzio ha acquistato da Santo Pepicello e che i periti Vincenzo Farese e Vincenzo Perone, a questo scopo nominati dal rettore Galisso, hanno valutato per un reddito annuo di carlini due e grana quattro.

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Date: 1560, marzo 20
AbstractGiovanni Pietro Ioffre della città di Ariano ha stipulato capitoli matrimoniali per le nozze da contrarsi tra lui e Giulia Amabile della stessa città e, in considerazione della disparità esistente tra loro - essendo Giovanni Pietro un molto rustico custode di vacche e di altri animali, come custodi di animali sono anche i suoi rusticissimi parenti ed ignobile è lo stipite da cui deriva la sua progenie ed essendo di contro Giulia di nobile famiglia, aliena da servizi rustici ma educata alle arti spettanti alle nobili donne, e poi bellissima e ornata di ogni virtù - e poiché egli dubita che, premorendo alla moglie, questa possa trovare più un marito della sua condizione, si è impegnato ad aumentare di trecento ducati la dote di venti once di carlini d'argento promessa dal padre di lei, Antonello Amabile; ora, contratto il matrimonio ed eseguita la copula della carne, dona a titolo di donazione irrevocabile tra vivi alla moglie Giulia i trecento ducati su tutti i suoi beni mobili e stabili.

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Date: 1560, aprile 10
AbstractLa badessa e le monache della chiesa e monastero di S. Vittorino di Benevento, concedono in enfiteusi a due ventinove anni a Liberato Carnacelle della stessa città una casa consistente in due membri terranei e due solariati, sita in Benevento, in parrocchia di S. Maria de Cortolelle, confinante con beni di Paolo Carnacelle, beni di S. Bartolomeo che tiene Angelo Molinaro e altri beni di S. Vittorino, già in passato concessa allo stesso Liberato, ma poi devoluta al monastero per mancato pagamento del canone; il canone o censo - fissato sulla scorta della perizia eseguita dagli esperti abate Gerolamo Gisoldo, canonico della Chiesa beneventana, e Andrea Francione, canonico della collegiata chiesa di S. Bartolomeo, e da pagarsi ogni anno nel giorno della festa di S. Silano a luglio - è di sedici carlini, alla ragione di dieci grana per carlino, e mezza libra di cera lavorata per il primo ventinovennio e di dieci carlini e una libra di cera lavorata per il secondo ventinovennio.

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Date: 1560, giugno 24
AbstractDomenico de Venditto di Cusano vende a Donato Civitillo della stessa terra per il prezzo di ducati tre e mezzo di carlini d'argento, alla ragione di carlini dieci per ducato, un castagneto sito in pertinenze di Cusano, nel luogo dove si dice Forte Chiano.

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Date: [1560, settembre 15]
AbstractA. de Brancusi … Vincenzo de Sabatino … Lucio de Cobella … Girolamo de Barbato … Lucio de Luca … chiesa di S. Maria Maggiore ...

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Date: [1562], gennaio 2
AbstractGiovanni Luigi Vipera di Benevento concede ad Aron[zio Guastaleuna] in enfiteusi perpetua - per il reddito o censo di carlini quattordici e mezzo, alla ragione di grana dieci per carlino, da pagarsi ogni anno il quattro ottobre - una parte di un territorio lavorativo di salme sedici con fonti, sito in pertinenze di Benevento, nel luogo dove si dice Le Fontanelle, confinante con via vicinale, beni di Colamaria de Guardia, beni di Lucio de Morra, via pubblica e beni della parrocchiale chiesa di S. Elia[no], e proprio quella parte, della capacità di tomoli due e un quartarolo alla misura beneventana, che confina con detta via vicinale e con beni dello stesso Giovanni Luigi locati a Restuccio [Vulgi] e ad Agostino de Picciolo.

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Date: 1562, gennaio 2
AbstractGiovanni Luigi Vipera di Benevento - proprietario di un pezzo di terra lavoratoria della capacità di sedici salme con fonti, sito in territorio beneventano nel luogo volgarmente detto Fontanelle, confinante con via vicinale che conduce alle vigne di S. Modesto, con beni dei D'Aversa, beni dei Colamaria di Guardia, beni di Lucio de Morra, via pubblica e beni della chiesa parrocchiale di S. Eliano che tiene Giovanni Antonio de Carissimo - ne concede in enfiteusi perpetua, per l'annuo canone di carlini quattordici e mezzo da corrispondersi il quattro ottobre, ad Aronzio Guastaleuna della stessa città di Benevento tomoli due e un quartarolo, confinanti con detta via vicinale e con altri due pezzi di terreno concessi dallo stesso Giovanni Luigi in enfiteusi perpetua a Restuccio Vulgi uno, e ad Agostino de Picciolo l'altro.

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Date: 1562, febbraio 3
AbstractBerardino Bilotta di Vitulano vende per un censo perpetuo di dieci ducati annui a fra' Costantino de Mastroiorio di San Giorgio, rappresentato da Decio Velle di Vitulano in virtù di atto di procura del notaio Benedetto de Benedittari di San Giorgio del 27 gennaio 1562, una bottega di quattro membri superiori e inferiori, detta e nominata conciaria de' pelli, sita e posta in pertinenze di Vitulano nel luogo dove si dice La Fontana Delloriale, confinante con altri beni dello stesso Berardino, vallone corrente ad oriente e a settentrione con la fonte comune di detta terra di Vitulano.

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Date: [1560, maggio 24]
AbstractGiovanni [Francesco di Sangro], marchese di Torre Maggiore, vende con patto di retrovendita a Giovanni Luigi […] la terra di Montenero con tutti i suoi diritti e pertinenze per il prezzo di ducati ottomila, da utilizzarsi per l'acquisto della terra di San Severo.

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Date: 1562, dicembre 29
AbstractGiovanni Luigi Vipera di Benevento concede a Marcello de Picciolo della stessa città in enfiteusi perpetua, per l'annuo canone o censo di carlini 28, alla ragione di grana dieci per carlino, da pagarsi il giorno 4 ottobre, una parte - della consistenza di tomoli quattro - di un territorio che egli possiede in Benevento, nel luogo dove si dice le Fontanelle, confinante con via vicinale che va alle vigne di S. Modesto, beni di Colamaria de Guardia, beni di Lucio Morra, via pubblica e beni della parrocchiale chiesa di S. Eliano che tiene Giovanni Antonio Carissimo.

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Date: 1563, novembre 8
AbstractLa Regia camera della sommaria, nella persona del suo presidente Ferdinando Francesco d'Avalos d'Aquino, dà applicazione al decreto emesso dalla stessa Camera in data 30 ottobre 1563, con cui viene riconosciuto a Matteo Carranfa di San Nazzaro il diritto di godere dell'immunità da ogni contribuzione fiscale ordinaria e straordinaria, gabella, colletta e dazio imposti dall'università di San Nazzaro, in quanto a suo carico sono undici figli ed un nipote abiatico.

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