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FondFondo Notai (1426-1806)
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Date: 1563, novembre 8
AbstractLa Regia camera della sommaria, nella persona del suo presidente Ferdinando Francesco d'Avalos d'Aquino, dà applicazione al decreto emesso dalla stessa Camera in data 30 ottobre 1563, con cui viene riconosciuto a Matteo Carranfa di San Nazzaro il diritto di godere dell'immunità da ogni contribuzione fiscale ordinaria e straordinaria, gabella, colletta e dazio imposti dall'università di San Nazzaro, in quanto a suo carico sono undici figli ed un nipote abiatico.

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Date: 1563
AbstractLazaro di Angelo Todesca Bresci si riconosce debitore di Michele de Gregorio, cittadino beneventano, per un mutuo di ducati sette e mezzo di carlini d'argento, alla ragione di carlini dieci per ducato, e si impegna a saldare il debito entro il prossimo mese di luglio.

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Date: [1543 gennaio 1 - 1563 dicembre 31]
AbstractTiberio […] vende per il prezzo di ducati quattro a Matteo […] una selva con piedi di castagno franca e libera, sita in pertinenze della terra di Airola, nel luogo detto la Strepposa, confinante con beni di Antonio Salomone, beni di Vincenzo Maurelli e beni di Alessandro Truppi.

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Date: [1563, gennaio 1 - 1563, dicembre 31]
AbstractI coniugi Ettore de lo Colle e Gelsomina Tartaglia di Benevento - la moglie con il consenso di detto Ettore, suo marito e mundualdo, e l'assistenza, mancando parenti prossimi, di Cesare Vorrasio - vendono per il final prezzo di ducati settanta di carlini d'argento, alla ragione di carlini dieci per ducato, a Giovanni Bernardino Mazzeo alias de Ragosa, della stessa città, una casa di più membri, con casaleno scoperto esteso per la lunghezza dei locali adiacenti e longitudinalmente per tredici palmi, sita nella città di Benevento, in parrocchia di S. Matteo di Port'Aurea, confinante con via pubblica e beni di Nicola de Iorio.

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Date: 1564, agosto 31
AbstractTommaso Bruno di Benevento e Alessandra Ricciuta, agente con il consenso dello stesso Tommaso, suo marito e mundualdo, e con l'assistenza di Giovanni Vitelli, vendono per il capitale di cento ducati di carlini d'argento a Nicola Gallo di Vitulano, cittadino beneventano, annui ducati dieci, da corrispondersi ogni 25 agosto, sugli introiti e i frutti di una loro vigna con terra vacua, alcuni alberi da frutta, una casa e una palmenta in fabbrica, della capacità in semina di tomoli otto, più o meno, sita in territorio beneventano nel luogo dove si dice lo Perillo, confinante con beni di Giovanni de Laurentis, via pubblica e beni degli eredi del fu Giovanni Terragniolo, redditizi due tomoli di terra vacua per un legato alla chiesa di S. Modesto di Benevento per […] cinque da pagarsi ogni anno nella festa di santa Margherita nel mese di giugno.

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Date: 1564, agosto
AbstractGiovanni Vitello di Benevento vende a Nicola Gallo di Vitulano per il capital prezzo di ducati cento un reddito annuo di ducati dieci di carlini d'argento, alla ragione di carlini dieci per ducato, sui frutti e i diritti di una vigna della capacità di tomoli sei, più o meno, con palmento di fabbrica e tugurio murato intorno intorno, con alcuni e diversi alberi fruttiferi e infruttiferi e con terra vacua, sita in […], confinante con beni di Francesco de Tiseulo, beni di Marino Landolfo e due vie vicinali.

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Date: 1564, novembre 6
AbstractMarco Antonio Protonobilissimo di Napoli, essendo occupato in molti e ardui negozi e vivendo lontano dalla città di Benevento, nomina Roberto de Marco di Caiazzo, di cui conosce l'efficienza, la legalità e la solerzia, suo procuratore in tutti gli atti da compiersi per recuperare a sé e a suo fratello Silvio i crediti e tutti i beni mobili dell'altro fratello, Giovanni Battista Protonobilissimo, morto senza testamento.

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Date: 1564, dicembre 4
AbstractAffrancazione a titolo di permuta di un bene stabile redditizio alla chiesa ed ospedale dell'Annunziata, qui rappresentati dal procuratore fiscale Ambrosino Marotta di Benevento, con trasferimento del canone annuo di sette carlini su una vigna con terra vacua e alberi da frutta, sita in territorio beneventano dove si dice alli Capo Fini.

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Date: 1566, marzo 19
AbstractGiovanni Vincenzo de Macris di Napoli - procuratore di Francesco Mirando di Montesarchio come da atto di procura redatto dal notaio Nicola Vincarci della città di Milano il 31 luglio 1564 - vende a Giovanni Antonio Reale di Montesarchio l'utile dominio di una terra aratoria con alcuni alberi con vite latina, della capacità di tomoli diciassette, sita in pertinenze di Montesarchio, nel luogo dove si dice alla Thesa, confinante con beni di Giovanni Antonio Capuano, beni di Antonello Capuano e via pubblica, su cui grava un canone o censo di ducati quindici da corrispondere ogni anno nel mese di giugno nella festa di S. Pietro alla chiesa arcipretale di S. Nicola della stessa terra; il prezzo pattuito di ducati trecentotrenta deve essere saldato in due rate, una metà nel mese di agosto 1566 e l'altra entro la Pasqua del 1567.

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Date: [1566, ottobre 20 - 1566, dicembre 29]
AbstractVincenzo Sumetta vende per trentatre ducati di carlini d'argento a un tal Giacomo, che si impegna a pagarli entro le feste pasquali con la fideiussione di Leonardo Guastaleuna, l'utile dominio su una vigna con terra vacua della capacità di circa tomoli tre, sita in territorio beneventano, dove si dice Le Guardie, concessagli a censo enfiteutico a ventinove anni dal monastero di S. Modesto di Benevento per l'annuo canone di carlini 10 da corrispondersi nel mese di luglio nella festa di S. Margherita, confinante con beni dello stesso monastero tenuti da Antonio de Sanctis e da Giovanni Marni, beni di S. Bartolmeo tenuti da Paolo de Habino, Vincenzo Zamparello e Marco Antonio Albino e via vicinale, la stessa vigna che il monastero concesse per il canone di carlini sette al padre di Vincenzo, Mariano Sumetta, con atto del notaio Virgilio Russo di Benevento del 17 maggio 1537 e di cui ha rinnovato la locazione a Vincenzo per altri ventinove anni aumentando il canone a dieci carlini con atto del notaio Lucio Margiacca del 14 ottobre 1566; essendo coinvolti beni dotali, l'atto è ratificato anche dalla moglie di Vincenzo, Cubella, dalla loro figlia Marzia e dalla moglie di Giacomo, Porzia; Giacomo si impegna al pagamento del laudemio o quartiria di ducati otto al monastero di S. Modesto e questo - nelle persone di Marcellino da Cremona, Lorenzo da Cremona, Mauro da Vicenza, Aurelio da Cremona, Costantino da Cremona, Gabriele da Vercelli ed Eugenio da Verona - concede l'assenso con atto del notaio Lucio Margiacca del 20 marzo 1567.

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Date: [1565, settembre 20 - 1565, novembre 29]
AbstractCamilla e Sabetta, con l'assenso di mastro Vincenzo Cassella di Benevento loro mundualdo e con l'assistenza del giudice a contratti e di mastro Giovanni Lorenzo Porrazio, ratificano l'atto stipulato il giorno precedente per mano del notaio Girolamo Maiale di Benevento, con il quale lo stesso Vincenzo, in nome e per conto di Camilla e Sabetta, ha venduto per trecento ducati, di cui cento versati e duecento da pagarsi, a Marco Veglione di Foliano, cittadino beneventano, una casa della consistenza di dieci membri, quattro terranei e sei soprani, con cortile ed orto, sita in Benevento nella parrocchia di S. Tommaso.

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Date: 1567, maggio 17
AbstractGiovanni Matteo […] - alla presenza del reverendo abate Marco Antonio Alferio, rettore della parrocchiale chiesa di S. Andrea - vende a Marino Egizio di Benevento, dottore utriusque legis e nelle arti della medicina, un orticello sito in territorio di Benevento nel luogo dove si dice Porta di Calore, confinante con via pubblica su due lati e con il fiume Calore, sul quale grava un peso a favore della detta chiesa di S. Andrea come riportato in un atto del notaio Camillo Verro; il prezzo di vendita è di ducati quindici di carlini d'argento, alla ragione di carlini dieci per ducato, sessanta per oncia e due per tarì, dei quali quindici ducati cinque sono manualmente corrisposti dall'acquirente alla stipula del contratto, mentre i restanti dieci il venditore dichiara di averli già ricevuti.

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Date: 1567
AbstractNicola Russo vende per un capitale di ducati cento di carlini d'argento a Nicola Gallo di Vitulano un canone annuo di ducati dieci su una sua vigna con alcuni alberi da frutta, tugurio, tina e avantitina, della capacità di tomoli dodici, sita in territorio beneventano, nel luogo dove si dice i Maccabei, confinante con beni di Giovanni Antonio de Rutiis, beni di Sebastiano Bilota e beni di Bernardino de Signore.

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Date: 1571, giugno
AbstractIl cardinale Antoine Perrenot de Granvelle, viceré di Napoli dal 1571 al 1575, accogliendo le richieste contenute in un memoriale presentato il 22 giugno 1571, autorizza […] e il di lui procuratore Giovanni Vincenzo Pilella a vendere ad una compratrice cinquecento ducati annui in tre terze e paghe per il capital prezzo di ducati cinquemila, obbligando non solo tutti i beni burghensatici, ma anche quelli feudali e i titoli.

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Date: 1571, ottobre 27
AbstractIl notaio Giovanni Paolo Prunauro di Ferrazzano, su richiesta di Giovanni Antonio Razzuolo, bergamasco abitante nella terra di Campobasso, redige in forma pubblica, ai sensi delle diposizioni impartite in Napoli il 6 giugno 1548 da Carlo V e dal viceré Pietro de Toledo, uno strumento redatto il 29 giugno 1567 dal fu notaio Giovanni Francesco de Paradiso di Campobasso e che lo stesso notaio non ha potuto rendere in forma pubblica per la sopraggiunta sua morte; con il quale strumento i fratelli Mario e Giovanni Angelo de Maffeo, Antonio Mastrostefano alias Cardarella e Nicola de Marino, anche in nome di Giovanni de Roberto Caggiano e Vito Antonio de Maffeo, tutti della terra di Matrice, contado del Molise, vendono al detto Giovanni Antonio Razzuolo ventuno ducati annui per il prezzo di duecentodieci ducati sui frutti dei seguenti beni stabili siti nella terra di Matrice: una casa nel luogo dove si dice Fuori la Porta della Croce; una vigna nel luogo detto Lo Grattapone; una vigna in contrada delle Cannucce; due case in contrada dello Castello; una vigna con torcularo ligneo nel luogo detto San Chirico; una vigna con cortina in contrada l’Acqua Salza; una casa in contrada Avanti Corte; una casa in contrada Porta da Capo; una vigna in contrada Peraina della Chiesa; una casa in contrada Piano di Corte e una casa con vigna e torcularo ligneo in contrada San Leonardo.

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Date: [1557, gennaio 1 - 1571, dicembre 31]
AbstractFrancesco […], per porre fine ad una lite, obbliga. attraverso il suo procuratore Annibale […] tutti i suoi beni mobili e stabili, burgensatici e feudali.

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Date: 1572, ottobre 13
AbstractAntonio Volpe della terra di Guardia Sanframondi vende ai fratelli Onorato, Antonio, Cesare e Giovanni Battista Passarello della stessa terra due socci di vigna sita in pertinenze di Guardia, nel luogo dove si dice l'Aira de li Columbri, confinante con beni di detti Onorato e fratelli, beni di Belisario Longhi, via pubblica e beni degli eredi di Giovanni Antonio Passarello e proveniente dalla quota dell'eredità di Giovanni Antonio e Rocco Passarello spettante a Giovan Francesco Passarello; sul bene grava un onere di denari dieci a favore del duca di Maddaloni, utile signore della terra di Guardia, e dei trentadue ducati convenuti per prezzo, i fratelli Passarello se ne trattengono ducati dieci, tarì tre, grana sei e denari quattro da pagare a titolo di terziaria allo stesso duca.

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Date: [1572, gennaio 1 - 1572, dicembre 31]
AbstractCesare, Federico, Vincenzo e Bartolomeo […] si riconoscono debitori a Golia de Feo del casale di Villa della somma di ducati ottantaquattro di carlini d'argento per le carni porcine salate da essi ricevute e delle quali si dichiarano ben contenti per il sapore, l'odore, la salatura e le altre circostanze e si impegnano a corrispondere ducati ventiquattro entro il mese di marzo dell'entrante anno 1573 ed i rimanenti ducati settanta entro il mese di luglio dello stesso anno.

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Date: 1573, settembre 13
AbstractPromulgazione in favore dell'abate Giovanni Giacomo Guarino.

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Date: 1574, giugno 17
AbstractGiovanni Antonio Giamei e suo figlio Sebastiano di Cerreto assegnano a Francesco Frisella della stessa terra la casa di solita abitazione di detto Giovanni, confinante con beni di Luca Giamei e beni di Bernardino Giamei, in soluzione di quanto dovutogli a titolo di dote per il matrimonio contratto tra lo stesso Francesco e Mariella Giamei, figlia di Giovanni Antonio.

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Date: 1574, luglio 14
AbstractGiulio Galeazzo, cittadino beneventano, nomina suoi procuratoti generali e speciali il notaio Mercurio Palmenterio di Benevento, Simeone Baruffo e Giovanni Battista Benvenuto di Bergamo e Andrea Favietta di Brescia.

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Date: 1574, luglio 25
AbstractGiulia de Luca della terra di Guardia Sanframondi, con il consenso di Alessandro Floreo, suo marito e mundualdo, vende per il prezzo di ducati quaranta in carlini d'argento a Marino Cerrone, anch'egli di Guardia, un pezzo di terra con un bosco sito in pertinenze di Guardia nel luogo dove si dice Lo Raiio o Li Fragniti, confinante con beni di Sebastiano de Luca e beni della chiesa di S. Maria di Guardia, franco e libero eccetto che per una parte, della capacità di due tomoli circa, su cui grava un reddito di denari sette e mezzo da corrispondersi ogni anno nel giorno della festa di S. Salvatore nel mese di agosto al monastero di S. Salvatore nel castello di San Salvatore e la quartiaria da riconoscere allo stesso monastero in caso di alienazione; poiché si tratta di un bene dotale, Giulia ha dovuto chiedere con supplica del 23 marzo 1574 la regia dispensa per potere trasferire su altri beni del marito e del suocero Giovanni Floreo le proprie cautele dotali, liberando così la terra che ora vende e gli altri suoi beni dotali, cioè una vigna in località Li Ratielli confinante con beni di Sebastiano de Luca e beni di Cola Martuccio, la metà di un magazzino nella stessa località, confinante con beni di Cesare Pengue e beni di Sebastiano de Luca, un caucinaro in località La Porta Francesca con gli stessi confinanti e una terrata in località Lo Pontile confinante con Cola erede del fu Gabriele Testa.

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Date: 1574, ottobre 21
AbstractEusebio ed Anselmo Pingue, padre e figlio di Guardia Sanframondi, anche a nome dell'altro figlio, l'abate Giovanni Battista Pingue, vendono per ducati quattrocento di carlini d'argento - alla ragione di carlini dieci per ducato - a Tommaso de Ciuzio Floreo una casa di più membri superiori ed inferiori con orticello contiguo, sita in Guardia Sanframondi nel luogo dove si dice la Porta de lo Rachino, confinante con beni degli eredi di Diana Marrone, beni di Giovanni Marrone, passaggio per il quale si va alla casa di detto Eusebio e via pubblica da due parti.

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Date: 1575, luglio 18
AbstractI fratelli Cola e Riccio Bilotta, figli del fu Francesco di Vitulano, cittadini beneventani donano un pezzo di terra a Cesare Bilotta, rappresentato nell'atto dal padre Andrea.

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Date: 1577, gennaio 6
AbstractUn certo Nardo cede per sei ducati a tali Bartolomeo e Baldassarre un cellario.

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Date: 1577, gennaio 24
AbstractFrancesco Laudanda detto Scindo si riconosce debitore di Sebastiano e Giustina Saiappa per ducati trentotto di carlini d'argento, pervenuti a Giustina dalla vendita di una sua casa sita sopra S. Caterina, e si impegna, su richiesta della stessa Giustina, a restituire quei ducati nel giorno di S. Lorenzo prossimo venturo a Sebastiano, che li vanta di credito da Giustina per aver venduto a lei e ai suoi figli una propria casa sita in piazza S. Giorgio per il prezzo di ducati quarantotto; quei trentotto ducati devono da Sebastiano essere versati ad Antonio de Tofano per l'affrancazione delle stesse case vendute.

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Date: 1578, aprile 8
AbstractGiovanni Leonardo Di Ciardo si riconosce debitore di Tommaso Nisso di Montoro della somma di ducati centonovantasei, avendo ricevuto un capitale di centosettantotto ducati da restituirsi alla ragione di undici carlini per ducato.

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Date: 1579, aprile 28
AbstractGiovanni Giacomo Marrone di Guardia Sanframondi vende, salvo assenso del duca di Maddaloni, utile signore della terra di Guardia Sanframondi, a Cesare Pigna della stessa terra - che, emanato il bando ad alta e intelligibile voce da Sebastiano de Pascale, bajulo e inserviente della curia di Guardia Sanframondi, ha offerto il prezzo più alto - un magazzino sito nel luogo dove si dice Voratiello, confinante con beni dello stesso Cesare Pigna, beni di Salvatore de Pascale e via pubblica, sul quale grava il peso di un reddito di denari uno a favore del duca di Maddaloni, al quale spetta anche la terziaria in caso di alienazione; dei ducati cinquanta e mezzo, che costituiscono il prezzo finale offerto dal Pigna, due parti sono manualmente versate a Giovanni Giacomo, mentre la terza parte Cesare Pigna dichiara di conservarla presso di sé per corrisponderla a titolo di terziaria al duca di Maddaloni.

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Date: 1579, dicembre 20
AbstractPadre Dionisio da Cremona dei canonici regolari della congregazione lateranense di S. Agostino, abate dell'abbazia di S. Modesto di Benevento e procuratore della stessa come da atto del notaio Antonio Cocchilia di Benevento del 2 dicembre 1568, rinnova per altri ventinove anni a Tiberio de Blasio di Montesarchio la concessione in enfiteusi di un terreno del feudo della grangia di S. Modesto, della capacità di tomoli quattordici, parte boscoso e parte aratorio, sito in territorio di Montesarchio nel luogo dove si dice alla Valle Humara, confinante con beni del chierico Andrea Gorrusio, beni di Matteo Campobasso redditizi alla stessa abbazia, vallone di Vado Piano e via pubblica da due parti, terreno già concesso allo stesso Tiberio con atto del notaio Bernardino de Moco di Benevento del 12 settembre 1544 per l'annuo canone di carlini otto da corrispondersi nel mese di luglio nel giorno di S. Margherita, canone che viene ora aumentato di carlini due per le intervenute migliorie; con lo stesso atto l'abate concede a Tiberio in enfiteusi a ventinove anni ad renovandum un altro terreno dello stesso feudo, sterile, della capacità di tomoli due e mezzo, sito in Montesarchio nel luogo dove si dice lo Pisciarello, confinante con beni del notaio Ferdinando de Blasio, beni della cappella di S. Giovanni evangelista dello Lato Nuovo, vallone dello Pisciarello e via pubblica, per il quale terreno Tiberio si impegna ad apportare le necessarie ed opportune riparazioni, a pastinare fra due anni venticinque piante di olivo e a corrispondere, giusta la valutazione dei periti Teseo de Marco e Andrea Gorrusio, un canone o censo di annui carlini quattro, che, unitamente ai carlini dieci dovutri per l'altro terreno, devono essere consegnati nel mese di luglio nel giorno di S. Giacomo.

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Date: 1579
AbstractMarco Ferrello viene liberato dal carcere, a cui era costretto per un debito di trecento ducati, in virtù dell'intervento dei suoi familiari - la sorella Felicia, moglie di Angelo Casuccio, la moglie Margherita Limata e il di loro figlio - e resta debitore per centocinquanta ducati dei fratelli Carbone di Altavilla.

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Date: 1580, aprile
AbstractBartolomeo Controviero e Bartolomeo Onnechino di Benevento si riconoscono debitori di Giulio Cucitella di Capua per ducati centocinque di carlini d'argento - alla ragione di carlini dieci per ducato, due per tarì e sessanta per oncia - dovuti per la vendita fatta loro da detto Giulio di trenta salme alla misura beneventana di frumento romano di buona qualità, peso e misura e si impegnano a pagare il debito nel giorno della festa di S. Giacomo nel mese di luglio prossimo venturo.

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