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Collection: edizione digitale dei documenti dell'abbazia di S. Maria della Grotta di Vitulano (BN). 1200-1250
Charter60
Date: 1214 [settembre 1 - dicembre 31]
AbstractGiovanni de Bono Infante della città di Montecorvino dona a Bernardo monaco di S. Maria della Grotta, che riceve per conto di quest’ultima, se stesso e la metà di un appezzamento di terra tenuto in comune con Giovanni de Tomasio e Roberto de Simone, situato in Valle Scabenesca, nelle pertinenze della suddetta città.

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Charter61
Date: 1214 novembre
AbstractGiovanni del fu Rainolfo Pontensis e la moglie Rayma cedono in permuta a Giovanni priore della chiesa di S. Maria della Grotta una terra con alberi nelle pertinenze del Monte Drago in località Campoli, ricevendo in cambio un orto vicino alla chiesa di S. Maria di Vitulano ad eccezione di tutte le piante di ulivo e di una saliceta, da restituire alla chiesa in occasione della festa di agosto.

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Charter62
Date: 1215 agosto
AbstractSalomone protogiudice di Morcone, su mandato di Giovanni priore del monastero di S. Maria della Grotta, fa redigere un instrumentum autenticum in cui si attesta che magister Saul e sua moglie Maria avevano precedentemente offerto, a determinate condizioni, se stessi e tutti i loro beni presenti e futuri al monastero, in persona di Bernardo monaco e sacerdote, e si erano già obbligati a versare un’oncia d’oro a conferma e a garanzia del mantenimento dell’oblazione, impegnandosi adesso a corrispondere al monastero anche una libbra di cera all’anno a titolo ricognitivo dell’obbligazione.

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Charter63
Date: 1216 ottobre
AbstractGiovanni Tomasio del casale di Vitulano, la moglie Altemilia e il loro figlio Giovanni, per la remissione dei loro peccati e la salvezza delle loro anime, offrono se stessi e tutti i loro beni al monastero di S. Maria della Grotta, con riserva di usufrutto vita natural durante e impegnandosi a versare un censo annuale di due tarì amalfitani.

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Charter64
Date: 1216 dicembre
AbstractTommaso conte di Caserta, per la remissione dei peccati suoi e dei suoi predecessori, offre al prete e monaco Giovanni, per conto della chiesa di S. Maria della Grotta, i fratelli Guglielmo de Atulino e Giovanni con tutti i loro beni posseduti dentro e fuori la città di Telese, in località Solopaca e nei suoi confini, con tutti i relativi diritti e pertinenze.

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Charter65
Date: 1217 maggio
AbstractGiovanni di Fusco del fu Giovanni di Torrecuso, alla presenza del giudice Roberto, del notaio Guglielmo Manerio e di altri testimoni, cede al monaco Giovanni de Rigitio, per conto della chiesa di Santa Maria della Grotta, una terra sita nelle pertinenze di San Pietro di Rossano, nel territorio di Torrecuso ricevendo in cambio dalla chiesa stessa alcune terre nel luogo detto Circigia, sito nel territorio di Torrecuso.

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Charter66
Date: 1218 aprile, martedì
AbstractGentile di Pietramontecorvino offre se stesso e tutti i suoi beni al monastero di S. Maria della Grotta, in persona del priore Giovanni, riservandosi la disponibilità di disporre della metà di essi a favore dei poveri e dei suoi consanguinei per la remissione dei suoi peccati e fatta salva la quarta della moglie Ivanna, consenziente al negozio, la quale si offre anch’ella al monastero con tutti i suoi beni, riservandosi tuttavia la libertà di poterne disporre vita natural durante in caso di nuovo matrimonio.

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Charter67
Date: 1218 agosto
AbstractCorrado de Mone, signore di Torrecuso, offre pro anima alla chiesa di S. Maria della Grotta la chiesa di S. Nicola dei Greci con tutte le sue pertinenze, nonché una iscla in territorio di Torrecuso, i suoi diritti sul fiume Calore e il luogo dove costruire un mulino e altri edifici, ricevendo venti once d’oro per la riparazione del castello di Torrecuso; intervengono anche l’arciprete Benedetto Fenucoli, che dona alla chiesa di S. Maria i suoi diritti sulla detta chiesa di S. Nicola, e Rao Manerio del fu Filippo Manerio milite, anche per conto del nipote Roberto, che donano alla stessa chiesa la terra che possiedono nei confini della predetta iscla.

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Charter68
Date: 1218 settembre
AbstractRoberto giudice fa redigere uno scritto dal quale si apprende che Abbiuso sacerdote di Torrecuso del fu Giovanni de Ponte aveva donato se stesso e tutti i suoi beni presenti e futuri alla chiesa di S. Maria della Grotta, in persona di Giovanni de Regitio monaco del monastero, riservandosene tuttavia l’usufrutto vita natural durante, e si era obbligato a versare annualmente la metà di una libbra di cera nel giorno della festa di S. Maria ad agosto, garantendosi così la sepoltura presso detta chiesa.

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Charter69
Date: 1219 maggio
AbstractGiovanni priore della chiesa di S. Maria della Grotta, come ricompensa dei servizi resi, concede a Roberto del fu Raone di Limata e alla sua erede di nome Unica, alcune terre site in località Petra Luzana con l’obbligo di corrispondere annualmente alla chiesa la decima parte dei proventi, nonché altre terre in località Vaccara o Cosula, con l’obbligo di corrispondere alla chiesa il terratico secondo le consuetudini di Tocco; si stabilisce inoltre che Roberto e la sua erede debbano raccogliere tutte le olive della chiesa che sono nel loro cortile, spremerne l’olio e darne ad essa la metà.

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Charter70
Date: 1219 agosto
AbstractIl giudice Pietro di Telese ordina la redazione di uno scritto in cui si attesta che nel corso di una lite insorta tra Tommaso conte di Caserta e la chiesa di S. Maria della Grotta circa il possesso di una casa nella città nuova di Telese e di una terra in località a le Peze nel casale di Solopaca, il preposito contesta le richieste del conte producendo in giudizio un documento che ne prova il legittimo acquisto: si perviene così ad una transazione per la quale il conte rinuncia ad ogni sua pretesa, ricevendo in cambio venti tarì amalfitani.

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Charter71
Date: 1219 dicembre
AbstractRoberto di Adenolfo, sua madre Maria e sua moglie Adelizia vendono alla chiesa di S. Paolo, in persona di Giovanni priore del monastero di S. Maria della Grotta da cui la chiesa dipende, metà di una vigna in località Paternum per il prezzo di mezza oncia d’oro.

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Charter72
Date: 1220 gennaio 7
AbstractEssendo sorta una lite tra Orso, vescovo di Montecorvino, da una parte, e i frati della domus Leprosorum di Troia dall’altra, riguardo al mancato pagamento del censo annuo dovuto da questi ultimi al vescovo per la chiesa diroccata di S. Marco, Pietro, priore di S. Maria del Gualdo, e Ruggero, decano di S. Matteo di Sculgola, in qualità di delegati pontifici, fanno redigere uno scritto, nel quale innanzitutto si riporta il mandato, datato 28 marzo 1218, con il quale il papa Onorio III delega il priore in carica di S. Giovanni in Gualdo (sic) e il decano in carica di Sculgola, di istruire la causa in seguito ad una petizione del vescovo di Montecorvino, e dipoi si decreta la cessazione della lite a favore del vescovo, concedendo a quest’ultimo in perpetuo il possesso della predetta chiesa, dopo il relativo processo, essendo scaduto il termine di un anno durante il quale i suddetti frati si erano resi contumaci.

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Charter73
Date: 1220 gennaio 10
AbstractOrso vescovo di Montecorvino, con il consenso del capitolo, concede alla chiesa di S. Maria della Grotta la chiesa diruta di S. Marco, di pertinenza dell’episcopio e sita nel territorio della diocesi, con l’obbligo di versare un censo annuale corrispondente alla quarta parte di un’oncia d’oro nel giorno di Natale; le parti convengono altresì che, qualora insorga una controversia, la questione dovrà essere dibattuta presso la chiesa cattedrale per iudices ecclesiasticos da queste nominati; che i ministri della chiesa di S. Marco dovranno provvedere al sostentamento del vescovo, dei suoi successori e del clero della cattedrale qualora questi volessero visitare la chiesa nella relativa festività; che, infine, lo stesso obbligo sarà assunto dal vescovo e dai suoi successori nel caso in cui il priore della chiesa di S. Maria della Grotta voglia visitare la cattedrale nella festività di s. Alberto.

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Charter74
Date: 1220 gennaio 12
AbstractOrso vescovo di Montecorvino, con il consenso del capitolo, permuta con Giovanni, priore di S. Maria della Grotta, una vigna incolta che possiede accanto ad un’altra di proprietà della chiesa di S. Paolo e da essa dipendente, ricevendo in cambio una vigna ben avviata che Pietro de Andri aveva donato a questa chiesa per la remissione dei suoi peccati.

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Charter75
Date: 1220 gennaio 12
AbstractOrso vescovo di Montecorvino, con il consenso del capitolo, permuta con Giovanni, priore di S. Maria della Grotta, una vigna incolta che possiede accanto ad un’altra di proprietà della chiesa di S. Paolo e da essa dipendente, ricevendo in cambio una vigna ben avviata che Pietro de Andri aveva donato a questa chiesa per la remissione dei suoi peccati.

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Charter76
Date: 1221 maggio
AbstractTommaso conte di Caserta conferma al monastero di S. Maria della Grotta, in persona del priore Placido, la donazione di un possedimento compiuta dal nonno Guglielmo conte al priore di allora Giovanni, nonché la vendita stipulata dal predetto Guglielmo e dal padre Roberto conte di un masclone in località Silva Plana e di un mulino in nares Telesie, nonché di tutti i possedimenti che il monastero detiene nella stessa città e nelle sue pertinenze, ricevendo in cambio sedici once d’oro.

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Charter77
Date: 1221 dicembre
AbstractRuggero di Pescolanciano, cappellano imperiale e delegato dal sovrano a garantire l’osservanza delle costituzioni promulgate a Capua, restituisce al monastero di S. Maria della Grotta i possedimenti conferitigli dal conte Giovanni di Alife, signore di Tocco, che erano stati in seguito sottratti al monastero dai balivi della città.

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Charter78
Date: 1222 luglio
AbstractNella causa per il possesso di una cesina posta nei pressi della selva Bissilleta tra il monastero di S. Maria della Grotta e Roberto di Raone del casale di Vitulano che la deteneva in quanto colono, il giudice imperiale, delegato a ripristinare lo stato delle selve così come erano al tempo di re Guglielmo, restituisce la cesina contesa al monastero.

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Charter79
Date: 1222 agosto
AbstractIl giudice Guglielmo, recatosi nella chiesa di S. Maria della Grotta su richiesta del priore Placido, riceve il giuramento di Riccardo Roche del fu Giovanni che si impegna a rispettare la vendita precedentemente conclusa dal padre, offrendo alla chiesa anche se stesso e tutti i suoi beni nel caso in cui fosse morto senza figli, a condizione di essere seppellito nel cimitero della stessa chiesa.

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Charter80
Date: 1222 agosto
AbstractGerardino conviene in giudizio la chiesa di S. Maria della Grotta, in persona del suo preposito, per recuperare, secondo quanto previsto dalle costituzioni imperiali, alcuni beni feudali di sua moglie siti in tre diversi luoghi: un oliveto presso la sua corte nelle vicinanze della chiesa di S. Silvestro e altri due nel casale di Vitulano, il primo presso la corte di Roberto Raonis e il secondo nel fondo in cui abitava il sacerdote Adelardo, che lo stesso Gerardino aveva venduto alla chiesa; il preposito contesta le affermazioni di Gerardino, cosicché i giudici, sentite le parti in causa e in mancanza di prove documentali e testimoniali, sentenziano in favore del monastero, dichiarando priva di fondamento la richiesta avanzata da Gerardino che, con sua moglie e il loro figlio Matteo, rinuncia pertanto ad avanzare qualsiasi rivendicazione e azione legale nei confronti del monastero per la remissione dei loro peccati.

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Charter81
Date: 1222 ottobre
AbstractCecilia, moglie di Ruggero di Unfrido, con il consenso del marito e mundoaldo, per la remissione dei suoi peccati, rinuncia in favore della chiesa di S. Maria della Grotta, in persona del monaco Giacomo, ad ogni lite, rivendicazione o azione, passata o futura, su un oliveto sito in località Crapile, un tempo appartenuto a Giovanni Revelli.

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Charter83
Date: 1223 maggio
AbstractIl giudice Rao di Mainardo, sentiti i due testimoni, fa redigere uno scritto attestante che Bonifacio e sua moglie Adelizia hanno venduto alla chiesa di S. Paolo, in persona di Giovanni, priore del monastero di S. Maria della Grotta, tre pezze di terra, site rispettivamente in località Ponticellus, in località [R]ipa, e nei pressi della suddetta chiesa, per il prezzo di un bue del valore di due once d’oro e di sei moggia di frumento.

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Charter84
Date: 1223 maggio
AbstractRao di Mainardo giudice, dopo aver ascoltato la testimonianza di due testi, fa redigere uno scritto attestante che Bonifacio e sua moglie Adelizia avevano venduto a Giovanni, priore del monastero di S. Maria della Grotta, per parte del monastero stesso, tre terre, site rispettivamente nel luogo detto Ponticellus, nel luogo detto Pipa e vicino alla chiesa di S. Paolo, per il prezzo di un bue dal valore di due once d’oro e di sei moggia di grano.

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Charter85
Date: 1223 maggio
AbstractMurico di Pietramontecorvino diacono dona a Giacomo, monaco del monastero di S. Maria della Grotta, per parte del monastero stesso, per la salvezza dell’anima sua e dei suoi antenati, se stesso e la metà dei suoi beni riservandosi l’usufrutto a vita e pagando annualmente nel giorno della festa di S. Paolo tre denari; nel caso avrà figli legittimi, questi erediteranno tutti i suoi beni pagando ogni anno al monastero per la sua anima un quarto d’oncia d’oro.

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Charter86
Date: 1223 maggio
AbstractSimone, figlio del fu Roberto notaio, dona a Giacomo, monaco del monastero di S. Maria della Grotta, per parte del monastero stesso, per la salvezza dell’anima sua e dei suoi antenati e per la redenzione dell’anima di sua moglie defunta, se stesso e una terra prope rigum merdarium.

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Charter82
Date: 1223 maggio
AbstractRoberto di Adenolfo, per la remissione dei peccati suoi e dei suoi parenti, dona alla chiesa di S. Paolo, in persona del suo preposito Giacomo, una pezza di terra in località Vallis Mezzane.

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Charter87
Date: 1223 giugno
AbstractPlacido, priore del monastero di S. Maria della Grotta, con il consenso della comunità loca in buona convenienza a Giovanni di Gregorio, figlio del fu Gregorio, e alla figlia Mattia, a loro vita durante, una casa sita nella città di Benevento presso il trivio di S. Tecla, pervenuta al monastero per legato testamentario di Luca giudice e della moglie Aquilexia, con l’obbligo di versare un censo annuo di 4 tarì d’Amalfi nel giorno della Assunzione di Maria Vergine, il 15 agosto, ricevendo da loro un’oncia d’oro per la raccolta di alimenti; in caso di nozze della figlia Mattia il marito può solo abitare nella casa se si impegna a osservare i patti con il monastero.

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Charter88
Date: 1224 settembre
AbstractEssendo sorta una lite tra Giovanni, monaco, per parte del monastero di S. Maria Grotta, da una parte, e Pantaleone, camerario della contea di Caserta, dall’altra, riguardo al possesso di un mulino sito presso Telese, che secondo Giovanni appartiene dai tempi del re Guglielmo al monastero, mentre Pantaleone sostiene che esso spetta al demanio imperiale, Enrico di Morra, maestro giustiziere della Magna Curia, dopo aver preso atto delle testimonianze raccolte, mentre la curia risiedeva a Sarno in presenza del giudice Pier della Vigna, assolve il monastero dall’imputazione di aver sottratto il mulino dal demanio imperiale.

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Charter89
Date: 1224 dicembre
AbstractPietro di Alferio giudice fa redigere uno scritto attestante che da una parte Pietro di Riccardo lavoratore ha donato per la remissione dei suoi peccati a Placido, priore del monastero di S. Maria della Grotta, per parte del monastero stesso, se stesso e tutti i suoi beni riservandosene l’usufrutto a vita, a condizione che la donazione sia valida solo in assenza di figli legittimi; che dall’altra parte Placido, priore del monastero, in presenza di Giovanni decano, ha locato allo stesso Pietro una casa sita in Benevento presso la chiesa di S. Salvatore e un vigneto al di fuori della città nel luogo detto ad Rosetum, entrambi pervenuti al monastero per donazione del magister Mattia, per un censo annuo di due tarì di Amalfi e per la metà dei frutti del vigneto da versare nel giorno della Assunzione di Maria Vergine, il 15 agosto, con l’obbligo di erigere un muro e di piantare quaranta viti, a condizione che casa e vigneto rimanessero in possesso della vedova di Mattia, Aieltruda, vita sua durante con il diritto di abitare nella casa e godere dei frutti del vigneto.

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Charter90
Date: 1225 febbraio
AbstractPietro di Alferio giudice fa redigere su richiesta di Placido, priore del monastero di S. Maria della Grotta, una copia autentica di uno scriptum memoriae del 7 gennaio 1220, nel quale si attesta che, essendo sorta una lite tra Orso, vescovo di Montecorvino, da una parte, e i frati della domus Leprosorum di Troia dall’altra, riguardo al mancato pagamento del censo annuo dovuto da questi ultimi al vescovo per la chiesa diroccata di S. Marco, Pietro, priore di S. Maria del Gualdo, e Ruggiero, decano di S. Matteo di Sculgola, in qualità di delegati pontifici, fanno redigere uno scritto, nel quale innanzitutto si riporta il mandato, datato 28 marzo 1218, con il quale il papa Onorio III delega il priore in carica di S. Giovanni in Gualdo (sic) e il decano in carica di Sculgola, di istruire la causa in seguito ad una petizione del vescovo di Montecorvino, e dipoi si decreta la cessazione della lite a favore del vescovo, concedendo a quest’ultimo in perpetuo il possesso della predetta chiesa, dopo il relativo processo, essendo scaduto il termine di un anno durante il quale i suddetti frati si erano resi contumaci.

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