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Collection: edizione digitale dei documenti dell'abbazia di S. Maria della Grotta di Vitulano (BN). 1200-1250
Charter30
Date: 1207 giugno
AbstractRoberto giudice fa redigere uno scritto attestante che Roberto, priore della chiesa di S. Maria della Grotta, concede a Giovanni Rocca del casale di Vitulano un tenimento, che era già stato di suo padre Giovanni Bos, dietro versamento di un censo annuo di dieci tarì.

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Charter31
Date: 1207 novembre
Abstract Carlo, giudice di Capua e di Tocco, dona per la sua anima a Roberto, priore del monastero di S. Maria della Grotta, per parte del monastero stesso, una starza sita presso il casale Foglianise nel luogo detto Calianus e una terra, ovvero scadenzia, che era stata di proprietà della defunta Trotta Rosa, entrambe ricevute in dono da Giovanni di Ravecanina, conte di Alife, come riportato in un privilegio del conte posseduto da Carlo e assegnato allo stesso priore, con l’obbligo di non concedere detti beni in beneficio o in censo ad altri e di accettare nella comunità monastica il detto giudice senza altra donazione, qualora in futuro volesse prendere l’abito monacale.

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Charter32
Date: 1208 aprile
AbstractRoberto, conte di Caserta, dona a Severino monaco del monastero di S. Maria della Grotta, per parte del monatero stesso, una terra et presa sita di fronte ad una casa del monastero stesso, fuori la città di Telese.

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Charter33
Date: 1208 luglio 1
AbstractIn presenza di Carlo giudice di Capua e di Tocco e di Canturberio di Città Nuova giudice beneventano, Giovanni detto Occhio di bue, figlio del fu Giovanni Occhio di bue, la moglie Truccia e il figlio Pietro vendono al monastero di S. Maria della Grotta, rappresentato dal priore Placido, una vigna e una terra site fuori Benevento in località Pini, lungo il fiume Serretella, in cambio di nove once d’oro di Sicilia, due delle quali già ricevute precedentemente.

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Charter34
Date: 1208 agosto
AbstractAlla presenza del giudice Guglielmo, del notaio Ottaviano e di alcuni boni homines, essendo sorta una lite tra Giovanni, priore chiesa di S. Maria della Grotta e Daganetto, figlio del fu Giovanni de Arpino, riguardo ad un fondo con castagni sito sul monte Drogi, nel luogo detto Playora, e ad un oliveto sito nel casale di Vitulano, e poiché il priore sostiene di aver comprato per parte della chiesa stessa il fondo da Giovanni di Roberto, e che Peregrina, moglie di Daganetto, con il consenso di Trotta sua madre, e di Pietro Malpoto suo fratello e mundualdo, aveva concesso a lui stesso, per parte della chiesa, l’oliveto, come contenuto in un documento sottoscritto dal suddetto giudice e rogato dal suddetto notaio, essi giungono ad un accordo per il quale la chiesa rimane in possesso dei beni e Daganetto riceve mezza oncia d’oro.

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Charter35
Date: [1209 agosto -
AbstractBartolomeo, abate del monastero di S. Sofia, Riccardo, abate del monastero di S. Modesto e magister Enrico Collevaccino custode di S. Eustasio, su richiesta di Giovanni, abate del monastero di S. Maria della Grotta, fanno redigere la copia di due privilegi regi destinati a papa Innocenzo III: nel primo (Catania, luglio 1209) Federico re di Sicilia, dietro richiesta di Giovanni, priore del monastero di Santa Maria della Grotta, conferma al monastero precedenti donazioni, concede inoltre che gli animali del monastero possano pascolare liberamente sulle terre del demanio e infine pone il detto monastero sotto la protezione regia; nel secondo (Messina, agosto 1209) Federico II re di Sicilia dona al monastero di S. Maria della Grotta una porzione di terra del demanio, pari alla quantità che può essere arata da quattro aratri, sita a Morcone, nel luogo detto Limata Cupa, e conferma tutte le precedenti donazioni di beni fatte da re, pontefici, baroni e semplici fedeli.

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Charter37
Date: 1210 febbraio
AbstractBenedetto, figlio di Lorenzo, abitante del casale di Vitulano, rinuncia ad una lite contro la chiesa di Santa Maria della Grotta e contro il suo rettore, causata dal possesso di alcune terre site sul monte Drogi che egli stesso aveva inizialmente rivendicato dichiarando essergli pervenute in eredità da parte di madre.

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Charter36
Date: 1210 febbraio
AbstractCaibella, figlia di Giovanni de Basuyno e moglie di Giovanni del figlio di Pietro Ugolino, con il consenso del marito e mundualdo, dà in permuta a Riccardo, monaco della chiesa di S. Maria della Grotta per parte della chiesa stessa, una terra sita nel monte Drogi, nel luogo detto Avellanelle, ricevendo in cambio una piccola terra nel luogo detto Cavatore, eccetto la metà del terratico corrispondente a quest’ultima terra, spettante a Giovanni de Basuyno, e un fondo nel luogo detto Campus de Aspro nonché alcuni castagni nel luogo detto Costa.

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Charter38
Date: 1210 marzo
AbstractRoberto, conte di Caserta e di Telese, con il consenso di sua moglie Adelagia, contessa di Caserta, conferma alla chiesa di S. Maria della Grotta, per mano di Giovanni rettore e custode di quest’ultima, un tenimento che era stato di Raone di Pietro de Leo, abitante del tenimento di Venere, sito nella città di Telese, nel luogo detto Venere, e che quest’ultimo aveva donato alla chiesa stessa, ricevendo in benedizione un’oncia e mezza d’oro.

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Charter39
Date: 1210 giugno
AbstractGuglielmo, figlio di Manardo, dona per la salvezza della sua anima a Giovanni, priore del monastero di S. Maria della Grotta, un oliveto e una terra siti nel casale di Vitulano, riservandosene l’usufrutto vita natural durante; al contempo, Rengarda, moglie del suddetto Guglielmo, con il consenso del marito e suo mundualdo, cede la quarta parte di entrambi i beni a Giacomo, monaco di S. Maria della Grotta, per parte della chiesa stessa.

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Charter40
Date: 1210 luglio
AbstractOddone, figlio del fu Roberto di Oddone, dà in permuta a Giovanni, priore della chiesa di S. Maria della Grotta, per parte della chiesa stessa, metà di un oliveto detto Scaravaiolus e tre parti di un fondo, sito nel casale di Vitulano, ricevendo in cambio una piccola vigna, sita nel casale di Cautano, un certo fondo e una piccola terra che era stata di Madio di Romano.

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Charter41
Date: 1210 agosto
AbstractGiovanni Zito, giudice di Limata, fa redigere uno scritto attestante che, essendo sorta una lite tra Giovanni de Cannavina, priore della chiesa di S. Maria della Grotta, da una parte e Tommaso e Giovanni Zito di Limata dall’altra parte, riguardante la riscossione di una decima su una pezza di terra chiamata Giardino e sita nel territorio di Limata; decima che il primo asserisce spettare all’ospedale di Limata, sito presso la chiesa di S. Leone, al quale era stata concessa da Guglielmo padre di Giovanni di Sanframondo e che i secondi invece rivendicano alla cappella di S. Nicola di Limata ad essi pertinente; i suddetti si presentano davanti a Giovanni di Sanframondo, che sentiti i testimoni Alessandro de Calvellis e Giovanna Frainella, restituisce la decima al detto ospedale.

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Charter42
Date: 1210 settembre 4
AbstractSichelgarda, con il consenso di Adamo, suo marito e mundoaldo, vende a Giovanni priore del monastero di S. Maria della Grotta, per parte del monastero stesso, la metà di una golena posta fuori la città di Benevento presso il ponte maggiore, che ella possiede in comune con il monastero, avendola ereditata dal padre, ricevendo in cambio due once d’oro di tarì siciliani.

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Charter44
Date: 1211 luglio
AbstractGiovanni, priore dell’abbazia di S. Maria della Grotta, alla presenza di Savarino, Bernardo, Guglielmo de Cepparone e Giovanni de Choffo, suoi confratelli, concede per dieci anni la metà di un castagneto detto de Fulcis e la quarta parte di un’altra metà dello stesso castagneto, sito sul monte Drogi, a Bartolomeo, figlio del fu Luce, con la possibilità di raccogliere castagne e frutti, per il censo annuo di cinque coppe d’olio da versare nel giorno della festa della Purificazione di Maria.

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Charter43
Date: 1211 luglio
AbstractCarlo, figlio di Valeriano, figlio del magister Carlo, avendo contestato il testamento di suo padre, nel quale quest’ultimo aveva lasciato all’abbazia di S. Maria della Grotta un oliveto sito nel casale di Foglianise, nel luogo detto a li Mallocci, dopo aver visionato il testamento, alla presenza del giudice Giovanni e dell’abate Bernardo, rinuncia alla lite mossa precedentemente nei confronti dei monaci e acconsente alle volontà testamentarie del padre.

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Charter45
Date: 1212 gennaio
AbstractBonusmirus del fu Biagio conviene in giudizio Giovanni di Altiniano rivendicando il possesso di una terra sita sul monte Drogi, in località Cetrumnus, ma il convenuto produce un documento che ne attesta il legittimo acquisto da Nibazeus, figlio illegittimo di Giovanni de Bernardo; il documento viene contestato da Bonusmirus in quanto Nibazeus, essendo figlio illegittimo, non avrebbe avuto il diritto di alienare la terra, ma il giudice Guglielmo ricorda che questi era stato, in passato, nominato erede dal padre e dallo zio; si perviene così a una transazione per la quale Bonusmirus rinuncia a qualsiasi rivendicazione in cambio di due coppe d’olio.

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Charter46
Date: 1212 febbraio
AbstractIl giudice Giovanni fa redigere uno scritto attestante che, al tempo di re Guglielmo II, lo stesso giudice e il milite Filippo Zito di Limata, suo cognato, si recarono alla chiesa di S. Maria della Grotta, nel cui atrio, Roberto, priore della stessa chiesa, alla presenza di Ugone e di altri confratelli, riferì al milite che Guglielmo conte di Caserta intendeva concedere alla chiesa una terra, sita in località Silva Plana, già tenuta dallo stesso milite e dal giudice Goffredo, suo fratello, in parte per la remissione dei suoi peccati, in parte a titolo oneroso; e chiese se questi avessero obiezioni in proposito; il milite, anche per conto del fratello, riferì che alla suddetta terra avevano già rinunciato sia per la gravezza delle condizioni imposte dal conte, sia perché tale possesso suscitava la contrarietà del loro signore Guglielmo di Sanframondo; a questo punto, su richiesta del priore Roberto, il milite Filippo, anche a nome del fratello, rinuncia in favore della chiesa, in persona del priore, ad ogni pretesa sulla terra in questione.

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Charter47
Date: 1212 marzo
AbstractRoberto Fuscetta vende al monastero di S. Maria della Grotta, in persona del suo priore Giovanni, due terre site rispettivamente in località Sala e in località Bos Mortuus, per il prezzo di un puledro del valore di due once d’oro.

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Charter49
Date: 1212 aprile
AbstractBerardo giudice e notaio di Celano, castellano di Tocco e San Martino, dopo aver notificata ai Tocchesi l’autorizzazione, ricevuta mediante lettera sigillata, di cui si trascrive il testo, da Pietro conte di Celano, capitano e maestro giustiziere del Regno di Sicilia, ad agire in sua vece con facoltà di alienare beni pubblici, rimette alla chiesa di S. Maria della Grotta, nella persona dell’abate Ugo, ogni obbligo gravante su un tenimentum del fu Giovanni Rocche e di suo fratello Federico.

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Charter48
Date: 1212 aprile
AbstractGiovanni Zito, giudice di Limata, fa redigere uno scritto attestante che Umberto di Telese e Randisio, suo genero, signori di Ponte, e Roberto di Ravello, fratello di quest’ultimo e signore di Casalduni, confermano a Giovanni, priore della chiesa di S. Maria della Grotta, la donazione della starza de Granarusi, sita in località ad Modium, che è stata effettuata da dominus Giovanni di Sanframondo.

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Charter50
Date: 1212 aprile
AbstractGiovanni di Sanframondo, figlio del fu Guglielmo di Sanframondo, signore di Limata, Guardia e molti altri castelli, concede alla chiesa di S. Maria della Grotta, nella persona del priore Giovanni, la starza detta de Granarusi, sita in località ad Modium.

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Charter51
Date: 1212 maggio
AbstractRoberto, conte di Caserta e Telese, ricevendo in cambio cinquanta tarì amalfitani, concede alla chiesa di S. Maria della Grotta, rappresentata dal monaco Giovanni, tutte le terre donate ad essa dall’abate Giovanni Pungimeta: un appezzamento sito in località Silva Plana, un altro in località Sanctum Anellum e un orto nei pressi delle mura di Telese.

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Charter52
Date: 1212 luglio
AbstractGiovanni di Sanframondo del fu Guglielmo, signore di Limata, Cerreto, Guardia Sanframondi e altri castelli, per la remissione dei peccati suoi e dei suoi antenati, concede a Giovanni, priore della chiesa di S. Maria della Grotta, a tutto il convento e ai suoi successori, per parte della stessa chiesa, un terreno paludoso sul fiume Calore, un tempo appartenuto al cacciatore Guglielmo; e una pezza di terra detta Curticella, in località La Revolta, un tempo di Roberto di Matteo.

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Charter53
Date: 1212 settembre
AbstractGiovanni del fu Ugo, consapevole di aver mosso ingiustamente una controversia contro la chiesa di S. Maria della Grotta per il possesso di un oliveto, donato dal suo defunto padre per la salute della sua anima, rinuncia ad ogni pretesa legale in favore del magister e confratello Leone, agente per parte della stessa chiesa.

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Charter54
Date: 1212 dicembre
AbstractGemma, figlia del fu Pietro di Unfrido, con il consenso del marito e mundoaldo Benedetto, suo figlio Pietro e la moglie Finicia, da lui autorizzata, vendono la sesta parte di un oliveto al notaio Ottaviano, per parte della chiesa di S. Maria della Grotta, per il prezzo di un’oncia d’oro, ricevuto dal priore della chiesa.

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Charter55
Date: 1213 maggio
AbstractPietro del fu Lorenzo di Vitulano, alla presenza del fratello Benedetto, offre se stesso a Dio e alla chiesa di S. Maria della Grotta e rimette nelle mani del priore tutti i suoi beni, sia in iure sia in rebus.

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Charter56
Date: 1213 luglio
AbstractGiovanni di Sanframondo del fu Guglielmo di Sanframondo, signore di Limata, Guardia e altri castelli, per la salvezza dell’anima sua e dei suoi antenati, concede a Giovanni, abate di S. Maria della Grotta, la vicita e il diritto di macinare il grano nel suo mulino, sito in località Le Nassarelle.

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Charter57
Date: 1213 dicembre
AbstractBenedetto del fu Lorenzo e la moglie Vegorita vendono al monaco Giovanni de Grimaldo, per conto della chiesa di S. Maria della Grotta, la metà di un orto nel casale di Vitulano, in località Campus de Aspro, con l’eccezione di due olivi appartenenti alla chiesa di S. Pietro e di un piede d’ulivo di Giovanni de Robberto, per il prezzo di [venti]due tarì di Amalfi.

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Charter58
Date: 1214 gennaio
AbstractGiovanni giudice fa redigere uno scritto in cui si attesta che Oddo del fu Roberto Oddonis, volendo provvedere alla sepoltura della moglie Sigilgarda che si trova in punto di morte, dà al monaco Giovanni de Grimaldo, che agisce per conto della chiesa di S. Maria della Grotta, i terratici a lui spettanti su quattro terreni nel territorio di monte Vitolani.

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Charter59
Date: 1214 luglio
AbstractGiovanni abate della canonica di S. Menna di Sant’Agata e Giovanni arcidiacono della Chiesa Maggiore di S. Agata dirimono, su mandato di papa Innocenzo III, la controversia insorta tra Luciano vescovo di Telese e Giovanni priore del monastero di S. Maria della Grotta, circa la spettanza delle decime di tutte le terre del monastero nelle pertinenze di Telese, nonché su quelle di un mulino che il monastero possiede in località Aquis Narium di Telese, abintus pontem qui dicitur Sancti Bartholomei: il vescovo rinunzia ad ogni diritto e azione legale in cambio di un tenimentum e di due appezzamenti di terra siti nel territorio di Solopaca presso la chiesa di S. Donato, entrambi già appartenenti al monastero.

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Charter60
Date: 1214 [settembre 1 - dicembre 31]
AbstractGiovanni de Bono Infante della città di Montecorvino dona a Bernardo monaco di S. Maria della Grotta, che riceve per conto di quest’ultima, se stesso e la metà di un appezzamento di terra tenuto in comune con Giovanni de Tomasio e Roberto de Simone, situato in Valle Scabenesca, nelle pertinenze della suddetta città.

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