useridguestuseridguestuseridguestERRORuseridguestuseridguestuseridguestuseridguestuseridguest
FondFondo Notai (1426-1806)
< previousCharters1543 - 1553next >
Date: 1543, febbraio 26
AbstractGiovanni Luigi Vipera e Colaioanni Vipera, questi anche in nome dei fratelli Orazio e Troiano, tutti di Benevento, concedono e in perpetuo assegnano a Pietro de Sanctora di Sant'Angelo a Cupolo una casa consistente in due membri, uno superiore e uno inferiore, e una casetta di un vano terraneo con tre moggi di terra aperta, con fosse per tenere il frumento, piedi di olive e altri alberi fruttiferi e infruttiferi e con una vigna; i beni, siti nel casale di Sant'Angelo a Cupolo in pertinenze della città di Benevento e confinanti con altri beni degli stessi Vipera, beni della chiesa parrocchiale di S. Maria Abate Arnone di Benevento e via pubblica, sono di proprietà per metà di Giovanni Luigi e per metà di Colaioanni e dei suoi fratelli e per essi sarà corrisposto per i primi nove anni un censo o prestazione di carlini ventitre, e precisamente carlini sei nella festa di S. Bartolomeo nel mese di agosto a Giovanni Luigi, carlini sei nel giorno di Natale a Colaioanni e ai suoi fratelli e i rimanenti carlini undici ai figli ed eredi dei defunti Bartolomeo e Salvatore de la Montagna, una volta coloni di quegli stessi beni; trascorsi i nove anni, da allora e in perpretuo il censo si ridurrà a carlini venti, da dividere a metà tra i concedenti nelle feste predette.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1543, settembre 28
AbstractBartolomeo Farina di Apice, dimorante in Benevento, alla presenza di Vincenzo Spinola, generale governatore del monastero di S. Sofia, cede per il prezzo di ducati quattro e carlini quattro a Cesare Troisio di Arpaia, cittadino beneventano, una casa consistente in due membri, uno inferiore ed uno superiore, con orticello posteriore, sita in Benevento nella parrocchia di S. Giovanni a Porta Somma, confinante con beni del monastero di S. Sofia e con la piazza maggiore dello stesso monastero, casa che il Farina tiene in enfiteusi a ventinove anni dal medesimo monastero per il censo di carlini dodici, da corrispondersi - da oggi a cura del Troisio - ogni anno in agosto nella festa di S. Mercurio.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1543, novembre 22
AbstractGuido Ascanio Sforza di Santa Flora, cardinale diacono di Sant'Eustachio, camerario del papa e di S.R.E., revocato un analogo incarico affidato, con patente spedita il 2 novembre 1543, a Scipione Perrotto, cittadino e tesoriere beneventanto, nomina Matteo Moccia - arcipresbitero di Cervinara e canonico beneventano - commissario nella città, comitato e distretto di Benevento con ampi poteri per la raccolta delle due decime su tutti i frutti, redditi e proventi di qualunque beneficio ecclesiastico, che il papa Paolo III ha deciso sia effettuata in tutte le città e territori direttamente o indirettamente soggetti alla sua autorità, al fine di fornire un sussidio a Ferdinando, re di Boemia e Ungheria, che intende allestire un numeroso esercito per fermare la penetrazione del tiranno dei turchi, che ha da poco liberato la città di Buda, già cinta d'assedio dal medesimo Ferdinando; l'autorità dello Sforza deriva da un breve dello stesso papa, dato in Ferrara il 23 aprile 1543, che lo ha nominato collettore generale delle due decime con facoltà di deputare a questo scopo nunzi e commissari.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1544, febbraio 21
AbstractGiovanni Cardillo di Montesarchio vende a Polito de Ciotta della stessa terra per il final prezzo di venti carlini d'argento, di cui quindici già ricevuti e 5 versati all'atto del contratto, una casa terranea sita in territorio di Montesarchio, nel luogo dove si dice allo Monticello, confinante con beni dello stesso Polito de Ciotta e pervenuta al Cardillo per donazione da Giovanni Pollastro.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1544, novembre 7
AbstractAntonio Gesualdo vende per il prezzo di tre once d'oro, alla ragione di sessanta carlini per oncia, ad Antonio Barone una terra seminatoria, arbustata e vitata, confinante con beni di suo fratello Valentino Gesualdo, beni del notaio Giovanni Michele Geneda, beni di Vincenzo de Nardello e beni di Giacomo de Silvo.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1545, febbraio 6
AbstractGregorio Scottarello, cittadino beneventano, vende a Federico de Agostino di Napoli per il prezzo di ducati dodici di carlini d'argento, alla ragione di carlini dieci per ducato, un casaleno sito in Benevento, nella parrocchia di S. Stefano de Neofitis, confinante con beni dell'Annunziata, beni di S. Spirito, beni dell'arcidiaconato di Benevento, beni di detto Federico e via pubblica.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1545, marzo 24
AbstractL'abate Baldassarre di Aversa, nella qualità di rettore sine cura della chiesa di S. Nicola di Torre Pagani fondata nella città di Benevento, concede a censo perpetuo a Bartolomeo Gogliezze alias Brognolo della terra di Pagliara, abitante in Benevento, un orto cinto da siepe della capacità in semina di tre quarti, sito nella stessa città di Benevento e confinante con detta chiesa di S. Nicola, con un altro orto della medesima chiesa che tiene Pietro Saccomando, con l'orto di Bartolomeo de Servizio, con mura della città e con via pubblica; il canone o censo - stabilito in tarì sei e mezzo di carlini d'argento, alla ragione di carlini due per tarì, sulla base della perizia condotta dagli abati Domenico de Rubeis e Giovanni de Pacco, canonici della Chiesa beneventana - deve essere pagato ogni anno nel mese di dicembre, nel giorno della festa di S. Nicola.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1545
AbstractGiovanni de Picciolo di Benevento vende per ventisette ducati di carlini d'argento a Lucio […] una casa di quattro membri, due terranei e due solariati, con cortile e scale di legno, sita in Benevento nella parrocchia di S. Angelo di Porta Somma, confinante con beni di Giovanni Maurone e via pubblica; anni prima lo stesso de Picciolo ha venduto al fu Giacomo Maurone altri due membri di casa, contigui a quelli che cede ora a Lucio, impegnandosi a costruire una scala di fabbrica e una porta sopra la cisterna di detti due membri e, non essendo state tali scala e porta ancora costruite, gli eredi di Maurone accedono a quei locali attraverso il cortile: de Picciolo si impegna pertanto a provvedere entro cinque anni, con il patto che altrimenti passerà in proprietà dell'acquirente Lucio anche un orto contiguo.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1546, ottobre 9
AbstractI coniugi Baldasare Fariello e Apollonia Fusco vendono per settanta ducati a Marcello Fariello la loro metà della casa di più membri, con cortile scoperto e cisterna, sita in Benevento nella parrocchia di S. Paolo, confinante con il cortile, con via pubblica e con beni di S. Bartolomeo, che i fratelli Baldasare e Marcello hanno ereditato dal padre Melchiorre.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1546, ottobre 19
AbstractBartolomeo Vutello, cittadino beneventano, con il consenso del monastero di S. Pietro delle Monache, al quale va la quartiria, cede a Vincenzo de Raynaldo di Pontelandolfo, anch'egli cittadino beneventano, per il prezzo di ducati cinque l'utile dominio su una vigna con terra vacua di tomoli otto circa, sita in Benevento, nel luogo detto Lo Monte di San Felice, confinante con beni dello stesso monastero, beni che tiene Bartolomeo de Palmerio, beni che tiene Agostino Musto, beni che tiene Angelo Frascone e via che va alla chiesa fondata in detto Monte; vigna concessa in enfiteusi due a ventinove anni non ancora scaduti a detto Bartolomeo dal monastero di S. Pietro delle Monache per il canone di mezza libra di cera lavorata e sei tarì in carlini d'argento con atto del notaio Camillo Verro di Benevento.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1546, novembre 10
AbstractIl Capitolo della Chiesa beneventana, nelle persone dell'arcipresbitero Cesare Mazzeo, del primicerio minore Gabriele Gencarella, del bibliotecario Gerolamo Camerario e degli altri canonici, concede in enfiteusi perpetua a titolo di permutazione a Giovanni de Bartolomeo, cittadino beneventano, una casa consistente in tre membri, uno terraneo e due solariati, sita in Benevento e confinante con beni dello stesso Giovanni, beni di Matteo Gumbette e strettola; il canone, fissato, sulla base della perizia eseguita dai canonici Domenico de Rubeis e Giovanni de Pacco, in annui tarì sette e mezzo di carlini d'argento, alla ragione di carlini due per tarì, deve essere pagato ogni anno nel mese di agosto, nel giorno della festa dell'Assunzione della beata Maria.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1547, aprile
AbstractGabriele Strofolino e Pasca de Augusto, coniugi del casale di Paolisi, vendono per trenta ducati ad Ettore de Nola dello stesso casale alcuni beni stabili siti nella detta terra di Paolisi, e cioè due case con cortile ed orto confinanti con beni di Mario Antonio Strofolino, beni di Antonio Perrotta e via pubblica; una corte arbustata e vitata confinante con beni di Sorda, beni di Andrea Visco, beni di Giovan Battista Strofolino e via pubblica; una selva con piedi di castagno confinante con beni della chiesa di S. Tommaso.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1547, settembre 7
AbstractFederico Fatrone della terra di Montesarchio, trovandosi a letto nella sua casa - sita in detta terra nel luogo dove si dice Lato vecchio, confinante con beni di Giovanni de Melis, beni della Mensa arcivescovile di Benevento e via pubblica - malato nel corpo ma sano di mente, detta il suo nuncupativo testamento, lasciando i suoi beni mobili e stabili e i crediti che gli spettano a titolo di mutuo ai figli Giovanni Bernardino, Antonio e Francesco e, se questi dovessero morire senza figli, alle figlie Francesca, Nunzia e Imp[…], con legati e fedecommessi a favore della moglie Bernardina Bulina e della chiesa di S. Maria dell'Assunta.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1547, ottobre 14
AbstractLorito Salerto, procuratore di Eleonora Siscara - figlia di Paolo e di Giulia Carafa, che sposa Carlo Gambacorta e alla morte di questi, nel 1545, diviene signora di Celenza - signora dei feudi disabitati di San Giovanni Maggiore e di Luperzano in provincia di Capitanata, stipula un accordo con Giovanni Maiale di Pesco e Vincenzo de Cervo della città di Benevento, in solido, per fare pagliai e per utilizzare le selve e le ghiande dei suddetti feudi per l'allevamento di cinquanta porci in cambio di cento ducati in carlini d'argento, alla ragione di dieci carlini per ducato.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1547, novembre 29
AbstractGiovanni Tresca, sindaco di Pietrelcina, e il camerario Salvatore Scardino, gli eletti e deputati per l'anno 1547 Nicola di Tomasio, Masio de Vito e Antonio Cardone e molti cittadini costituenti la maggiore e migliore parte degli uomini di Pietrelcina, congregati e adunati a voce e al suono delle campane, per le necessità dell'università di quella terra contraggono con il mercante o banchiere Mosse de lo Russo, ebreo dimorante nella città di Benevento, un mutuo o "ad cambium et recambium" di trecentotrenta scudi d'oro alla ragione di carlini unidici per ogni scudo.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1547
AbstractIl monastero di S. Francesco - nelle persone del padre guardiano Gaspare Crispo di Napoli e dei frati Giovannello di Benevento, Giacomo di Benevento, Matteo Romano e Ludovico Carlo di Benevento - per il canone di carlini dodici da corrispondersi ogni anno nel giorno della festa di S. Francesco nel mese di ottobre, loca a titolo di permutazione a Paolo de Sciriubus, in nome della moglie Vittoria de Porratio di Benevento, che in calce all'atto ne ratifica l'azione, una vigna sita in pertinenze di Benevento nel luogo dove si dice Santo Lupo, confinante con beni della stessa Vittoria e beni di Mario de Porratio; il bene dato in permuta è un'altra vigna, sita nella stessa località, sulla quale la stessa Vittoria corrisponderà al monastero un annuo censo di quattordici carlini.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1548, gennaio 27
AbstractBerardino Laudanna di Airola, assistito da Angelo Laudanna alias Ciotti, rilascia quietanza di dote consistente in denaro e beni mobili corredali, per il matrimonio da celebrarsi con Menechella Ciambrello della stessa terra, che interviene nell'atto con il consenso e l'assenso del fratello Francesco.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1548, ottobre 18
AbstractGiacomo de Luca di Napoli, abitante in Airola, retrovende a Girolamo di Francesco Scarinzi, eletto dell'università e parrocchia di Santa Maria della Valle di Vitulano, a Micco Bolotta, sostituto eletto, e ad Annibale de Gennaro dell'università e parrocchia di Santa Croce della Valle di Vitulano, nonché ai cittadini di dette università e parrocchie - notaio Giacomo Antonio de Amore, Lorenzo de Martone, Pietro de Ambrosio e Battista de Nigro - annui ducati cinquanta sulla gabella delle carni, che aveva acquistato anni prima per il prezzo di ducati cinquecento con atto del notaio Giovanni Michele […] di Airola; fideiussori delle parrocchie sono il notaio Giacomo Antonio de Amore, che risponde per centocinquanta ducati di capitale e per quindici ducati annui, e i fratelli Micco, Virgilio e Onorato del fu Pietro Pedicini, che rispondono in solido per trecentocinquanta ducati di capitale e quindi per trentacinque ducati annui.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1548, ottobre 19
AbstractCesare Capobianco e suo fratello dopno Marco, canonico della collegiale chiesa di S. Bartolomeo di Benevento, concedono in censo perpetuo ad Antonio e Martino de Chiusulo della terra di Pietrelcina, cittadini beneventani, per l'annuo canone di carlini sedici, da corrispondersi nella festa di S. Francesco in ottobre, un pezzo di terra aratoria della capacità in semina di tomoli otto, sito in territorio beneventano nel luogo dove si dice la Moneca, confinante con beni di Giulia Mazzella o dei suoi figli Camillo e Cesare, beni di Cirelli di Castelpoto, beni della chiesa di S. Maria dei Martiri che tiene a censo Antonio de Cianni di Benevento, beni di Giovanni Carpinella, beni di Nicola de Zarra, beni di Amato de Cuccaro di Ceppaloni e via pubblica da due lati; la concessione prevede il diritto di affranco quandocumque da realizzarsi mediante l'assoggettamento a censo perpetuo di un pezzo di terra aratoria o di una vigna che, a giudizio di probi viri designati di comune accordo, valga un canone annuo di diciassette carlini.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1548, dicembre 8
AbstractGiovanni Tresca, sindaco di Pietrelcina nella provincia di Principato Ultra, e gli eletti per l'anno 1548 Nicola de Tomasio, Stefano de Fuczio, Antonio Cardone e Tommaso de Vito con altri cittadini - tra i quali Antonio Piso, Giovanni Schiusulo, Agostino de Iaderossi, Antonio de Antonello, Minico de Mastronardo, Giulio de Castellofranco, Bartolomeo de Sciandi - adunati al suono di campana e alla presenza di Giovenale de Bianco, giurato e nunzio della curia di Pietrelcina, agiscono in merito alla situazione debitoria dell'università di quella terra, con particolare riferimento ad un mutuo o "ad cambium et recambium" di ducati quattrocentoquaranta.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1549, maggio 6
AbstractGiulia Marotta, vedova del fu Bernardino Vulpicello, con il consenso di Giuliano Floreo, suo genero e mundualdo, vende per il final prezzo di ducati cento di carlini d'argento, alla ragione di carlini dieci per ducato, ad Angelo Vulpicello di Guardia Sanframondi, nella qualità di procuratore di Livio Vulpicello come da atto di procura del 25 aprile 1549 redatto per mano del notaio Giacomo Anello de Nubilis di Napoli, una casa di più e diversi membri, sita in Guardia Sanframondi, nel luogo dove si dice la Porta dei Santi, confinante con beni di Trolio de Pazzaglia, beni di Scipione Vulpicello e via pubblica, pervenuta a Giulia per successione del fratello germano Nicola Marotta.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: [1549, giugno 1 - 1549, giugno 22]
AbstractVincenzo [Spi]nola di Savona, governatore della chiesa e monastero di S. Sofia di Benevento, rappresentante la badia nei suoi diritti in Toro e San Giovanni in Galdo in contado di Molise, abilitato a procedere alle concessioni in feudo e in enfiteusi - come si rileva dall'atto di procura, che esibisce, dato in Savona, nel palazzo sito in contrada San Francesco, giovedì 18 marzo 1546 con signum del notaio Francesco Sacco, canonico savonese e vicario generale della curia episcopale, eletto dal Capitolo della cattedrale essendo vacante la sede episcopale, e con sigillo dell'altro notaio savonese Vincenzo Cappello - con l'assistenza del priore Alessandro di Atripalda e dei monaci Marco Piricosti, Giacomo de Petra, Antonio Rocco, Manlio Ciffo, Marco Antonio Canale, Nicola Savelli, Vincenzo de Pastori, Paolo Maurone e Giulio de Guardiani, loca a titolo di enfiteusi a ventinove anni a Rainaldo de Pincanelli della città di Lucera - rappresentato da Giovanni Battista […] con procura redatta dal notaio Antonio Catalano di Predicatella in provincia di Capitanata - il feudo volgarmente chiamato lo feudo de Cantalupo, sito in contado di Molise e in diocesi beneventana, già locato a Theramo Camesali di Spezia, al presente dimorante in terra di San Giovanni in Galdo, per il censo o canone di ducati venti di carlini d'argento, giusta la stima di detti monaci Manlio Ciffo e Vincenzo de Pastori, da corrispondersi ogni anno [parte nella festività di Natale e] parte nel mese di agosto nella festa di S. Mercurio.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: [1549, giugno 1 - 1549, giugno 22]
AbstractVincenzo Spinola di Savona, governatore della chiesa e monastero di S. Sofia di Benevento, rappresentante la badia nei suoi diritti in Toro e San Giovanni in Galdo in contado di Molise, abilitato a procedere alle concessioni in feudo e in enfiteusi - come si rileva dall'atto di procura, che esibisce, dato in Savona, nel palazzo sito in contrada San Francesco, giovedì 18 marzo 1546 con signum del notaio Francesco Sacco, canonico savonese e vicario generale della curia episcopale, eletto dal Capitolo della cattedrale essendo vacante la sede episcopale, e con sigillo dell'altro notaio savonese Vincenzo Cappello - con l'assistenza del priore Alessandro di Atripalda e dei monaci Marco Piricosti, Giacomo de Petra, Antonio Rocco, Manlio Ciffo, Marco Antonio Canale, Nicola [Savelli, Vincenzo de Pastori, Paolo Maurone e Giulio de Guardiani], loca a titolo di enfiteusi a ventinove anni a Rainaldo de Pincanelli della città di Lucera - rappresentato da Giovanni Battista […] con procura redatta dal notaio Antonio Catalano di Predicatella in provincia di Capitanata - il feudo volgarmente chiamato lo feudo de Cantalupo sito in contado di Molise e in diocesi beneventana, già locato a Theramo Camesali di Spezia, al presente dimorante in San Giovanni in Galdo, per il censo o canone di ducati venti di carlini d'argento, giusta la stima di detti monaci Manlio Ciffo e Vincenzo de Pastori, da corrispondersi ogni anno parte nella festività di Natale [e parte nel mese di agosto nella festa di S. Mercurio].

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1550, novembre 28
AbstractLa badessa e le monache del monastero di S. Pietro delle Monache di Benevento …

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1551, agosto 6
AbstractEusebio Pingue, nella qualità di erario e procuratore di Giovanni Diomede Carrafa, conte di Maddaloni e utile signore della terra di Guardia Sanframondi e della terra di San Lorenzo, dopo che è stato emanato il bando da parte di Angelo de Iannotti, baiulo e inserviente di San Lorenzo, concede per l'annuo censo di grano uno, da pagarsi in perpetuo nel giorno di Natale, a Giovanni Covello Rossi di San Lorenzo un ortale sito in territorio di San Lorenzo, nel luogo dove si dice l'Ortale della Corte, confinante con beni di Angelo de Riccio, beni di Fernando Rossi, beni del notaio Angelo Rossi e via pubblica; Giovanni Covello Rossi paga anche carlini undici per l'entratura.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1551, agosto 22
AbstractPasquale de lo Suozzo di Toccanisi vende per il prezzo di ducati cinquanta di carlini d'argento, alla ragione di carlini dieci per ducato e grana dieci per carlino, a Giovanni Maurone del fu Giacomo di Benevento un pezzo di terra aratoria della capacità in semina di tomoli nove, più o meno, sito in pertinenze di Benevento, nel luogo dove si dice lo Varco de la Regola, confinante con beni di Tommaso [...] di San Nicola, beni di Antonio Deviello di Toccanisi, lavinario e beni dello stresso Giovanni Maurone mediante detto lavinario; l'anno seguente Giovanni Maurone, con atto dello stesso notaio Girolamo Maiale, paga a Pasquale de lo Suozzo altri ducati quattordici di carlini d'argento per cassare la facoltà di retrovendere.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1551, novembre 10
AbstractEusebio Pingue di Guardia Sanframondi, nella qualità di erario di Giovanni Diomede Vincenzo Carafa, duca di Maddaloni e utile signore della terra di Guardia Sanframondi, concede, per un reddito di denari tre e mezzo da corripondersi ogni anno nella festa della Natività, a Vincenzo Macharo della stessa terra ed ai figli di qualsiasi sesso che dovessero nascere dal suo corpo una casa sita e posta in pertinenze di Guardia Sanframondi nel luogo dove si dice la Porta Francesca, confinante con beni di Pietro Pilla e via pubblica.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1552, maggio 17
AbstractIl notaio Giovanni Antonio Mellis di Airola - su richiesta di Onofrio Brancazio della città di Napoli, dimorante in Montesarchio, e in virtù di facoltà conferita con lettera data in Napoli il 20 agosto 1530 dal luogotenente del re, cardinale Pompeo Colonna - dopo una ricerca effettuata negli atti del fu notaio Nicola Mellis suo padre, redige in forma pubblica un atto stipulato per mano di detto notaio in data 22 marzo 1529, seconda indizione, dinanzi al giudice ai contratti Berardino Campobasso, con il quale Vincenzo de BonoAnno di Montesarchio vende a Giovanni Tommaso Brancazio, padre di Onofrio, un magazzino coperto con imbrici e un terreno contiguo, siti in Montesarchio nel luogo dove si dice lo Mercato, confinanti con via pubblica e beni di Giacomo de Luca, redditizi alla corte di Montesarchio per grana dieci, cioè cinque il magazzino e cinque il terreno; la vendita si realizza, ottenuta la licenza di Girolamo de Garcia de Ghefuni, governatore di Montesarchio, per il prezzo di ducati ventiquattro più ducati sei per uno stiglio esistente nella bottega.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1552
AbstractDiana Camellino - con l'assistenza di Giovanni de Colle - e suo marito Pompeo Bracale raggiungono un accordo con il di lei fratello carnale, il notaio Nicola Camellino, sulle questioni aperte in relazione ai beni dotali di Diana e all'eredità proveniente ai due Camellino dalla madre Caterinella e dallo zio materno Antonio.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1553, giugno
AbstractPapa Giulio III investe Pietro de Thoma del canonicato e prebenda della chiesa di S. Salvatore e della parrocchiale di S. Lorenzo di Morcone, benefici il cui valore complessivo, computati anche gli eventuali frutti, redditi e proventi annessi, non supera per comune stima i ventiquattro ducati di oro e che si sono resi vacanti per la morte del precedente titolare, Michele de Curtis.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
Date: 1553, luglio 15
AbstractAngiolillo de Santaro di Airola, che interviene con il consenso e assenso del padre Santo, dichiara di aver ricevuto in dote secondo l'uso e la consuetudine della terra di Airola da Santilia de Marchetta della stessa terra, sua moglie promessa, che interviene con il consenso e l'assenso del padre Vincenzo, e da esso Vincenzo once tre di carlini d'argento, alla ragione di carlini sessanta per oncia, in pecunia numerata e in beni mobili corredali stimati ed apprezzati da comuni amici.

Images2
Full textno
 
Add bookmark
Edit charter (old editor)
< previousCharters1543 - 1553next >